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Sinner e Musetti, operazione finale (Cocchi, Ercoli, Sepe, Azzolini, Bertellino, Semeraro). Berrettini: “Buoni segnali” (Di Nardo). Il servizio fa la differenza. Per riprendere Alcaraz Sinner ha un colpo in più (Calabresi)

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Sinfonia Sinner, incanta Vienna (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Che musica, Jannik. Ritmo, melodia, accordi perfetti in una sinfonia che incanta anche il guascone Bublik, incapace di opporsi al numero 2 al mondo nei quarti di finale di Vienna. Implacabile quando si tratta di giocare indoor, Sinner ha raggiunto la vittoria numero 19 di fila su questa superficie, la sua prediletta come dimostrano i risultati. Una prestazione impeccabile, anche ieri, a tutto tondo. Dal servizio (67% di prime e appena cinque punti concessi nei suoi turni di battuta), alla risposta. Imbrigliato nella ragnatela dell’altoatesino, Bublik non ha avuto modo di estrarre dal suo cilindro un po’ di quei giochi di prestigio che tanto lo hanno fatto amare dal pubblico. Il kazako che da grande vuole vivere in Italia e degustare vini, con qualche puntatina nei bar di Torino per un caffè corretto, ha abbracciato Sinner a rete scambiando qualche parola. […] I due ormai si conoscono e Bublik quest’anno è stato praticamente l’unico, Alcaraz e crampi a parte, a riuscire a battere l’ex numero 1 al mondo. Merito di un cambio di atteggiamento e di un impegno un po’ più costante, sempre genio ma un po’ meno di sregolatezza, che gli sono valsi i complimenti di Sinner: «Mi sono congratulato per l’annata che ha fatto, la stagione migliore della sua carriera – ha detto l’azzurro a Sky -. Lui mi ha risposto che è vero, ma sarebbe stata anche migliore se non avessimo giocato sempre contro…». Il solito guascone, Sasha, per cui Sinner nutre un affetto sincero: «Ci conosciamo molto bene, anche fuori dal campo. Gli posso solo augurare il meglio. Credo che ultimamente abbia cambiato mentalità, sta lavorando molto di più e i risultati si vedono». […] Si è preparato niente male anche Sinner, che per questa settimana viennese, con il coté polemico seguito alla mancata presenza in Coppa Davis, si è organizzato al meglio. Oltre al ritorno del coach Darren Cahill, molto bravo nella gestione dei momenti delicati, come dimostrato anche in questi due anni vissuti sotto la cappa del caso Clostebol, Sinner ha chiamato con sé pure la famiglia, la fidanzata e il dottor Riccardo Ceccarelli, che segue la sua preparazione mentale con i programmi di Formula Medicine. […] Testa e braccio, dunque, con la messa a punto al servizio che sta dando grandi soddisfazioni: «Mi sono allenato molto su questo colpo – ha detto Jan -, abbiamo cercato di cambiare qualcosa nel momento del caricamento. Mi sono sentito molto a mio agio». Soprattutto contro il kazako, c’è stato bisogno di una cura particolare nella preparazione del match, anche se a casa Sinner è un’abitudine: «Si cerca di preparare tutte le partite, anche se contro Sasha è sempre molto difficile; è un giocatore complicato da affrontare, può fare qualsiasi cosa, è imprevedibile. Ho giocato una partita molto solida. In particolare sono riuscito a rispondere molto bene, ma c’è sempre qualcosa in cui si può fare meglio. In generale, a 24 anni non penso di aver raggiunto ancora il mio cento per cento». Ancora Alex. Per un posto in finale, oggi alle 15, dovrà superare l’ostacolo De Minaur. L’australiano, nonostante i precedenti drammaticamente negativi( 11 sconfitte in altrettanti confronti), è sempre un giocatore rapido e insidioso, oltre che sempre più motivato dalla voglia di interrompere una striscia negativa che contro Jannik dura da sempre: «Mi aspetto una partita difficile, tosta, molto fisica – ha detto l’allievo di Vagnozzi e Cahill -, quindi sarà importante recuperare al meglio. Speriamo che domani (oggi, ndr) possa essere un’ottima partita, lui non ha niente da perdere quindi cercherò di rimanere lì mentalmente, sempre concentrato». E magari, per rilassarsi prima di entrare in campo, butterà anche un occhio alla prima gara di sci che aprirà la stagione questa mattina a Solden: «Amo lo sci, non vedevo l’ora che la stagione cominciasse – ha detto il ragazzo della Val Pusteria, che avrebbe potuto diventare sciatore se non avesse scelto la racchetta -. Mi piace la neve, sciare mi fa stare bene». Oggi, il traguardo si chiama finale.

