ATP Vienna: i demoni non abbandonano Rublev. In serata Zverev vede le streghe ma la scampa
C. Norrie b A. Rublev 6-2 6-7(5) 6-2
La prima testa di serie del torneo a cadere è quella del russo di Andrey Rublev, che a sorpresa cede contro il britannico Cameron Norrie, non certo uno specialista delle superifici indoor. Viene meno così uno dei 4 campioni di questo torneo. Partita con poco senso tecnico-tattico, che merita di essere raccontata piuttosto per gli aspetti psicologici. A vincere è Norrie, ma quello che ci interessa è vedere lo scompaginarsi della mente di Rublev. Il russo dopo una partenza horror, si ritrova in un amen sotto 4-1 e doppio break nel primo set. Apparentemente Andrey sembrava riuscire a gestire le emozioni, come se si trovasse sotto anestesia emotiva. Ma al cedere il doppio break la rabbia è emersa, con la solita scena di racchetta sfasciata.
Ciò che però ha fatto impressione è la sensazione di colpevolezza che ha attraversato la mente del russo, che da quel momento è apparso scarico, nonostante abbia portato la partita al terzo. Sembrava quasi che il match andasse in secondo piano e che la sua mente fosse attraversata dal senso di fallimento, di non essere riuscito a dominare per l’ennesima volta le proprie emozioni.
Primo set – Rublev non pervenuto
Rublev non è in un momento di particolare fiducia e si vede. Parte un po’ contratto cercando subito di trovare la giusta respirazione, Smash sbagliati, dritto che se ne vanno in lunghezza e sono subito 3 palle break messe a disposizione di Norrie. Alla terza cameron breakka tenendo bene dal lato del rovescio e approfittando della prima palla più agevole BREAK NORRIE. RUB 1-2 NOR.
Ci si potrebbe aspettare una reazione da parte di Andrey, che indoor a Vienna comunque ha dimostrato di trovarsi bene. Invece, contro ogni aspettativa è Norrie a continuare a veleggiare senza problemi. Il britannico riesce ad assorbire bene la potenza del russo che proprio non riesce ad incidere ne col dritto ne col servizio. Inevitabile allora il secondo break Norrie. RUB 1-5 NOR. Il set evidentemente ha poco dire. Un dato che rispecchia quanto Rublev sia spuntato in questo primo set è quello della percentuale di conversione da situazioni di attacco, solo un misero 57%, a fronte di una media ATP del 69% e di una media del giocatore russo (sempre dati medi calcolati sulle ultime 52 settimane) del 71%. Evidente che con questo andazzo le cose si mettono male per il russo.
Secondo set – manca il killer instict
Si riprende. Secondo parziale nel quale ci si potrebbe aspettare un qualche tipo di reazione, ma invece niente. Norrie ringrazia e senza colpo ferire si porta avanti di un break in apertura. La china sembra sempre più ripida per il russo. BREAK NORRIE. RUB 0-1 NOR.
Quinto game che suona già come un’ultima chiamata per Rublev se vuole rimanere in scia; si va sul 30-30 con il russo che continua ad apparire scarico sia emotivamente che fisicamente. Sembra quasi che il lavoro psicologico che sta intraprendendo lo stia anestetizzando; effettivamente di fronte al disastro del primo set non si sono viste eruzioni emotive, ma nemmeno timidi segni di risposta. Una sorta di appiattimento terapeutico. per fortuna del russo comunque ci pensa Norrie a dargli una mano mandando fuori un rovescio non difficile. RUB 2-3 NOR.
Da un punto di visto tecnico però per Rublev il problema è anche la risposta che proprio non ingrana. Difficile combinare qualcosa se non si riesce a far partire lo scambio. Anche le statistiche avanzate lo testimoniano, il russo ha un punteggio sintetico di 5, ben al di sotto della media del tour (6,5).
Il secondo continua a scivolare via, con Rublev che continua nella sua postura malinconica, ai limiti della tenerezza. Ormai in un mondo tennistico in cui tutti al primo punto anche indecente mostrano il pugnetto vedere il russo così anestetizzato fa impressione. Forse pure Norrie ne risulta intenerito, al punto da regalare nel decimo game, al momento di servire per il match, il controbreak. Rublev realmente non fa meraviglie, si limita a rispondere che è già una bella novità oggi. Al resto ci pensa Norrie, con discese a rete discutibili ed errori in palleggio. BREAK RUBLEV. RUB 5-5 NOR.
