ATP Shanghai: Cobolli manca di intensità, Munar eregge un muro e vince in due set
J. Munar b. [22] F. Cobolli 7-5 6-1
Una giornata no da una parte, una partita giocata in stato di grazia dall’altra. Flavio Cobolli e Jaume Munar. L’italiano e lo spagnolo si sono sfidati al secondo turno del Rolex Shanghai Masters. Era la prima volta che i due si incrociavano in un torneo e ne è venuta fuori una partita piuttosto a senso unico. Per 7-5 6-1, in circa un’ora e mezza, l’iberico ha gestito magistralmente l’esuberanza del suo avversario. Il romano non si è sentito molto a suo agio con le condizioni di gioco (caldo, umidità, campo lento), mentre il numero 40 ATP ha saputo gestirle al meglio, costruendo una barriera difensiva che ha fatto passare molti meno vincenti azzurri di quanti in realtà ci si potesse immaginare.
Dopo Mattia Bellucci e Luca Nardi, quindi, anche Flavio abbandona il 1000 cinese. E conclude così una trasferta asiatica piuttosto breve (causa Laver Cup) che lo ha visto partire col botto a Pechino con la vittoria su Andrey Rublev, per poi continuare con un brutto match contro Learner Tien – come aveva detto lui stesso – e per finire quindi con questa prestazione a Shanghai piuttosto lontana dalle sue migliori, che lo porta a peggiorare il suo record (già negativo) contro i top 40 ATP (ora 21-37).
Munar, invece, ottiene la 16esima vittoria contro un tennista tra i primi 25 al mondo (su 66 scontri complessivi) e torna in positivo per quanto riguarda i confronti diretti nel Tour contro i giocatori italiani (14-13). Con un eccezionale 89% di conversione con la prima di servizio, una sola palla break concessa e annullata, ma soprattutto con solamente 5 gratuiti commessi in tutta la partita (Cobolli ne ha sferrati 20), lo spagnolo avanza al terzo turno, dove sfiderà uno tra Andrey Rublev e Yoshito Nishioka.
Primo set: Cobolli poco brillante, Munar è più costante
L’inizio di Cobolli è un po’ sottotono. Il 23enne romano fatica un po’ nello spostarsi brillantemente come fa di solito. Sembra un po’ affaticato dalle calde e umide condizioni si gioco. Gli scambi sono molto intensi sin dal primo punto e nel secondo game il campione dei tornei di Bucarest e Amburgo concede subito due palle break. Ma le cancella con attenzione e i due iniziano ad alternarsi con regolarità vincendo i rispettivi turni di servizio. Il campo è piuttosto umido (oltre che lento) e Munar a un certo punto si mette pure ad asciugare la linea di fondocampo del suo avversario, oltre che la sua.
Ma questo gesto non imbonisce di certo il numero 25 al mondo, che continua a tenere bene, con grinta e cattiveria tennistica i suoi game in battuta. Come d’altronde fa anche il 40esimo giocatore in classifica. Ed è proprio quest’ultimo ad accaparrarsi il set. Nel 12esimo game il semifinalista del 500 di Dallas prende in mano il pallino degli scambi, cerca l’aggressività e la ottiene anticipando le manovre di gioco. Si procura la terza palla break della frazione e, questa volta, la trasforma. Dopo circa cinquanta minuti, il parziale è suo per 7-5.
Secondo set: Munar è inscalfibile, Cobolli non riesce a impensierirlo
A seguito di un ‘toilet break’ del 28enne spagnolo, idue tornano in campo. E la musica che sta suonando già da qualche minuto continua pure nei primi giochi della seconda frazione. Munar è un muro in difesa e fa giocare quante più palle possibili a Cobolli, che dal lato suo sembra avere poca intensità quest’oggi. A momenti costruisce bene i punti, ma è quasi sempre lui il primo a sbagliare. Ed è anche il primo a cedere la battuta. Nel secondo game offre due opportunità di break all’iberico, che alla seconda chance converte grazie a un doppio fallo conclusivo di Flavio, per poi salire sul 3-0 uscendo vincente da un 30-30 nel terzo gioco.
Nonostante provi a rimanere in scia cercando di non abbattersi, il romano è vittima del tennis solidissimo del rivale, che riesce a tramutare con facilità la fase di difesa in quella di attacco, stupendo a più riprese il suo avversario con vincenti in corsa. Cobolli è sempre di più rassegnato e regala così il secondo break del set. Nel cambio di campo prepara già le borse per uscire dal rettangolo da gioco. E lo fa poco dopo, perché a seguito di un’ora e mezza di partita – con una palla break non sfruttata nell’ultimo game – esce sconfitto con un netto 7-5 6-1.