Musetti contro Zverev vede il “derby” e si avvicina alle Finals (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Solido, concreto, forse non ancora abbastanza cinico, ma ci stiamo arrivando. Lorenzo Musetti sfodera il codino ninja dei vecchi tempi e, battendo un insidioso Corentin Moutet in due set raggiunge la sesta semifinale dall’inizio della stagione. Non solo, vede sempre più vicina la Mole, simbolo di Torino e delle sue Finals, ormai davvero a un passo. […]. Grazie alla sua vittoria e al ritiro ieri pomeriggio di Felix Auger Aliassime a Basilea, durante i quarti di finale contro Jaime Munar, l’azzurro ha così portato a 440 punti (3675 contro 3195) il suo vantaggio nella Race nei confronti del canadese, aumentando di 100 punti il suo bottino nella Race. In caso di vittoria, nella semifinale di questo pomeriggio contro Alexander Zverev, Lorenzo si porterebbe a 3805 punti, scavalcando un rivale diretto alla corsa per Torino come Ben Shelton, ancora alle prese con qualche problema fisico e già uscito di scena a Basilea. Musetti questa sera potrebbe addirittura trovarsi al sesto posto della Race, se dovesse lui battere il tedesco e Jannik Sinner nell’altra semifinale avesse la meglio su Alex de Minaur, per una possibile finale tutta italiana a Vienna. Lorenzo è pronto per un’altra battaglia: «Mi sono divertito – ha detto -, anche se alla fine ho avuto qualche grattacapo con la palla break da salvare. La cosa più importante è che sono riuscito a fare tutto quello che dovevo. Con Zverev so che sarà una sfida dura, come lo scorso anno. Ma sono pronto». Musetti, alla vigilia del torneo, aveva detto di sentire la pressione della corsa alle Finals, ma partita dopo partita è riuscito a crescere dimostrando una maturità da vero Top 10. […]. Sorprese Nel pomeriggio c’era stato il colpo di scena all’Atp 500 di Basilea. Durante l’incontro di quarti di finale Felix Auger-Aliassime si era ritirato alla fine del primo set perso per 6-3 contro Munar. Il canadese si è fermato dopo circa 45 minuti e sotto di un set. Felix, tornato in Top 10 grazie agli ultimi risultati, si è fermato senza nemmeno chiedere l’intervento del fisioterapista, e si è ritirato. Per il torneo svizzero sono stati quarti stregati, con ben tre giocatori ritirati. Anche Denis Shapovalov, in polemica per tutto il match con arbitro, pubblico e avversario, ha lasciato il campo stizzito senza terminare il match, sotto 4-1 nel terzo contro Fonseca. Infine anche Casper Ruud, sempre tra i papabili per Torino, ha alzato bandiera bianca contro Davidovich Fokina per un problema a un al piede sinistro.

Sinner solido: “Sempre meglio” (Corriere dello Sport, Lorenzo Ercoli)

