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Cervara sulla separazione da Medvedev: “Un bene per entrambi non restare bloccati”

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Dopo otto anni, è terminata la collaborazione tra Daniil Medvedev e Gilles Cervara. Con gli Internazionali d’Italia 2023 che rimangono l’ultimo torneo vinto, il classe 1996 moscovita ha avuto una stagione disastrosa a livello Slam: eliminato al secondo turno a Melbourne, fuori all’esordio nelle tre successive prove. E d’altra parte un solo match vinto nei due Masters 1000 di agosto non lasciava presagire un riscatto allo US Open, torneo che l’ex numero 1 del mondo Daniil ha vinto nel 2021 – l’unico nato negli anni ’90 insieme a Thiem a vantare un trofeo Major.

Da un po’, tuttavia, Medvedev non è più lo stesso giocatore e la separazione da Cervara (e dal preparatore atletico) non sorprende davvero. Tanto che, nel corso di un’intervista dello scorso maggio per Bolshe!, Daniil lo aveva quasi anticipato. Alla giornalista che riferendosi alle richieste di alcuni fan di cambiare allenatore gli domandava, “cosa deve succederti dentro per farti decidere che c’è bisogno di cambiare qualcosa?”, rispondeva che, “considerando il tipo di relazione che abbiamo e il modo in cui lavoriamo, dovrei uscire dalla top 20 e iniziare a farmi prendere dal panico. Assumere un nuovo coach ora ti può dare una spinta per i prossimi quattro o cinque tornei, ma la carriera è lunga. Magari ci proverò a 35 anni, ma adesso non mi può dare nulla. Se vai in panico perché hai giocato tutta la stagione ma esci dalla top 20, perché non sai cosa più fare in campo, potresti pensare a cosa cambiare, ma nel lungo periodo non aiuterebbe”. Guardando la classifica live, Medvedev ha perso quattro posizioni scendendo al n. 17, con Auger-Aliassime a una vittoria dal sorpassarlo, mentre nella Race è effettivamente uscito dai primi 20 – ventiduesimo.

Sul non sapere più cosa fare in campo, invece, ci dice qualcosa la sceneggiata del suo match di primo turno contro Bonzi. Sentiamo però cosa ne dice proprio Cervara, intervistato dal quotidiano francese l’Équipe. “Daniil è testardo, il che è sia una forza sia una debolezza in certe situazioni. È un suo diritto manifestare il suo disaccordo con l’arbitro. Lui butta benzina sul fuoco, cosa che gli si può rimproverare, ma il pubblico si intromette e lui continua perché pensa che sia utile a destabilizzare la partita nel suo insieme, non l’avversario. Sente che c’è una crepa e ci si infila. Chiedete a Michael Jordan cosa avrebbe fatto in una situazione del genere: lo stesso. Se fossi stato il suo avversario, quando si sentiva che la situazione stava per degenerare, avrei detto a Daniil, ‘va bene, tiro la seconda palla, non ti preoccupare’, spegnendo l’incendio all’istante. Benjamin aveva vinto, bastava che mettesse tre volte la palla in campo ed era fatta. Daniil ribalta la situazione, torna a giocare a tennis, ma nel quinto set si ritrova di nuovo a fare i conti con ciò che gli ha messo i bastoni tra le ruote per tutta la stagione quando era vicino alla vittoria”.

Giustificato così il comportamento del suo pupillo (la data simbolica della separazione sarà quella della fine dello US Open), Gilles smentisce che quella sia stata l’ultima goccia: “Non è quella partita che ci ha portato qui, è l’insieme della stagione, la sensazione che ci fosse bisogno di qualcos’altro. Ci riflettevo già da un po’, e in particolare dopo Wimbledon, quando mi dicevo che bisognava cambiare qualcosa e quindi le persone, con me in prima linea, affinché Daniil potesse eventualmente cambiare dinamica ed energia, oltre a tutto ciò che deve scoprire di sé e su cui deve lavorare per uscire da questa spirale”.

Daniil ha sempre avuto i suoi momenti un po’ folli – e non è certo il solo –, anche se ultimamente la frustrazione appariva più evidente, tanto che lo stesso Andrey Rublev gli aveva offerto una mano: “Se vuole cambiare e ha bisogno di aiuto, può sempre contare su di me, e ha molti altri amici. Ha una famiglia che lo aiuterà. Il resto è suo, solo lui sa cosa sta sta succedendo”.
Comprensibilmente, il coach evita di entrare nei dettagli: “Non posso parlare di tutto perché significherebbe rivelare aspetti privati. Non sarebbe giusto”. Ma aggiunge: “In generale, una carriera è lunga. Uno sportivo è un essere umano, e un essere umano non è lineare: vive cose che possono destabilizzare, incontra crocevia che ti sbarrano la strada e che bisogna saper superare. L’immagine che avevo parlando con Daniil era quella di Agassi, con le sue molteplici carriere all’interno della sua carriera. È caduto nel baratro, il che non gli ha impedito di essere mostruoso in seguito. Daniil è ancora meno ‘liscio’ degli altri, è in una fase del suo percorso in cui è un po’ complicato…”.

Cervara riflette poi su cosa significhi per lui la fine di una collaborazione così lunga e basata su una grande fiducia reciproca: “Troppo spesso la gente cerca di tenersi stretto il proprio ‘ruolo’, ma non è positivo né per il giocatore né per l’allenatore, quindi mi sono detto: ‘Se quest’estate non ci saranno risultati, arriveremo a questa conclusione’. Penso di aver avuto questa consapevolezza interiore, questa chiarezza, prima di lui. Ma dopo lo US Open, la decisione gli è venuta in modo naturale. Ovviamente mi sento triste perché un periodo si chiude. Ma sono emozioni normali e piacevoli. Quando ci siamo lasciati, la sensazione era leggera, in realtà. Ho potuto parlare con Daniil e dirgli con gioia: ‘È una buona decisione, sono sicuro che andrà bene, sono sicuro che tornerai a vincere’. È un bene per lui e per me per non restare bloccati”.

Se per Gilles l’episodio con Bonzi rientrava nella norma, altre volte non l’aveva presa così bene. Durante la finale di Halle del 2022, il coach ha lasciato lo stadio dopo lo sbotto di Medvedev verso l’angolo. Ciononostante, assicura di non aver “mai provato rabbia, tipo, ‘c****, perché mi sta facendo questo?’ Non l’ho mai presa sul personale. Si può esserne toccati, sì, ma sono riuscito a lavorare su me stesso per capire che non doveva essere così (sorride). Daniil lo ha percepito, perché un giocatore che si sente giudicato non è una cosa buona”.

Ora, per Cervara, qualche settimana di pausa poi “sarò completamente disponibile per preparare la prossima stagione. Sono molto motivato a proseguire con desiderio e passione per mettermi alla prova con lo stress di chiedermi se sarò capace di far progredire un giocatore. Amo l’allenamento, amo la competizione”.

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