Rassegna stampa – Bjk Cup, appuntamento finale
Appuntamento finale (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Solo il meglio. Italia contro Stati Uniti, ovvero la forza della continuità e il peso della tradizione. La Billie Jean King Cup celebra la finale più scintillante (appuntamento alle 11) , tra le azzurre detentrici del titolo (e all’ultimo atto per il terzo anno di fila) e il team con più successi nella storia della manifestazione (18), nonché quello che per media complessiva del ranking delle convocate si meritava alla vigilia lo status di favorita. Le favolose ragazze della capitana Tathiana Garbin, però, possono affidarsi alla cabala, che con la sua aura può sempre scombinare gli equilibri: abbiamo già affrontato due volte le statunitensi in finale, nel 2009 e nel 2010, e sono state due vittorie per noi. Il conforto dei precedenti più recenti rappresenta uno stimolo ma non può certo garantire analogo risultato anche oggi. Pegula e Navarro, le singolariste americane, sono la n.7 e la n.18 Wta (Paolini è n.8, la Cocciaretto 91), e la Townsend è la più forte giocatrice del mondo in doppio secondo la classifica: non solo, la Pegula è avanti 5-0 nei precedenti con Jas, che sfiderà nel secondo, delicatissimo match. E tuttavia, nel gorgo delle emozioni di una gara a squadre, così diversa nello spirito dall’individualismo dei tornei, le differenze si annacquano, le motivazioni si amplificano, i pronostici possono saltare in aria. L’Italia nelle sfide con Cina e Ucraina ha portato in campo una qualità che può decidere le partite come e più di una strategia azzeccata. Si chiama cuore. Che rende orgogliosa a prescindere la ct Garbin, condottiera di un gruppo capace di rimanere ai vertici da tre anni (finale persa con il Canada nel 2023, finale vinta contro la Slovacchia nel 2024) e cementato da un’amicizia e da una comunione d’intenti più solide di ogni difficoltà attraversata: «È un momento incredibile per il nostro tennis, le ragazze hanno dimostrato cosa voglia dire lottare, dare tutte se stesse per il proprio paese. Siamo orgogliose di essere in finale. Hanno dimostrato di essere unite, ogni vittoria è di tutte. Sono contenta di avere queste giocatrici con me, lottano su ogni palla e ogni volta che indossano questa maglia ci mettono un surplus di energia. Confermano continuamente quanto si possa essere forti quando si è unite all’inseguimento dello stesso sogno. E io sono fortunata ad essere qui accanto a loro a godere di questi momenti». […] La forza di un gruppo riconosciuta pure dalle avversarie: «L’Italia è un’avversaria difficile da affrontare — analizza Lindsay Davenport, capitana degli States — perché dispone di ottime giocatrici e di un doppio molto attrezzato, che può far la differenza. Ma noi abbiamo immaginato la finale fin dal giorno del sorteggio. Perciò sono orgogliosa delle mie ragazze, sono uscite da momenti difficili contro la Gran Bretagna, ma ora non vogliamo fermarci qui». Come gli Highlander, però, alla fine ne resterà solo una.