“Bravo, hai giocato la miglior stagione della tua carriera”, dice Sinner. «Sarebbe stata ancora meglio se non ti avessi incontrato così spesso» replica con la solita ironia Alexander Bublik. […]. Prima di ieri, dopo la sconfitta a New York, il kazako aveva definito l’azzurro “un’intelligenza artificiale”. E anche a Vienna la storia si è ripetuta: Bublik ha provato di tutto, ma alla fine si è dovuto arrendere per 6-4 6-4. Sinner vola così in semifinale nel torneo ATP 500 austriaco. Una prova solida, costruita come spesso accade sui break nei momenti chiave. Jannik non è mai stato costretto a inseguire: nel primo set ha fallito cinque occasioni nei primi due game di risposta, ma ha colpito nel settimo gioco. Nel secondo, il break del 3-2 ha indirizzato la partita in modo definitivo. Da fondo campo l’azzurro ha dominato gli scambi, proprio come a New York, dove Bublik— se non prende il comando con inizio di inizio gioco – non riesce a cambiare mai l’inerzia. Eppure è un match da non prendere mai sottogamba: esclusi Alcaraz e Griekspoor (che ha beneficiato dei crampi di Sinner a Shanghai), Bublik è l’unico ad aver battuto l’azzurro in questa stagione (ATP 500 di Halle). Tre vittorie senza perdere set rappresentano il miglior biglietto da visita possibile per la semifinale di oggi contro Alex de Minaur (ore 15, Sky Sport), avversario che Jannik ha battuto in tutti gli undici precedenti. Mai però l’australiano lo aveva messo così in difficoltà come nella recente semifinale di Pechino (6-3 4-6 6-2). «Contro Alexander è sempre una partita tosta — ha detto Sinner dopo il match — sono felice di questa bella vittoria e di essere in semifinale. Ho provato a rispondere il più possibile ed è stato importante procurarmi subito delle chance. Sono stato solido». Non solo risposta, però. L’allievo di Vagnozzi e Cahill — in Austria presente solo l’australiano — conferma il trend positivo dell’Asia al servizio – incentivato dalle condizioni indoor che presentano meno insidie – con un 67% di prime in campo ma soprattutto solo 5 punti persi in battuta in tutto il match (40/45). Jannik ne gioisce, ma non vuole cantare vittoria: «Il tanto allenamento sta facendo la differenza. Le cose sono andate bene in campo, ma non mi sento ancora così sicuro e confortevole. Ogni giorno cambio qualcosa per avvicinarmi a ciò che voglio. Messo sono pronto per la semifinale contro Alex che a Pechino si è avvicinato a me. Mi aspetto una partita tosta e molto fisica dove lui non ha nulla da perdere». Sul fronte ranking, Sinner continua a rosicchiare terreno: con un eventuale titolo a Vienna salirebbe a quota 10.500 punti, a soli 840 da Carlos Alcaraz. Entrambi saranno in campo la prossima settimana al Masters 1000 di Parigi: la matematica non esclude il sorpasso, ma servirebbe il trionfo dell’azzurro e un passo falso davvero precoce dello spagnolo. Intanto ieri c’è stato il sorteggio: Sinner debutterà al secondo turno contro uno tra Bergs e Michelsen, poi possibile ottavo con Mensik (sarebbe una sfida inedita), quarto con Shelton e semifinale con Zverev. Presente nel tabellone anche Lorenzo Musetti, testa di serie numero sette, che all’esordio troverà uno tra Sonego e un qualificato. Infine, Darderi affronterà Cazaux, mentre Cobolli sfiderà Machac, entrambi nella parte bassa del tabellone.

Musetti show, è “doppia gioia” (Antonio Sepe, Il Corriere dello Sport)

