Rassegna stampa – BJK Cup, secondo titolo consecutivo per l’Italia
Divine (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Lo hanno fatto ancora una volta le tenniste italiane, la seconda consecutiva, la sesta nella storia del nostro sport. La Billie Jean King Cup, la massima competizione mondiale a squadre, resta, e questa volta a sorpresa, a casa nostra. Una grande impresa quella delle azzurre del tennis, dirette da una super capitana come Tathiana Garbin e guidate sul campo da una sempre più affidabile e sicura Jasmine Paolini. Se lo scorso anno la cavalcata verso il trionfo della nostra nazionale era stata facilitata anche da un tabellone con match assolutamente alla portata, il successo del 2025 è stato raggiunto dopo essere riusciti a superare squadre di livello assoluto. In finale addirittura le avversarie degli Stati Uniti, grandi favorite della vigilia, sono state annichilite e asfaltate, la Navarro numero 18 Wta e la Pegula numero 7, mettendo in campo la Cocciaretto, numero 91, e la Paolini, numero 8. Oltretutto le nostre portavano sulle spalle il peso non indifferente di precedenti assolutamente negativi […]. Aver alzato nuovamente al cielo il trofeo è la fotografia di quanto è accaduto a Shenzhen […]. Fa molto piacere per Jasmine Paolini. La troppa pressione sulle spalle di chi si poteva sentire quasi in obbligo di dover ripetere le fenomenali finali di Parigi e Wimbledon raggiunte lo scorso anno, unita al cambio dell’allenatore, probabilmente l’avevano portata a sbandare un pochino e non avere quella continuità di risultati che aveva esibito l’anno precedente. Invece ha dimostrato ancora una volta di essere una numero uno sotto tutti i punti di vista per la tranquillità che riesce a dare alle compagne e per la garanzia di risultati che riesce a portare in dote. L’exploit vero e proprio è stato quello di Elisabetta Cocciaretto, […] capace di battere […] Emma Navarro. Al di là della vittoria, quello che fa piacere è la qualità del gioco che ha messo in mostra: non si batte una giocatrice di quel livello se non si possiedono quelle qualità che evidentemente nelle gare a squadre emergono in maniera ancora più prepotente. Sappiamo che in campo vanno le giocatrici e che sono loro le principali attrici del gioco, e per questo è giusto che vadano a loro gli applausi maggiori, ma una nota di merito va sicuramente alla capitana Tathiana Garbin, che senza ergersi a protagonista assoluta, riesce sempre con classe, il dovuto tatto e una grande sensibilità a rimanere nel proprio ruolo ma al tempo stesso a portare queste ragazze a limiti assoluti. Bissare un successo non è mai facile, ma le ragazze si sono portate avanti con il lavoro e a questo punto tocca ai maschietti emulare le connazionali e cercare anche loro di doppiare quanto fatto nella passata stagione […]. […]
La coppa è ancora nostra (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Dall’esordio tutto cuore contro la Cina, alla rimonta da brividi con l’Ucraina, fino al dominio totale sugli Stati Uniti: l’Italia di Tathiana Garbin è di nuovo campione del mondo. […] Se lo scorso anno le ragazze avevano saputo reggere la pressione del pronostico favorevole contro la Slovacchia, stavolta si sono superate ulteriormente, annichilendo sul campo le super favorite di questa BJK Cup: quelle che «non erano arrivate a Shenzhen per accontentarsi di una finale». Eppure le americane di Davenport […] hanno scoperto di non essere squadra, soprattutto nel momento della tempesta firmata Paolini e Cocciaretto. E forse quel concetto di team, di famiglia, non è solo una bella frase fatta da spendere nei momenti di gloria. Perché mentre Cocciaretto, numero 91 del mondo, ha lavorato un’intera settimana per uscire dalla zona di comfort e farsi trovare pronta, le fortissime Navarro e Pegula hanno palesato le stesse difficoltà dal martedì alla finale […]. Questo non può essere un caso, ma d’altronde è lampante ciò che Tathiana ha saputo creare. Le azzurre, anche quando non saranno le più forti, saranno di certo il gruppo più compatto. Quello che, più di ogni altro, ha saputo far innamorare il pubblico cinese. «Se mi avessero detto che sarebbe finita 2-0 per noi? Non me lo sarei mai aspettato, ma abbiamo giocato due match perfetti – ammette Jasmine -. Lo scorso anno sapevamo di partire un po’ favorite in finale, mentre n questa volta ci aspettavamo una battaglia vera. Onestamente non potrei essere più contenta