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US Open, Sinner domina il derby con Musetti: è semifinale!

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J.Sinner b. L.Musetti 6-1 6-4 6-2

Alcune partite si raccontano da sole, senza bisogno di forzare la narrazione. Questo derby italiano allo US Open, quarto di finale sullo spettacolare palcoscenico dell’Arthur Ashe, è stato una di quelle. Due ore appena, 1h59’ per la precisione, sono bastate a Jannik Sinner per confermare la sua supremazia, archiviare la pratica Musetti e guadagnarsi la seconda semifinale consecutiva a Flushing Meadows.
Il punteggio parla chiaro: 6-1 6-4 6-2. Tre set che raccontano la stessa storia, con piccole variazioni sul tema, sempre a favore del numero uno al mondo. Musetti ha provato a rimanere in scia, soprattutto nel secondo set, quando è riuscito a dare la sensazione di poter allungare la contesa, ma il doppio fallo nel momento cruciale e, soprattutto, le sette palle break non trasformate in tutta la partita pesano come un macigno.
Dall’altra parte, invece, la misura del campione sta proprio lì: sette volte chiamato a difendersi, sette volte uscito indenne grazie al servizio e alla solidità dei colpi. La differenza, più che nel punteggio, sta nel modo in cui Sinner ha saputo mantenere il controllo, senza mai lasciare spiragli reali al rivale.
Musetti si è aggrappato al suo tennis, ha cercato variazioni e qualche invenzione per spezzare il ritmo, ma contro questo Sinner non basta. La sua prima volta sull’Ashe si chiude con rammarico e consapevolezza: serviva un’impresa, non solo una buona prestazione.
Così Sinner, con passo deciso e autorevolezza crescente, si prende ancora una volta un posto tra i migliori quattro di New York. Ad attenderlo, in semifinale, ci sarà Felix Auger-Aliassime, capace di battere nel pomeriggio Alex De Minaur. Sarà un’altra sfida dal peso specifico enorme, ma se il livello resta quello visto contro Musetti, Jannik sa già di avere in mano il timone della sua corsa.

Primo set: Sinner travolgente, Musetti in apnea

Musetti vince il sorteggio e sceglie di ricevere. La partenza, però, è tutta di Sinner: due ace lo lanciano subito avanti e gli consegnano il primo game. L’altoatesino spinge con profondità e ritmo, Musetti inizialmente regge lo scambio ma la pressione costante del numero uno al mondo finisce per farsi sentire. Alla prima occasione utile arriva il break: un rovescio di Lorenzo vola via, e Jannik sale 2-0.
Il vantaggio viene consolidato senza tremare, con il servizio che regala il 3-0 nonostante un paio di sprazzi di qualità di Musetti – tra cui una splendida volée e un passante incrociato che strappano applausi. Ma l’assolo di Sinner non si ferma: nel quarto game Lorenzo fatica a trovare continuità con la battuta, e se giochi con il numero 1 al mondo, questo numero 1, batterlo non è difficile: è impossibile. Il punteggio vola rapidamente sul 4-0.
Il bombardamento continua: un turno di servizio tenuto a zero da Sinner apre il 5-0, con Musetti che raccoglie appena cinque punti in tutto il set contro i venti del rivale. Uno scarto che fotografa perfettamente l’andamento del match fino a questo momento che ha solo una direzione.
Finalmente il carrarino trova un po’ di ossigeno appoggiandosi alla prima di servizio, accorcia sul 5-1 provando a riprendere in mano un match che sembrava alla deriva. Il finale però è scritto: Jannik non sbaglia nulla, e con un ace al primo set point archivia la pratica primo set in 27 minuti, 6-1.

Secondo set: Musetti  prova a resiste, ma Sinner ha un’altra velocità

Il secondo set parte meglio per Musetti, che sembra aver rotto il ghiaccio almeno sul piano mentale. Era fondamentale non concedere subito un break e il carrarino tiene il primo turno di battuta con relativa facilità. La stessa semplicità accompagna anche l’ingresso in campo di Sinner nel parziale: due prime vincenti gli regalano il punto del pareggio.
Lorenzo appare più vivo, più attento nella gestione dello scambio e con maggiore fiducia nei propri mezzi. Dopo 38 minuti di partita arriva persino il primo scambio vinto con lo slice di rovescio sulla diagonale, un segnale incoraggiante. Sul 2-1 per Musetti, Sinner concede la prima palla break del match, complice qualche errore in costruzione. Ma l’altoatesino si salva come sa: due prime vincenti e un ace gli consentono di ristabilire la parità. Quando serve, il servizio resta la sua arma migliore.
Il copione si ripete nel game successivo: sul 2-2, Musetti fronteggia una palla break ma si affida a tre prime, una delle quali un ace, per salire 3-2. La partita ora scorre più equilibrata: i due si dividono i game successivi, con Sinner che tiene a zero e Musetti che deve lottare di più, ma resta avanti nel punteggio con determinazione e nervi saldi, più che con il suo tennis elegante.
Sul 4-3 per Musetti, Sinner al servizio concede due punti al rivale: anche questa è una piccola notizia, ma il set rimane in equilibrio e torna sul 4-4. Il nono game, però, cambia l’inerzia: Musetti deve difendere la seconda palla break del set, ma commette doppio fallo. È la svolta: Sinner sale 5-4 e incassa il vantaggio.
La cambiale viene riscossa subito: ancora con il servizio a fare la differenza, l’altoatesino chiude il set 6-4 in 46 minuti.

Terzo set: Sinner chiude i conti e fine del derby

La sensazione è che il match abbia ormai poco da dire, e i fatti lo confermano subito: break immediato per Sinner. Nel game successivo, però, Musetti prova a restare aggrappato all’incontro conquistando due palle break. Il carrarino non vuole mollare, non vuole arretrare: la sua prima volta sull’Arthur Ashe deve avere un senso. La prima chance sfuma con un errore di rovescio finito in rete, la seconda viene cancellata da una prima vincente. Sinner sembra avere fretta di chiudere ma concede anche una terza e una quarta occasione, annullate ancora con il servizio e con la solidità dei colpi. Alla fine, un dritto inside-out e un incrociato dal centro gli chiudono la porta in faccia.
Il pubblico capisce l’andamento e inizia a lasciare le tribune, temendo il traffico newyorkese. Sul 2-0, Musetti prova un colpo diverso: la prima palla corta dell’incontro dopo un’ora e 33 minuti. Serve a muovere il punteggio e a restare almeno simbolicamente in partita.
Il dominio, però, è sempre nelle mani di Sinner. Sul 3-2, altre due palle break per Musetti: diventano sei nel set, tutte annullate con prime vincenti dall’altoatesino. Qui sta la misura del campione, e insieme il rammarico di Musetti per ciò che poteva essere e non è stato.
Sul 4-2, l’ennesimo scambio furibondo si conclude con l’ennesimo capolavoro difensivo di Sinner: due rovesci che avrebbero potuto essere vincenti gli tornano indietro fino al punto che segna il break del 5-2. Lorenzo allarga le braccia sconsolato verso il suo angolo: la partita è praticamente finita.
Il game successivo è solo accademia, utile alle statistiche. Sinner chiude 6-2 e mette la ceralacca sul derby, dominato sotto tutti i punti di vista. Per Musetti restano sei palle break non sfruttate, un po’ di rammarico e la consapevolezza di averci provato, ma contro questo Sinner serve ben altro.

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