Tre vittorie, zero set persi. Un Lorenzo Musetti in formato deluxe è approdato in semifinale nell’ATP 500 di Vienna per il secondo anno consecutivo. Nessun patema per l’azzurro nel match di quarti contro il francese Corentin Moutet, n. 36 ATP regolato per 6-3 6-4 in un’ora e 42 minuti. Musetti che si è trovato ad affrontare un avversario dal gioco molto simile al suo più imprevedibile ma anche più falloso – la cui varietà però non lo ha particolarmente impensierito. Gli è infatti bastato un break per set per guadagnarsi il passaggio del turno. Impeccabile fino al momento di servire per chiudere, ha sbagliato due rovesci proprio in occasione dei match point e poco dopo ha offerto la prima palla break dell’incontro, dove però è arrivato un regalo di Moutet. “Deciso al servizio” gli aveva gridato Corrado Barazzutti prima dell’inizio del game. Detto, fatto. Lorenzo ha iniziato e finito con un ace, qualificandosi per la ventitreesima semifinale in carriera a livello ATP. Esattamente come nella parte alta del tabellone, in cui sono rimaste in corsa le due teste di serie più prestigiose (#1, Sinner, e #3, De Minaur), Musetti – quarta forza del seeding – se la vedrà contro il tedesco Alexander Zverev (#2). […]. Giornata da incorniciare per Musetti anche in chiave Torino. Innanzitutto ha consolidato l’ottavo posto, incassando altri 100 punti e toccando quota 3675. Poi sono arrivate ottime notizie da Basilea, dove Felix Auger-Aliassíme, suo diretto concorrente che occupa la nona piazza nella Race, si è ritirato al termine del primo set nel suo quarto di finale contro Jaume Munar. Questo significa che, nel peggiore dei casi, a Parigi il gap tra i due sarà di 480 punti. In altre parole, realisticamente il canadese avrà bisogno di raggiungere la finale per avere della chance di qualificarsi al Master. Stesso destino per Casper Ruud, anche lui costretto al ritiro nei quarti a Basilea, sempre contro un avversario spagnolo – Alejandro Davidovich Fokina e sempre dopo aver perso il primo set. Il suo distacco da Musetti ammonta addirittura a 850 punti. Sarà necessario ancora un ultimo sforzo, ma Lorenzo si gode un vantaggio significativo e intravede la prima qualificazione della carriera alle Finals. L’aspetto più importante? L’azzurro sarà artefice del proprio destino e potrà scendere in campo nel Masters 1000 francese con un’ importante consapevolezza: dipenderà tutto da lui.

Solo Jannik sa fare il Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] Il fatto è che il tennis sta alacremente, e anche un po’ disperatamente cercando un antidoto a Sinner, e sembra di capire che molti di coloro che sono costretti a porsi il problema, siano convinti che l’unica possibilità venga dal somigliargli il più possibile, di giocare come lui, meglio ancora di essere uguale all’originale. Che è come dire «partiamo dalla possibilità più remota a nostra disposizione». E probabile che nella considerazione generale si faccia riferimento a Sinner come prodotto di laboratorio, e dunque riproducibile, mentre per copiare Alcaraz occorre venire a patti con Madre Natura. E un errore anche questo, perché il tennis di Sinner nasce da fattori personali e imprescindibili. Dallo studio continuo dei gesti tecnici e delle soluzioni a disposizione, dal mettersi sempre in discussione, dalla formidabile voglia di migliorarsi che fa da filo conduttore al suo impegno. Vienna ha offerto però esempi interessanti delle formule tennistiche che sta assumendo la disperata ricerca dell’antidoto anti JS. La prima è che tutti, contro Sinner, giocano a una velocità più alta di quanto facciano negli altri match. A costo di finire fuori giri, cosa che si è vista chiaramente con Altmaier in secondo turno e ieri con Bublik, nei quarti. Tirano botte da orbi, il più delle volte fuori dalle righe. Più composto e a proprio agio è apparso Cobolli, che ha dato vita a scambi anche lunghi nel suo derby perso in due set. E infatti è quello che ha creato a Sinner i maggiori problemi. Nemmeno il romano, per la verità, si è sottratto all’idea di tentare la strada del tennis esasperato per velocità di esecuzione e virulenza degli impatti. Merita però fin qui la palma del migliore avversario, e non è poco. Anche Bublik ha resistito meglio di altre volte, facendosi apprezzare più che nel match degli ottavi agli Us Open, nel quale Sinner lo prese a pallate per tre set, chiudendo con un triplice 6-1. Il russo kazako aveva messo in mostra, contro Sinner, una sua interpretazione dell’antidoto da somministrare, che funzionò bene per un set al Roland Garros, e benissimo sull’erba di Halle. “Caos organizzato” lo definii: una tempesta di pallate giocate a tutto braccio e da tutte le posizioni, imprevedibili ancor prima che imprendibili. Alternate però a servizi violenti e improvvisi stop apparecchiati con sapienti drop shot. Sull’erba Sinner scricchiolò parecchio e non seppe opporsi nel modo giusto, perse il match e anche un pizzico di tranquillità, per sua fortuna e bravura subito recuperata, sui prati di Wimbledon, Era una formula particolare, la cui riuscita muoveva però dall’azzeccare una di quelle giornate in cui tutti i colpi restano dentro le righe. Cosa che il kazako d’importazione non è riuscito a replicare ieri, sul cemento indoor di Vienna. A differenza degli US Open non si è dato per battuto, ha giocato bene al servizio, e ha recuperato sin dal game d’avvio alcune situazioni decisamente ai limiti, nelle quali Sinner avrebbe potuto scappargli subito. Due palle break nel primo game, altre tre consecutive poco dopo, per poi offrire il break all’ottavo gioco, e replicare tutto daccapo nel secondo set. Sinner ha sempre comandato e ha mostrato una naturalezza nei turni di servizio a dir poco invidiabile, frutto del gran lavoro svolto in queste ultime settimane. I due hanno chiuso con 21 vincenti a testa, ma Sinner ha commesso pochissimi errori (11 non forzati), Bublik più del doppio (27). Sul servizio le percentuali migliori dell’italiano: a segno Con il 67 per cento delle prime, Jannik ha ottenuto punti nel 93 per cento delle occasioni. Quarantaduesima semifinale, come Panatta e Fognini. Con la differenza che Jannik vi è riuscito a 24 anni. E 19 successi consecutivi sul cemento indoor «E complicato giocare contro Bublik. Al servizio tira fuori sempre qualcosa di speciale. Io ho tenuto molto bene il mio, ho perso solo cinque punti alla battuta. Ci abbiamo lavorato molto. Sono contento dei progressi fatti». In semifinale c’è De Minaur (che ha superato Berrettini), un altro di quelli che “nel nome di Sinner” ha reso più potente il proprio tennis. Ma JS comanda i testa a testa con 11 vittorie. Senza una sola sconfitta.