della mia prestazione». E in effetti, tra Cocciaretto e Paolini, è una gara a chi ha brillato di più. La prima ha annullato sotto ogni aspetto tennistico Emma Navano (n.18), battendola con un doppio 6-4. La marchigiana ha tratto il meglio dalla sconfitta con Kostyuk, replicandone l’atteggiamento offensivo, rapido di gambe e di braccio. Navarro è così rimasta prigioniera della propria inerzia, incapace di reagire, schiacciata da un’avversaria che non si aspettava così pronta, così forte. Lo stesso copione si è ripetuto con Paolini, che prima di ieri aveva perso tutti i cinque precedenti con Jessica Pegula. Una sfida tra Top 10 – l’americana è numero 7 WTA – ma in campo è stato un monologo della toscana, lucida nello smontare una delle giocatrici più solide del circuito per 6-4 6-2. […] «Mi sono innamorata del ruolo di capitano. Il mio sogno era trasmettere ciò che avevo imparato, ma quello che abbiamo raggiunto va oltre ogni immaginazione. Sono circondata da un gruppo straordinario», racconta un’emozionata Garbin, vincente in ogni sfumatura del gioco e della vita. Le sue parole si concretizzano nelle gesta delle altre protagoniste. Sara Errani, garanzia in doppio e colonna fuori dal campo, capace di tenere sempre alta l’energia emotiva del gruppo. Tyra Grant, talento purissimo, capace di strappare almeno un “wow” a tutti nel corso di questi giorni. E infine Lucia Bronzetti, decisiva lo scorso anno, purtroppo condizionata da dei malanni che non le hanno consentito di giocarsi al meglio le proprie chance. Eppure, al netto di una comprensibile delusione iniziale, ha saputo lasciare l’ego nello spogliatoio. È così rimasta accanto alle compagne, cosa che l’anno prima aveva fatto altrettanto bene Cocciaretto. Per tutto questo, i complimenti del presidente Sergio Mattarella non possono che essere meritatissimi. Il prossimo anno sarà di nuovo accoglienza al Quirinale. E chissà che non possano unirsi anche i ragazzi della Davis, che a novembre, difenderanno il titolo a Bologna.
Che cuore, le azzurre sanno solo vincere (Stefano Semeraro, La Stampa)
«Stavo pensando di smettere con il tennis», confessa Sarita Errani un minuto dopo il secondo successo consecutivo dell’Italia in Billie Jean King Cup, il sesto in assoluto (il primo nel 2006) su otto finali, e il suo quinto personale. «Ma come si fa, se continuiamo a vincere?». Ecco, centrato il punto: l’Italia ha disimparato a perdere. Alle Final 8 di Shenzen stavolta le ragazze irriducibili di Tathiana Garbin erano arrivate da campionesse in carica ma non da favorite, e subito nei quarti avevano rischiato grosso, proprio nel match in apparenza più comodo, rimontando contro la Cina due partite in apparenza già perse con Cocciaretto e Paolini. In semifinale contro l’Ucraina è stata Sara, il filo rosso che unisce almeno due grandi stagioni del nostro tennis […] a portare in coppia con Jasmine il punto decisivo in doppio dopo l’ennesima remuntada stracciacoronarie della sua compagna. In finale Sara, 38 anni, non ha avuto bisogno neppure di scendere in campo: ha ceduto il ruolo di protagonista ad Eli Cocciaretto, strepitosa contro la Navarro (6-4 6-4), e di nuovo a Jas, che ha soffocato con il suo tennis champagne l’incredula n. 7 del mondo Jessica Pegula (6-4 6-2); ma dalla panchina è stata comunque la prima tifosa, a fianco di Lucia Bronzetti e alla matricola Tyra Grant, oltre che una capitana aggiunta. […] Il 2-0 senza perdere un set con gli Usa che schieravano due top 20 è solo l’ultimo capolavoro di una settimana di ordinaria eccellenza. «Dispiace perdere – ammette pure la capitana Usa Davenport – ma l’Italia ha giocato benissimo». L’unico difetto è proprio questo: farci sembrare normali anche le grandi imprese, o sottovalutare una stagione come quella della Paolini che pur senza ripetere gli exploit del 2024 ha portato a casa il trionfo in singolare e doppio a Roma e quello collettivo di ieri, e punta alle Wta Finals. «Stavolta non pensavo di vincere, è incredibile avercela fatta così», confessa Jas. «La dedica è per il nostro vero segreto: il team che ci segue tutto l’anno ma che resta dietro le quinte». La “Coccia” contro la Navarro è riuscita a fare «tutto quello che non mi era riuscito in semifinale, e stringere questa coppa – dice – è l’emozione più grande che c’è». […] «Con queste ragazze stiamo scrivendo la storia», dice Tathi Garbin. Quella piccola del tennis, certo. Ma che soddisfazione poterlo dire.