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ATP Basilea: Fonseca supera Munar, seconda finale in carriera. Ad attenderlo c’è Davidovich-Fokina

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A Basilea, Joao Fonseca continua a stupire il circuito ATP e a riscrivere la storia del tennis brasiliano. Con la vittoria in due set su Jaume Munar, il giovane talento diventa il primo brasiliano a raggiungere una finale in un torneo superiore a un ATP 250 dai tempi di Gustavo Kuerten a Indian Wells, un paragone inevitabile per molti che già lo vedono come il suo possibile erede. Una prestazione di maturità e coraggio, quella del sudamericano, che ha saputo gestire i momenti chiave con freddezza e brillantezza tattica, imponendo il proprio tennis anche nei frangenti più tesi. Per Joao da lunedì il best ranking è per la prima volta al di sotto della posizione numero 40,

A sfidarlo nella finale di domenica sarà Alejandro Davidovich-Fokina, che ha vinto il primo set al tie-break contro Ugo Humbert e ha successivamente approfittato del ritiro del francese per problemi fisici.

J. Fonseca b. J. Munar 7-6(4) 7-5

Primo set: Fonseca rompe l’equilibrio al tie-break

Il primo set si sviluppa con estremo equilibrio. Fonseca impone il suo ritmo con dritti angolati e accelerazioni improvvise che spaccano il campo, ma Munar, maestro nel contenere e nel ribaltare la pressione, riesce a mantenere intatta la propria tenuta mentale. Fino al 3-3, i turni di servizio scorrono con grande intensità in ogni punto.

Nel settimo game, il primo accenno di squilibrio: Munar deve fronteggiare le bordate di Fonseca, che spinge con continuità cercando di aprirsi il campo col dritto. Lo spagnolo, però, non si scompone e chiude il gioco con un passante di dritto perfetto che gli vale il 4-3, un piccolo capolavoro tecnico e di temperamento. Nonostante la pressione crescente, Munar riesce a rimanere in scia, e il parziale prosegue punto su punto, 4-4, 5-5, senza alcuna palla break.

La sensazione è quella di un duello in bilico, dove ogni colpo sembra preludere a un possibile strappo che però non arriva mai. Fonseca è come un rullo di tamburo, che cresce di intensità man mano che costruisce il punto, fino a liberare la sua potenza in fendenti trancianti. Munar, dal canto suo, si aggrappa alla regolarità e alla profondità, cercando di far sbagliare il brasiliano.

L’inevitabile tie-break diventa il terreno della verità. Sul 4-4, proprio mentre lo spagnolo tenta di prendere in mano lo scambio, Fonseca trova il colpo che cambia l’inerzia: un dritto inside-out perfetto, uno di quei lampi che raccontano il talento grezzo e la fiducia del diciannovenne di Rio. Da lì in avanti, il brasiliano non sbaglia più: chiude con autorità il tie-break 7-4, e si aggiudica il primo set 7-6(4) dopo un’ora di battaglia serrata, ma con 27 vincenti a 18 per Fonseca.

Secondo set: Fonseca completa l’opera e vola in finale

L’avvio è complicato per il giovane di Rio, che con qualche errore gratuito regala a Munar il primo break del match e lo svantaggio 2-1. Lo spagnolo prova a consolidare, ma Fonseca non si disunisce: alza le percentuali al servizio e ricomincia a comandare lo scambio, salvando game delicati e restando incollato al punteggio.

Sul 4-3 per Munar arriva la svolta: Fonseca si costruisce due palle break e alla seconda mette a segno un dritto lungolinea potente e preciso che vale il controbreak. Tornato in fiducia, il brasiliano prende in mano il finale del set con aggressività crescente, costringendo Munar sulla difensiva.

Con un ultimo colpo aggressivo, Fonseca chiude il set 7-5 in poco meno di un’ora e approda alla finale più importante della sua giovanissima carriera, dopo quella conquistata a Buenos Aires, dove in febbraio aveva superato Francisco Cerundolo per il suo primo titolo ATP 250. La sua crescita è stata vertiginosa: in appena dodici mesi Fonseca è passato dalla posizione n. 154 del ranking a una probabile Top 35, con la certezza di salire almeno fino al n. 34 lunedì. Una progressione che testimonia non solo il suo talento naturale, ma anche una sorprendente maturità competitiva per la giovane età.

[8] A. Davidovich-Fokina b. U. Humbert 7-6(4) 3-1 ritiro

Primo set: Fokina resiste, Humbert spreca e il tie-break sorride allo spagnolo

L’avvio del match tra Alejandro Davidovich Fokina e Ugo Humbert segue lo stesso copione del duello precedente tra Fonseca e Munar: equilibrio assoluto. Lo spagnolo spinge con il suo tennis esplosivo, cercando di aprire gli angoli, mentre il mancino francese si affida al ritmo costante e alle variazioni in uscita dal servizio, marchio di fabbrica del suo gioco indoor.

Sul 2-1, però, il match vive un piccolo momento di tensione: Humbert chiede un medical time-out per un fastidio alla parte bassa della schiena.

La prima vera occasione arriva nell’ottavo game, il più lungo del set: Humbert si procura la prima palla break del match, ma Fokina si salva con coraggio e chiude tenendo il servizio per il 4-4. Al cambio campo successivo, il francese richiede nuovamente l’intervento del fisioterapista, segnale che il problema non è del tutto risolto.

Il momento più delicato arriva sul 5-4 in favore dello spagnolo: Humbert, in risposta, costruisce bene il punto e arriva addirittura a set point, ma non riesce a concretizzare. Fokina si aggrappa al servizio, cancella l’occasione e si salva ancora, portandosi sul 5-5. Sono due le palle break complessive avute dal francese nel set, entrambe non sfruttate.

Come nel match tra Fonseca e Munar, anche qui la parità si trascina fino al tie-break, dove basta un mini-break a fare la differenza. È Davidovich Fokina a strapparlo sul 4-4 con una risposta profonda e aggressiva che spiazza il francese. Da lì in avanti non trema più: chiude 7-6(4) dopo un’ora di gioco.

Secondo set: Davidovich parte benissimo ma Humbert non riesce a proseguire e si ritira

C’è più di un motivo dunque per Humbert per essere insoddisfatto dell’esito della prima frazione, ma il peggio per il francese deve ancora arrivare dal momento che Davidovich riparte finalizzando con precisione decisamente maggiore il lavoro con la battuta principale, che nei primi due turni entra sette volte su nove e non lascia scampo a Ugo; il mancino di Metz fa pure meglio nel medesimo settore del gioco ma non sembra essersi liberato dal cattivo umore che la sconfitta al tie-break gli ha arrecato e gioca in maniera frettolosa e noncurante alcune soluzioni, regalando per buona parte il break che spinge l’ottava testa di serie del torneo sul 3-0 dopo la prima pausa lunga.

Humbert riesce a fermare la fila di game consecutivi scrivendo 1-3 ma subito dopo decide di ritirarsi per un problema fisico. I due parlano a lungo durante la stretta di mano conclusiva e sicuramente torna loro alla mente un’altra situazione analoga: anche a Montpellier nel febbraio del 2023 Humbert dovette ritirarsi al cospetto del suo amico, quella volta non per un risentimento ma per una brutta caduta che lo tenne fermo per un mese. Per quanto visto comunque Alejandro, che lunedì ritoccherà il proprio best ranking fino a raggiungere almeno la piazza numero 15, appare pronto per la quarta finale del suo 2025, la quinta in assoluto: il primo successo in carriera torna ad avvicinarsi per lui.

(in collaborazione con Jenny Rosmini)

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