Vola pure Musetti e oggi sfida Zverev (Roberto Bertellino, Tuttosport)

E’ semifinale per Lorenzo Musetti nel 500 Atp di Vienna, l’azzurro è stato autore di una prova “illuminata” contro il mancino e talentuoso francese Corentin Moutet, questa settimana al best ranking di n. 36 Atp e fresco della finale raggiunta la scorsa settimana ad Almary. […]. Musetti ha aggiunto alla capacità di regalare divertimento a sé stesso e alla platea la continuità e la solidità che lo hanno portato tra i migliori giocatori ciel mondo, dove merita di stare. II carrarino ha trovato anche ieri un ottimo rendimento al servizio, soprattutto nei momenti delicati. Il primo set è stato deciso da un break conquistato dal talento di Carrara nel quarto gioco, e tenuto fino al termine. Propositivo Lorenzo, spesso proiettato a rete e capace di chiudere con colpi di volo di alta scuola, quelli che si posseggono e non si imparano. Grande incertezza nel secondo set, con Musetti chirurgico nei momenti topici del confronto. Sul 4-4 ha giocato un game perfetto in risposta, salendo 5-4 e servizio. «Colpisci» gli hanno gridato dal box e lui lo ha fatto, nonostante l’ottima difesa del francese. Standing ovation per Musetti sul punto del 30-15, poi due match point sfumati e una palla del contro-break annullata. Il terzo match point, dopo un’ora e 41 minuti, è stato il decisivo, con tanto di ace per il 6-3 6-4. Una giornata da archiviare con soddisfazione doppia perché a Basilea i suoi due avversari diretti per l’ingresso alle Finals di Torino, Auger Aliassime e Ruud si sono ritirati, forse precauzionalmente e il “Muso” ha allungato: «Mi sono divertito anche se alla fine ho dovuto salvare una palla break. Ho giocato bene nei momenti importanti. Non voglio fermarmi. Tutti e quattro stiamo giocando bene». Oggi troverà Zverev, non prima delle 16.30: «Un avversario ostico che ha già vinto questo torneo. Sarà difficile ma cercherò di dare il cento per cento». Troppa la fatica accumulata negli ottavi da Matteo Berrettini per avere la meglio su Cameron Norrie. Così nei quarti il 29enne romano, impegnato nell’ennesima “operazione ripresa”, si è arreso all’australiano De Minaur, sul 6-1 7-6. Primo set per il “demonetto”, perfetto in risposta e nel prendere il tempo all’azzurro. Secondo caratterizzato da maggior equilibrio, anche se De Minaur è salito sul 5-3 con un break. Matteo ha reagito, di cuore più che di tecnica, reggendo anche scambi prolungati. Ha annullato un match point e sul 4-5 ha centrato il contro break che ha rimesso tutto in discussione. I due si sono confrontati così nel tie-break e Berrettini è stato subito chiamato al recupero (1-3 prima poi 2-5). De Minaur ha palesato qualche difficoltà in chiusura ma alla fine ha vinto 7-4 la sezione. Berrettini si è poi cancellato dalle qualificazioni del Masters 1000 di Parigi. Meglio pensare a una gestione oculata del proprio fisico, tornerà a Metz, anche in ottica Davis Cup

