Landry Shamet, dai parquet NBA ai campi dello US Open: ora è fotografo ufficiale della USTA
Non era lì solo per godersi lo spettacolo del tennis come semplice spettatore. Landry Shamet, guardia NBA dal 2018 e fino a pochi mesi fa in forza ai New York Knicks, è stato avvistato durante il weekend conclusivo dello US Open 2025 non sugli spalti, ma a bordo campo. Non per un cameo o una comparsata mediatica: Shamet era lì come fotografo ufficiale della USTA (U.S. Tennis Association), impegnato a documentare due delle finali più attese dell’anno, quella femminile tra Aryna Sabalenka e Amanda Anisimova e quella maschile tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.
Una scena inedita per molti, ma non per chi ha seguito il percorso parallelo che Shamet ha intrapreso lontano dai riflettori del basket. La sua passione per la fotografia è iniziata circa quattro anni fa, su consiglio di un amico. Da allora, scatto dopo scatto, ha affinato la tecnica e stretto legami con fotografi professionisti. La sua dedizione lo ha portato a collaborare già nel 2024 con lo Slam americano, in quell’occasione senza compenso, coprendo alcuni match della prima settimana.
A confermare il talento di Shamet con la macchina fotografica in mano è Jen Pottheiser, fotografa senior della USTA: “È davvero un appassionato di fotografia” ha dichiarato all’Associated Press. “Fa delle foto incredibili. È sinceramente un ottimo compagno di squadra. Sono sicura che qualsiasi newyorkese lo sappia“. E i risultati si vedono: i suoi scatti pubblicati su Instagram raccontano non solo l’intensità del tennis d’alto livello, ma anche un occhio già maturo nella composizione e nell’uso della luce, elementi non scontati per chi viene da un mondo apparentemente così distante come l’NBA.
Shamet, attualmente free agent, non ha ancora firmato con una nuova squadra per la prossima stagione, ma non nasconde il desiderio di tornare ai Knicks. Tuttavia, non esclude che in futuro possa avere altri piani per lui: “Credo che da quando ho preso in mano la macchina fotografica, non prevedo un giorno in cui la metterò giù” ha raccontato. “Anche quando siamo in viaggio, ho sempre una macchina fotografica con me. Che si tratti di un semplice hobby, o di fare cose che poi appendo al muro di casa, la terrò sempre con me“
Mentre Shamet ha vissuto un’esperienza impeccabile e professionale allo US Open, non tutti i fotografi a Flushing Meadows si sono distinti per discrezione. Durante le fasi iniziali del torneo, il fotografo Selcuk Acar è finito al centro di una polemica dopo essere entrato in campo in modo teatrale durante un match point, disturbando clamorosamente Daniil Medvedev.
La reazione del campione russo è stata furiosa, e l’incidente ha portato all’espulsione immediata di Acar e alla revoca dell’accredito, nonostante il fotografo si sia dichiarato innocente. Una vicenda isolata ma rumorosa, che non ha però intaccato l’impronta più autentica lasciata da Shamet: quella di un atleta che, a bordo campo, ha saputo reinventarsi dietro l’obiettivo.