All’improvviso abbiamo per la prima volta nel match un po’ di partita, con i due che impattano e vanno al tie break. Primo minibreak per il russo che adesso appare più incisivo e anche nelle situazioni di recupero sembra muoversi bene. Si gira al cambio campo con Andrey in vantaggio. TB: RUB 4-2 NOR.
Adesso il dritto inside in del moscovita comincia a dare fastidio al suo avversario; il mancino britannico dal lato del dritto è meno solido che dal lato del rovescio e qualcosa concede. Tuttavia, quando Rublev sembra poter prendere il comando delle operazioni, un errore del russo col dritto a campo aperto riporta in parità il tie break. TB: RUB 5-5 NOR.
Norrie però in questo finale di set è in vena di regali e con un doppio fallo consegna un inaspettato set point a Rublev, che con un servizio vncente porta a casa il parziale. SET RUBLEV. Il russo sembra quasi incredulo di essere ancora in partita. Che questo parziale sia andato contro pronostico lo indica anche il fatto che Norrie abbia vinto ben 3 punti in più nel set rispetto al suo avversario.
Terzo set – Rublev affonda definitivamente
lo scampato pericolo sembra finalmente ridare vita al moscovita, che nel game di apertura del terzo set, con Norrie al servizio trova alcuni sprazzi tirata fuori dalla riserva speciale. Norrie però non ci sta e aggrappandosi al servizio tiene il servizio. RUB 0-1 NOR.
Si va adesso un po’ a sprazzi, Norrie non ha più le certezze del primo set e mezzo, mentre Rublev, seppur a corrente alternata trova qualche lampo del suo tennis. Nel secondo game arrivano due palle break per il tennista britannico, ma vengono rispedite al mittente. La terza occasione però è propizia per Cameron: Andrey sbaglia la direzione dell’attacco e si va a cacciare nei guai: Norrie riprende l’inerzia dello scambio e chiude con un dritto carico e stretto. BREAK NORRIE. RUB 0-2 NOR.
Sembra difficile stabilire chi possa prevalere, ma in questa fase Norrie sembra aver ritrovato quel tanto di stabilità in più che serve. D’altro canto Rublev, se da un lato sembra aver ritrovato un po’ di agonismo, dall’altro sembra tornare un po’ a ribollire come ai vecchi tempi, con diversi scambi coloriti al suo angolo, con Vicente, il suo allenatore storico, che rimane impassibile. Si va avanti con un solo break di differenza. RUB 2-5 NOR.
Si arriva così all’ottavo gioco, con Norrie che a questo punto vuole evitare di correre rischi e di fare la fine del secondo set nel quale non ha chiuso al momento di servire per il match. Il britannico va in spinta e si porta 0-40, e triplo match point. Rublev è di nuovo spalle al muro, ma stavolta non riesce ad uscire dalla buca in cui si è cacciato. Basta la prima palla match a Norrie che chiude senza patemi. MATCH NORRIE. RUB 2-6 NOR.
A. Zverev b J. Fearnley 6-2 1-6 7-6 (5)
Ci sono cose che accomunano sia un tennista di elite e un tennista di quarta categoria. Quando perdi fiducia nei tuoi colpi ti rifugi in un gioco sicuro e a più basso rischio. Ma se questa strategia di solito paga ai livelli infimi, a livello ATP di solito non è un grandissima idea. Ed è quello che è successo a Zverev nel suo match di esordio a Vienna. Dopo un ottimo primo set il suo motore ha cominciato a perdere giri e non è poi riuscito a recuperare le sicurezze di avvio match. Onore comunque a Fearnley che ha alzato tantissimo il proprio livello di gioco, approfittando egregiamente degli spazi concessi dal suo avversario. Oggi a Zverev è andata di lusso, ma contro avversari di cilindrata superiore abbiamo seri dubbi che riuscirà ancora a cavarsela.