Garbin, grande orgoglio: “Italia, col cuore puoi” (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Una top 10 (Jessica Pegula n.7 del ranking Wta) e una top 20 (Emma Navarro n.18), più altre due top 50 della classifica individuale (McCartney Kessler n.38 e Hailey Baptiste n.50) e la n.1 del mondo in doppio (Taylor Townsend). Ecco l`istantanea degli Stati Uniti, la montagna impervia che l`Italtennis deve scalare se vuole conservare il trofeo di Billie Jean King Cup conquistato lo scorso novembre a Malaga. Nel rispetto delle previsioni la squadra capitanata da Lindsay Davenport […] alla Shenzhen Bay Sports Centre Arena nel penultimo atto ha sbarrato la strada alla Gran Bretagna, orfana di Emma Raducanu. Non è stata però una passeggiata di salute, se è vero che Navarro è stata sotto di un set e di un break per due volte contro Sonay Kartal (n.82) prima di imporsi in rimonta per 3-6 6-4 6-3, e analogamente Pegula è riuscita a prevalere solo alla distanza (3-6 6-4 6-2 il punteggio) su Katie Boulter (n.51). Affermazioni che hanno spalancato al team a stelle e strisce le porte della 31a finale in assoluto in questa competizione, la prima dal 2018, dove le americane inseguono con determinazione il 19° titolo (nel 2017 l`ultimo). Significative le parole della Davenport: «L`Italia sarà un`avversaria difficile da affrontare – riconosce l`ex n.1 del mondo – perché dispone di ottime giocatrici e di un doppio molto attrezzato, che può far la differenza. Noi daremo tutto, poi vedremo quel che succederà. Sono orgogliosa delle mie ragazze e del modo in cui hanno reagito, ma ora non vogliamo fermarci qui: sarebbe bellissimo alzare la Billie Jean King Cup». Altrettanto però può dirsi per le campionesse in carica, capaci di raggiungere la terza finale di fila, l`ottava di sempre nel campionato per nazioni in rosa, dove l`Italia cerca il sesto successo nella propria storia. […] In caso di trionfo bis, le azzurre diventerebbero la prima squadra a completare la doppietta dai tempi della Repubblica Ceca, anche l`ultima nazione a raggiungere tre finali consecutive (vincendole tutte tra 2014e 2016). Il bilancio dei testa a testa pende dalla parte degli States, in vantaggio 9 a 5, però sono state all`insegna del tricolore le ultime cinque sfide (nel 2003 l`ultimo successo yankee). Per riuscire ad allungare questa serie positiva Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani, ma anche Lucia Bronzetti e Tyra Grant, dovranno ancora una volta attingere a quella carica di energia supplementare che le alimenta quando vestono la maglia azzurra. «Stiamo per disputare una partita importante, che avevamo sognato e abbiamo conquistato con tanto impegno, tanta fiducia e tanta unione – ricorda la capitana Tathiana Garbin – e grazie all`apporto di tutte le componenti che durante l`anno lavorano sempre all`unisono. Mi sento davvero orgogliosa e onorata di rappresentare l`Italia e di stare accanto a queste ragazze straordinarie. Penso che in queste manifestazioni ci sia bisogno di tanto cuore e attaccamento alla maglia. A volte il tennis non arriva subito, la tensione rappresenta un ostacolo notevole da superare, però noi italiani come popolo abbiamo sempre la voglia di reagire e rialzarci con grande onore e determinazione».
Billie Jean King: “Le azzurre interpretano il vero spirito di squadra” (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
«Per il momento è stata una competizione incredibile. Vedere l`Italia rimontare l`Ucraina è stato fantastico, così come è stato avvincente il 2-0 contro la Cina: una sfida che avrebbero anche potuto perdere 2-0. Lo stesso è accaduto agli Stati Uniti nella semifinale contro la Gran Bretagna. La finale? A questo punto mi aspetto una lotta». Non solo è onnipresente sugli spalti, ma vive il tennis e tutto ciò che lo circonda con un`energia ineguagliabile. A 81 anni, Billie Jean King continua a battersi per ciò in cui crede e guarda sempre avanti. Parla della competizione a lei intitolata, ormai dal 2020, con grande emozione, anche se la chiama ancora “Fed Cup”. E proprio lei, nel 1963, con gli Stati Uniti d`America fu la prima a incidere il proprio nome sulla Coppa.
Che ricordi ha di quel primo successo con la sua nazionale?
Io dissi subito alle mie compagne che dovevamo essere le prime a mettere il nome sul trofeo. Loro non ci diedero peso, ma subito dopo il successo nella finale con l`Australia mi diedero ragione. Entrammo nella storia e nella mia vita le colleghe con cui ho avuto un rapporto più speciale sono quelle con cui ho giocato in nazionale.
Cosa rende unica la Billie Jean King Cup?
Condividere lo spogliatoio con una squadra è qualcosa di ineguagliabile. Negli altri tornei non solo sei sola, ma condividi gli spazi con la tua avversaria. Alla finale di Wimbledon, durante un rinvio per pioggia, ricordo di aver diviso lo spogliatoio con Chris Evert. Eravamo rimaste solo noi, e le nostre madri avevano portato del cibo. C`era un clima cordiale, ma fu comunque strano. Vivere la squadra è un`esperienza speciale.
Direi che l`Italia interpreta questa filosofia alla perfezione.
