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Altmaier, il sogno Slam e la vittoria che cambiò Jannik Sinner: chi è il prossimo avversario dell’azzurro

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Sono passate poco più di 48 ore dalla finale di Pechino che ha visto trionfare Jannik Sinner, giunto alla volta di Shanghai per difendere il trono nel Master 1000 cinese. La stagione corre in fretta e c’è poco tempo per i festeggiamenti. L’azzurro guarda già al match d’esordio nel main draw, dove sfiderà il tedesco Daniel Altmaier, “vecchia conoscenza” del numero due del mondo.

Non sono molti i tennisti che negli ultimi anni sono riusciti nell’impresa di battere l’altoatesino, numero uno al mondo per 65 settimane consecutive prima di riconsegnare il trono a Carlitos Alcaraz. Il classe ’98 di Kempen rientra in questa breve lista, e l’unica vittoria ottenuta ai danni di Jannik è tutt’altro che di poco conto. Durante l‘edizione 2023 dell’Open di Francia, al secondo turno dello Slam parigino, Daniel Altmaier piegò l’azzurro – al tempo numero 9 del mondo – in cinque interminabili set, scaturendo poi un drastico cambio di rotta nella carriera del giovane talento di San Candido, che prima di allora non aveva mai gettato la racchetta per terra con cotanta veemenza: “Non ero felice in campo e senza motivazioni – confessò Sinner, riguardo il match col tedesco – dopo quella partita mi sono allenato molto. Va bene sbagliare i colpi, anche perdere. Ma bisogna essere felici di essere in campo”. Quella ai danni dell’azzurro fu soltanto la seconda vittoria della carriera di Altmaier contro un Top 10, e d’altra parte, la seconda – ed ultima – sconfitta in un secondo turno del Grand Slam per Jannik Sinner.

Dunque, nella megalopoli cinese, prenderà vita il terzo tete a tete tra Jannik e Daniel, perché, da come avrete intuito, quella del Roland Garros 2023 non è stata l’unica sfida tra i due. L’anno precedente, allo US Open, l’altoatesino impiegò 3 ore e 35 minuti per eliminare Altmaier, sconfitto in cinque set. Insomma Sinner e il tedesco si sono soltanto affrontati nel circuito Major, “sogno proibito” del numero 50 del mondo, che in un’intervista concessa a Tennis Magazin, rivelò: “Voglio vincere un torneo del Grande Slam. Farò qualsiasi cosa per questo. Penso che sia un obiettivo che raggiungerò“. Ambizioni da Top Player e carisma da vendere per Daniel, che però, in carriera, non ha ancora vinto nessun titolo ATP né tantomeno raggiunto una finale. Il tedesco, nato in una famiglia metà russa metà ucraina, ha iniziato a giocare a tennis all’età di 7 anni, e dato l’ampio supporto di papà Jurij e Mamma Galina, Daniel ha tirato dritto per la sua strada, mostrando di avere un talento valido per debuttare tra i professionisti. Il rovescio monomano del giovane tedesco funziona eccome, e Sky Sports Scolarshipsprogetto nato per investire su giovani promettenti – vede qualcosa in più nel ragazzo di Kempen, premiato con una borsa di studio – assieme ad altri undici sportivi in ascesa – che coprì il quadriennio 2017-2020, durante il quale Daniel decise di “migrare” in Argentina per forgiarsi sul mattone tritato del Sud-America.

Daniel, così come ogni atleta del mondo, non è rimasto immune dagli infortuni, e proprio nel 2017, diversi problemi fisici lo hanno costretto ai box per diversi mesi, ma l’aiuto dell’idolo (poi diventato amico) Stan Wawrinka si è rivelato di fondamentale importanza per la svolta di Altmaier: Mi è stato vicino nei momenti difficili. Ci siamo conosciuti al torneo di Ginevra, siamo rimasti in contatto e mi sono allenato una settimana con lui. Nel 2017 ho avuto una lesione al tendine, poi ho avuto un altro incidente, una brutta torsione all’anca durante un Futures in Kuwait. Da lì si è verificato uno squilibrio da cui sono nati una serie di problemi addominali. Stan mi ha fatto conoscere alcuni medici con grande esperienza nel tennis. Non era sufficiente curarmi: avevo bisogno di capire cosa stesse succedendo al mio corpo. Adesso ho scoperto come mai reagisce così in determinate situazioni”.

In Sud-America, il coach Francesco Yunis lo affianca per quattro anni e successivamente, nel 2023, subentra Alberto Mancini, tutt’ora suo allenatore. Gli anni trascorsi nella caliente terra argentina confermano le attitudini del gioco di Altmaier, che si sposa perfettamente col manto rouge, tanto da ottenere come suo miglior risultato nel circuito maggiore due ottavi di finale a Parigi (2020, 2025) e un quarto di finale ‘1000’ raggiunto al masters di Madrid nel 2023. Attualmente, Daniel (ventisette anni) milita nella cinquantesima posizione del ranking (con un best di 47), e nonostante la dose di autostima considerevole, si ridimensiona, procedendo un passo alla volta prima del sogno Slam: “Vorrei essere testa di serie all’Australian Open 2026. Significa che dovrò chiudere l’anno tra i primi 32. Fisicamente non sono secondo a nessuno, quindi negli Slam sento di poter fare il massimo“.

Sul cemento, i numeri del tedesco non sono così vistosi come sulla terra rossa, anche se negli ultimi mesi è riuscito a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. A New York ha messo k.o il talentuoso Medjedovic, per poi rincarare la dose sul “malconcio” Tsitsipas, che non le ha mandate a dire dopo un underarm serve del tedesco, il quale, a fine partita, lo ha dribblato repentinamente celebrando la vittoria senza badare alle lamentele di Stefanos. Dopo l’ultimo Slam dell’anno, lo swing asiatico è iniziato in modo esaltante in virtù del successo ottenuto su Shapovalov a Tokyo, anche se la sconfitta rimediata da Vukic al turno successivo lo ha riportato coi piedi per terra. E adesso Shanghai. Battuto Schoolkate al primo turno, Altmaier sfiderà il numero due del mondo, fresco vincitore della tappa di Pechino. Il ventisettenne non ha ancora avuto l’onore di sfidare Jannik in versione “Sinner”, affrontando soltanto la sua versione embrionale un paio d’anni fa, col quale ha lottato in modo sanguinoso in entrambi match precedenti. Sul cemento cinese, Daniel ha pochissime chance di successo contro il favorito del torneo, ma la personalità al tedesco non è mai mancata, così come la sensibilità di tocco. Se dovesse riuscire a spezzare il ritmo potrebbe persino infastidire Jannik negli scambi, ma in caso di un eventuale “braccio di ferro”, l’azzurro sgretolerebbe rapidamente il muro teutonico, a causa di una sostanziale differenza di velocità.

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