Grandeur azzurra (Stefano Semeraro, La Stampa)

Sognavamo di avere tre italiani in semifinale a Vienna e ci dobbiamo accontentare di due – Jannik Sinner e Lorenzo Musetti – ma non è una sconfitta. Piuttosto la conferma della grandeur azzurra a due settimane da un finale di stagione che ci giocheremo tutto in casa, fra Torino e Bologna. Matteo Berrettini, il terzo candidato, si è arreso solo al numero 7 del mondo Alex De Minaur (6-1 7-6) e alla stanchezza accumulata nei turni precedenti, ma in riva al Danubio ha ritrovato nervo e fiducia. Ottima prospettiva in vista della Final 8 di Coppa Davis. La notizia più confortante riguarda il “Muso”, in forma davvero splendida. Non solo ha approfittato del ritiro a Basilea di Auger-Aliassime, il più diretto concorrente nella corsa alle Atp Finals, ma in un quarto da pop-corn e applausi si è spolverato di dosso in due set (6-3 6-4) il fastidioso Corentin Moutet, prestidigitatore tascabile tanto tecnico quanto rognoso, tutto tagli, smorzate, servizi da sotto e colpi bassi, portando il suo vantaggio su Aliassime a 480 punti. […]. In semifinale Musetti affronta Zverev, vincitore del torneo nel 2021, che Lorenzo ha battuto proprio a Vienna nella semifinale dello scorso anno, e tre volte su tre negli ultimi due anni. «Sasha è forte e sa come giocare qui, mi aspetto una partita dura. Ma sono soddisfatto di come ho giocato: con pazienza, concentrazione e lucidità sui punti chiave (come sull’unica palla break concessa proprio nell’ultimo game, ndr), cosa per me molto importante. Ora non voglio fermarmi qui». In caso di vittoria Lorenzo supererebbe Shelton, ko a Basilea, e anche De Minaur, se l’australiano si fermerà in semifinale. Jannik Sinner, lui, avanza come un treno, sbaragliando l’auditel – il derby con Cobolli di due giorni fa su Sky ha battuto Roma-Viktoria Plzen con 457 mila spettatori a 364 mila – e macinando avversari. Bublik l’illusionista è uno dei due che quest’anno sono stati capaci di batterlo prima della finale: al 2° turno sull’erba Halle, l’altro è Griekspoor (a Shanghai, ma per ritiro). Sul veloce e al coperto però la Volpe è nella sua tana e il russo-kazako i suoi conigli non è riuscito nemmeno a farli uscire dal cilindro, accontentandosi di una onorevole sconfitta (6-4 6-4), la sesta in otto confronti. Troppo determinato e potente Jannik, granitico persino al servizio: 67 per cento di prime palle, con il 93 per cento di ottenuti sulla prima e l’80 sulla seconda: al servizio in complesso ha perso appena 5 punti in tutta la partita. In tre partite a Vienna ha vinto 27 turni di battuta senza mai concedere una palla break (in carriera non gli era mai riuscito). «Stiamo lavorando sul movimento», spiega. «Abbiamo cambiato qualcosa nel caricamento e l’obiettivo è di variare di più tirando magari meno forte. Non sono ancora del tutto a mio agio con le novità, ma sono felice di come è andata, anche per le percentuali. Sapevo che lui può fare tante cose, ho cercato di rimandare più palle possibile ed essere continuo». La 42ª semifinale Atp della carriera (record azzurro di Fognini e Panatta eguagliato) Jannik la giocherà con la sua vittima preferita, Alex De Minaur, che ha sconfitto 11 volte su 11, l’ultima in Cina in tre set. «Ma sarà difficile, già a Pechino è stata dura. Mi aspetto una battaglia fisica». La Volpe, contro il canguro.

