US Open, Bronzetti: “Mi piace molto New York, ma cerco sempre di mangiare ‘italiano'”
Come stai?
LUCIA BRONZETTI: Bene. Molto meglio adesso. La vittoria aiuta, sicuramente. È stata una bella settimana a Cincinnati con buoni risultati, anche a Montreal ho giocato due partite. A Cleveland ero un po’ stanca, è arrivata all’ultimo, però da un lato meglio così: abbiamo avuto tempo di prepararci qui meglio.
Dall’umore altalenante di Wimbledon, adesso sembra tu abbia ritrovato il sorriso quando giochi. È così?
LUCIA BRONZETTI: Sì, siamo in risalita. C’è ancora da lavorare, ma decisamente meglio.
Dal punto di vista tecnico, adesso siamo nel cuore della stagione sul cemento, poi ci sarà tutta l’Asia. Come ti stai trovando a giocare sul cemento?
LUCIA BRONZETTI: Alla fine il cemento è la superficie sulla quale si gioca il 70% dell’anno, ormai è quasi tutto su cemento, a parte alcuni mesi sulla terra e uno sull’erba. Il cemento mi piace, penso sia la superficie che preferisco.
Quale colpo ti piace usare di più? Personalmente mi colpisce il tuo rovescio piatto, si vede addirittura la marca della palla durante il volo.
LUCIA BRONZETTI: Dovrei forse dare più top spin, però sul veloce il rovescio piatto dà fastidio quando lo prendo mentre sale.
Affronterai Valentova, che viene dalle qualificazioni. Che ne pensi?
LUCIA BRONZETTI: Non è un sorteggio semplicissimo rispetto ad altre qualificate. Non la conosco, ma ho visto che ha fatto buoni risultati ultimamente, ha vinto due 125, semifinale a Praga. È una giocatrice in ascesa, vedremo. Studieremo bene le sue partite per preparare l’incontro, anche se è importante concentrarsi su ciò che devo fare io.
Come prepari questi match contro giocatrici che non conosci? Se ne occupa Francesco [Piccari]? Guardate i video insieme?
LUCIA BRONZETTI: Lui guarda le partite, poi magari rivediamo insieme alcune cose che l’avversaria fa meglio o peggio. Cerchiamo di preparare la partita in base a lei, ma l’80% sono le mie cose su cui lavorare. Se nota un angolo dove serve meglio o gioca meglio un colpo rispetto a un altro, ci adattiamo.
Jasmine, prima di entrare in top 10, temeva di affrontare giocatrici molto forti, soprattutto quelle che tirano forte. Tu hai giocato contro Gauff a Cincinnati e sei stata quasi pari nel secondo set. Quando affronti giocatrici di questo tipo, cosa ti preoccupa di più?
LUCIA BRONZETTI: Dipende. Ad esempio, con Sabalenka quando gioco penso “spero di fare qualcosa”, perché serve forte e tira forte da fondo campo. Con Gauff mi sento più in partita, anche lei è molto forte ma la partita sembra più giocabile, magari ogni tanto ti lascia qualcosa; ad esempio, con me ha fatto tre doppi falli, di solito ne fa molti di più. Mi sento di poter giocare anche se la palla è pesante. Dipende sempre dal tipo di gioco: ci sono top 20 contro cui mi piace giocare, come Kasatkina, altre in top 80 che mi danno più fastidio. Quelle che tirano molto forte e giocano pochi scambi mi mettono sotto pressione, perché devi fare subito qualcosa. Quelle che servono bene e ti fanno giocare pochi colpi sono le più complicate per me.
Ti ricordi la prima volta che sei venuta a New York a giocare lo US Open? Hai ancora quel ricordo, o la tua opinione è cambiata nel tempo?
LUCIA BRONZETTI: È stato il mio primo Slam, lo US Open, e partivo dalle qualificazioni. Da allora ho sempre giocato in tabellone principale. Qui è bellissimo, la città è molto particolare, sempre viva, sembra di stare in un altro universo, c’è sempre gente e tutto è uno spettacolo, anche alle nove di mattina c’è musica a volume alto. Mi piace molto, poi c’è la mia famiglia qui, quindi è bello condividere con loro questi momenti.
Vi siete sistemati all’albergo ufficiale o vi siete organizzati diversamente?
LUCIA BRONZETTI: Siamo all’Intercontinental, sì. È molto comodo.
Che cosa ti piace fare qui a New York, oltre al tennis? Vai a mangiare la bistecca famosa, qualche piatto tipico?
LUCIA BRONZETTI: Cerchiamo sempre i ristoranti italiani, ci piace mangiare italiano all’estero. In America non è facile mangiare bene, a parte hamburger e patatine che adoro. Il resto preferiamo cercare un po’ “casa” anche quando siamo fuori.
Hai visto qualche museo famoso qui a New York?
LUCIA BRONZETTI: Ogni anno mi riprometto di andare, magari se dovessi perdere poi il doppio sarà giovedì, quindi avrei un giorno o due per visitare. Spero però di avanzare nel torneo e di non avere tempo per altro.