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L’ultima speranza di Kokkinakis: “La mia carriera era a rischio, mi hanno tagliato via metà pettorale”

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Thanasi Kokkinakis ci riprova, probabilmente per l’ultima volta. Il 29enne di Adelaide, dopo una carriera contrassegnata dai problemi fisici, lo scorso febbraio ha deciso di giocarsi la carta di un’operazione molto complicata, con lo scopo di provare a concludere la carriera in campo, ma con il sorriso, senza più il dolore degli infortuni e della quotidianità più fastidiosa. Si è trattato di “un intervento di riattacco del muscolo pettorale”.

“È un rischio che ho deciso di correre, sapendo che forse non avrei avuto un’altra possibilità” ha raccontato venerdì Kokkinakis all’AAP. “Nessun tennista si era mai sottoposto prima a questo tipo di intervento chirurgico, quindi è stato un azzardo. E la parte difficile, in un caso del genere, è rappresentata dal fatto che non puoi confrontarti con nessun altro su cosa aspettarti. E’ stata un’operazione più unica che rara, ma non volevo continuare a fare quello che stavo facendo, ovvero giocare con il dolore che ho dovuto sopportare nel corso degli ultimi anni, quindi ho voluto rischiare e vedere come sarebbe andata”.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

Thanasi – ormai sprofondato al numero 296 del ranking mondiale – non scende in campo dall’Australian Open, quando venne sconfitto in cinque set da Jack Draper: Ho giocato con una rottura del pettorale per buona parte degli ultimi quattro o cinque anni. Se provavo a giocare una partita lunga, o una al meglio dei cinque set, o anche solamente due match di fila, il braccio si gonfiava, e non riuscivo più a giocare, oppure magari continuavo e poi, per forza di cose, dovevo ritirarmi”.

“Non ce la facevo più: non volevo più passare attraverso tutto questo solamente per partecipare, vincere una bella partita e poi dovermi ritirare. Volevo provare qualcosa di nuovo per vedere se la situazione potesse davvero migliorare, e alla fine mi hanno rimosso un sacco di tessuto cicatriziale e mi hanno tagliato via metà del pettorale destro. Poi mi hanno impiantato un allograft — cioè il tendine d’Achille di un donatore deceduto— per collegare il mio pettorale lacerato alla spalla”.

LA RIABILITAZIONE E IL RIENTRO IN CAMPO

Si è affidato allo stesso specialista che aveva già eseguito interventi chirurgici risolutivi alla spalla su Pat Rafter e Shane Warne (leggenda del cricket australiano). Adesso Thanasi si sente meglio, sta provando a rientrare in campo e nel corso di questa settimana si è unito, a Sydney, alla sua squadra di Davis (che tra sabato e domenica affronterà il Belgio, con l’obiettivo di qualificarsi alle Finali di Bologna), mettendosi a disposizione come sparring partner di lusso.

“Sì, mi sento abbastanza bene. Sono rientrato in campo un paio di settimane fa, ho ricominciato ad allenarmi seriamente e i miei colpi da fondo sono quasi tornati al 100%. La parte più complicata è rappresentata dal servizio, quindi è su quello che sto lavorando per recuperare. Vedremo. Il mio obiettivo è quello di tornare in campo nel 2026 ma a dire il vero mi sto godendo il momento, la ripartenza da zero, il poter giocare senza dolore, cosa che non sono quasi mai riuscito a fare in carriera. Mentalmente sto bene, anche se chiaramente se non riuscissi a tornare alle gare all’inizio del 2026, con tutta la stagione australiana, beh, sicuramente sarebbe dura da digerire. Ma voglio farcela, ci credo”.

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