Sinner e Musetti, operazione finale (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

L’Italia del tennis non è solo i numeri-record e la schiacciante solidità di Jannik Sinner ma anche la classe sempre più ordinata di Lorenzo Musetti. […]. SINNER 42 Al di là dell’eloquente 21, come i titoli già conquistati, più di qualsiasi altro azzurro era Open, col 42, come le semifinali di Vienna contro Alex de Minaur – (la vittima preferita con 11/11 nei testa a testa) -, dopo aver imbavagliato la creatività di Aleksandr Bublik per 6-4 6-4, mette l’ennesima pietra miliare. Perché eguaglia il primato nazionale di Adriano Panatta e Fabio Fognini, ma ci arriva già a 24 anni, in quasi 6 stagioni, partendo dal 14 febbraio 2020, al “250” di Rotterdam. Anche se forse quello che più impressiona del 4 volte campione Slam, finalista nel 2025 in tutti i Majors, rimane la capacità di azzerare quanto accaduto fino al momento-chiave, scalando marcia. L’ha fatto con l’ottimo Flavio Cobolli nel tie-breakdi giovedì e s’è ripetuto contro un avversario coriaceo e imprevedibile come Bublik, che pure ha superato 6 volte su 8. Stavolta non lasciandogli spazio al servizio, e quindi perdendo 2 punti con la prima e 3 con la seconda palla e concludendo per la prima volta il terzo match di fila senza concedere palle break. Col 46° successo della stagione (6 ko), 19′ di fila indoor, 43-3 sul cemento da Shanghai 2024 (dopo lo stop con Alcaraz a Pechino). CONTROLLO Sinner frena sempre e comunque: »E’ sempre difficile giocare contro Bublik. Ho cercato di rispondere il più possibile, restando solido. Il servizio è un colpo che continuo ad allenare: non mi sento sempre sicuro, ma oggi è andata benissimo, anche con le percentuali. Contro De Minaur sarà più difficile, la semifinale di Pechino è stata dura e sarà una battaglia di fisico». Soltanto Bublik gli strappa un sorriso alla stretta di mano a rete quando lui gli fa i complimenti per la bella stagione, con 4 titoli, e il russo-kazako gli ricorda i 4 match contro: «Sarebbe statato meglio se non ti avessi incrociato così spesso». SUPER “MUSO” Ottavo nella Race per Torino, Musetti è super motivato nella rincorsa alle Finals accanto a Sinner, già qualificato, che si deciderà solo la settimana prossima nell’ultimo 1000 della stagione a Parigi (che da Bercy emigra alla Defense) e dal ruolo di numero 1 azzurro in Davis a Bologna dopo il nodi Sinner. La sfida contro l’imprevedibile Moutet aggiunge pepe al suo gioco creativo, esaltandolo nei tocchi ma soprattutto nell’attenzione in un match da prendere con le pinze, che diventa uno dei più spettacolari dell’anno. Il braccio d’oro di Carrara gestisce di personalità ed attenzione (»Mi sono imposto di giocare bene nei momenti importanti, non voglio fermarmi») e vince 6-3 6-4. Oggi incrocia Zverev (precedenti 3-1), promosso al Super8 avanzando gratis per la rinuncia di Griekspoor. BERRETTINI & PARIGI Dopo la maratona di tre ore e un quarto per domare Norrie giovedì sera, Matteo Berrettini, a corto di partite, paga lo sforzo contro piè veloce Alex de Minaur e cede 6-2 7-6 dopo un torneo positivo. Nei quarti di Basilea, Aliassime e Ruud, due vincitori della settimana scorsa si ritirano infortunati, mentre Shapovalov abbandona per protesta con l’arbitro ma ritroverà lo stesso avversario, Fonseca, da lunedì a Parigi, con di nuovo Alcaraz e Sinner in gara.

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