Primo set – Zverev con il pilota automatico
Vienna è un posto dove storicamente Zverev ha fatto bene e il tedesco sembra intenzionato fin da subito a ben figurare. Pronti, via e subito Zverev esce bene dai blocchi, investendo il suo avversario con tutta la pesantezza dei suoi colpi da fondo. Quando Fearnley non riesce a metere la prima si capisce fin da subito che sono dolori. Per l’inglese servirebbe una grande giornata al servizio anche solo per fare partita pari. Subito palla break per Sasha che approfitta dei nervi tesi in avvio del suo avversario, consapevole di dover giocare la partita perfetta. E i nervi giocano un brutto scherzo a Jacob, doppio fallo e break per il tedesco. BREAK ZVEREV. ZVE 1-0 FEA.
Fearnley entra gradualmente in partita ma il danno ormai è fatto. Inoltre si gioca solo nei giochi di servizio dell’inglese. Nei propri turni di battuta Zverev concede solo le briciole. Se poi si lascia Zverev libero di giocare senza pressione le cose si complicano ancor di più.
L’epilogo non può insomma che essere favorevole a Zverev. Parziale che avrebbe potuto assumere contorni ben più pesanti se non ci avesse pensato la garra agonistica di Fearnley che riesce comunque ad annullare le successive palle break concesse nel corso del set. SET ZVEREV. ZVE 6-4 FEA. Chiave tattica del primo set: la percentuale di prime di servizio del tedesco, 70% in campo, a cui si aggiunge una solida performance da fondo campo. Quando Sasha serve così, indoor, è dura per chiunque.
Secondo set – Un’eruzione di Fearnley
Fearnley per lo meno parte senza l’handicap del break e riesce nel secondo gioco a portarsi a palla break. Novità assoluta per il britannico, prima palla break del match. Qua l’inglese è bravo e fortunato: fortunato a trovare una risposta bloccata di dritto sulla prima del tedesco, che come solito viaggiava oltre i 200 Km/h. Bravo, perchè riesce a trovare poi nel colpo seguente un rovescio lungolinea vincente che lascia secco Zverev. BREAK FEARNLEY. ZVE 0-2 FEA.
Rottura inaspettata e prolungata per Zverev che improvvisamente rischia di andare sotto di un doppio break. Merito anche di Fearnley che gioca un tennis ordinato, concreto che discese a rete giudiziose, trovando ottime chiusure. Sta di fatto però che Sasha appena esce dalla sua confort zone torna a giocare il suo tennis passivo di contenimento che ormai a questi livelli comincia a non bastare più. BREAK FEARNLEY. ZVE 0-4 FEA. Set che insomma ha poco altro da raccontare, Zverev salva l’onore evitando il bagel, ma Fearnley chiude spedito. SET FEARNLEY. ZVE 1-6 FEA.
Terzo set – Testa a testa
Si torna in pista e a questo punto c’è curiosità per vedere se arriva la reazione d’orgoglio del tedesco o se invece Fearnley continua in the flow. Il set scorre sui binari dell’equilibrio con Fearnley che continua a fare la partita. Settimo game nel quale c’è un barlume di opportunità per il britannico che risponde benissimo ma non riesce a capitalizzare e Zverev si cava d’impiccio con un paio di grandi servizi. ZVE 4-3 FEA.
Si comincia ad entrare alla stretta decisiva del match con le palle che cominciano a pesare. Decimo game nel quale Fearnley comincia a perdere la misura e si trova a fronteggiare una palla break che ha il sapore di un match point. Il britannico però non arretra e rimane fedele al tennis che l’ha portato fin qua; gran accelarazione di dritto sulla quale il recupero di Zverev non è sufficiente. Passato lo spavento Jacob va addirittura a prendersi il game con un serve and volley. ZVE 5-5 FEA.
L’impasse insomma non sembra trovare soluzione e come logica conclusione si arriva al tiebreak finale. Ci si arriva anzi con il punto esclamativo, grazie ad una stop volley in allungo di Fearnley che starebbe bene nella bacheca di Carlitos. Primo minibreak del tiebreak a favore di Zverev, erroraccio di Fearnley che però si rifà con un’altra stop volley affatto semplice. TB: ZVE 2-1 FEA. Tie break che prende una brutta piega per il britannico che concede un altro minibreak con un errore di rovescio. TB: ZVE 5-1 FEA. Quando ormai tutto sembra scritto Jacob prova a ribellarsi ad un destino già scritto per l’ennesima volta; il britannico annulla due match point, ma alla fine è Zverev a prevalere. MATCH ZVEREV. TB: ZVE 7-5 FEA