Quando le osservo vedo una famiglia. Non importa dove si trovino, si guardano sempre le spalle a vicenda. Garbin è una
grande capitana e una grande persona: ogni anno mi regala la giacca della nazionale. In questa competizione non è solo questione di classifiche. E quando un capitano decide, le ragazze devono saper lasciare il proprio ego nello spogliatoio. Per questo è importante essere unite. E poi tra uomini e donne sembra non sappiate più perdere (ride).
Quanto si è divertita durante Italia-Ucraina?
È stata una sfida incredibile, che si è conclusa con un grande doppio. Paolini è andata fuori di testa con il tifo del pubblico cinese. A fine partita ha regalato palline, polsini, asciugamani… ci mancava solo dicesse “tenete anche le mie racchette” (ride). E poi c`è Errani, che ha vinto il doppio misto a New York. Quella finale è il match più divertente che io abbia mai visto. […]
La rivalità tra Sinner e Alcaraz?
È davvero qualcosa di incredibile, esattamente ciò di cui il tennis ha bisogno. Il tour maschile negli ultimi 20 anni è stato fortunato, una rivalità così servirebbe anche al tennis femminile. Se penso a quelle del passato, Navratilova ed Evert hanno giocato 80 volte contro, non c`è stato nulla così. Jannik e Carlos poi hanno due stili differenti, proprio per questo è interessante. Se arrivasse un terzo sarebbe ancora meglio, come è stato con Djokovic.
Sui suoi social tiene in evidenza la foto dell`incontro con Jannik.
È un ragazzo fantastico. Quando l`ho conosciuto è venuto a presentarsi e ha fatto lo stesso stringendo la mano a tutti i presenti. Sa a quanti tennisti ho visto farlo? Zero. Lui è arrivato “piacere, sono Jannik” e la mia reazione è stata “sì, più o meno so chi sei” (ride). Questo episodio dice tanto di lui. […]
Jasmine & co. all’assalto della Billie Jean King Cup (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Oggi alle 11 l`Italia vive l`ennesima giornata storica, con la terza finale consecutiva delle splendide ragazze di Tathiana Garbin nella Billie Jean King Cup a Shenzhen, in Cina. Nel delicatissimo confronto con l`Ucraina, le campionesse uscenti partivano
col tranquillizzante vantaggio del doppio, con le olimpioniche Sara Errani e Jasmine Paolini – straordinaria nel tornare in campo mezz`ora dopo la vittoriosa maratona di singolare -, stavolta invece non avranno certezze contro gli Stati Uniti, che hanno rimontato con due singolari simili le britanniche Kartal e Boulter. Perché, nell`eventuale doppio di spareggio, sull`1-1 dopo i due singolari, la coppia Jessica Pegula-Taylor Townsend è esperta e ancor più temibile sul veloce. E, sulla carta, i singoli sono anche più temibili. […]
Sinner sbarca a Pechino (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Icona mondiale. Dopo aver presentato la sua fondazione a Milano, Jannik Sinner è salito su un aereo in direzione Cina ed è atterrato a Pechino. L’accoglienza da parte dei fan locali è stata quella che viene riservata solamente alle star di un certo livello. Abbracci, sorrisi e persino regali personalizzati hanno caratterizzato l`arrivo dell`azzurro in Oriente. Proprio in aeroporto, ancora con le valigie in mano, Sinner si è sdebitato per il caloroso benvenuto pronunciando una frase in cinese. Il numero due del mondo sarà ai nastri di partenza dell`ATP 500 di Pechino (25 settembre-1° ottobre) e del Masters 1000 di Shanghai (1°-12 ottobre), dove lo scorso anno raggiunse due finali. Se la trasferta negli Stati Uniti aveva sancito il ritorno nel team del preparatore fisico Umberto Ferrara, quella in Cina coincide con un`altra new entry nello staff dell`azzurro. Si tratta del fisioterapista Alejandro Resnicoff, già presente alle spalle di Jannik in un video prima della partenza, intento a parlare con il manager Alex Vittur. I rumors sono stati confermati: Sinner accoglie nella sua squadra il professionista argentino, che vanta un`esperienza ventennale nella ATP e ricoprirà un ruolo fisso. Quella di Resnicoff non è una scelta casuale dato che l`azzurro aveva già avuto modo di essere trattato da lui in alcuni tornei importanti, come ad esempio quest’anno a Wimbledon, quando aveva accusato un problema al gomito nella sfida contro Dimitrov. […]