ATP Toronto, Shelton: cambio ritmo e resilienza. “Così ho conquistato la mia prima finale in un 1000”
“Il mio piano è stato quello di farlo muovere e tenerlo sbilanciato. Ho cambiato il mio stile di gioco, ma rispettando pur sempre i miei limiti e mantenendomi solido. Lui sa rispondere bene, colpisce forte, e se riesce a stare sempre in avanti è davvero difficile batterlo”. Queste le parole di Ben Shelton, intervenuto in conferenza stampa per fare il punto sulla vittoria per 6-4, 6-3 contro il connazionale Taylor Fritz, che è valsa la seconda finale stagionale, nonché l’occasione di aggiungere in bacheca il primo 1000 in carriera. A contendergli il titolo sarà Karen Khachanov, uscito vincitore dal match con Alexander Zverev con lo score 6-3, 4-6 7-6(4). I due si affronteranno per la seconda volta in carriera dopo il successo dello statunitense al primo turno di Indian Wells 2025, dove il numero 7 Atp si è imposto con il finale di 6-3, 7-5. Appuntamento giovedì 7 agosto (ore 1.30 italiane di venerdì 8) sul centrale del Sobeys Stadium di Toronto.
Shelton: “Voglio eccellere anche nei Masters”
Queste le parole del tennista classe 2002: “Cosa significherebbe vincere un 1000? Sarebbe magnifico. I Masters sono i tornei con cui ho avuto più difficoltà, e il mio prossimo passo è eccellere anche a questo livello. Raggiungere un risultato come questo per me è davvero importante ed entusiasmante. Cosa mi è piaciuto del mio gioco? La resilienza. Questa volta è stato più semplice, perché tutto è andato nel verso giusto. Ma le vittorie più importanti sono quelle in cui non tutto va per il verso giusto. Riuscire a superare questo tipo di match in cui sono sotto di un break nel terzo set, o l’altro sta servendo per il match e potrei uscire dal torneo, queste sono le vittorie davvero speciali per me”.
Shelton ha poi risposto sulla programmazione serale degli incontri, pensata per consentire al pubblico di accedere all’evento durante i giorni feriali. Una programmazione insolita che anticipando le tradizionali finali della domenica, ha inoltre alterato il conteggio dei punti nelle graduatorie ATP e WTA. “Per me è tutto più difficile quando mi sento sotto pressione o se devo fare tutto di fretta. Ecco perché inizio molto presto il riscaldamento. Negli Slam mi prendo sempre almeno tre ore. Anche qui sto facendo così, almeno tre ore. Giocare in tarda serata mi aiuta molto. Mi piace questo tipo di programmazione. Anche se il ritmo del sonno si sposta di molto”.
Shelton: “Prima finale di un Masters. Non vedo l’ora”
“Giocare consecutivamente contro giocatori come De Minaur e Taylor, e avere la meglio negli scambi lunghi come mostrano le statistiche, mi dà molta fiducia. La prima volta ci sono riuscito usando un gioco più lento e con meno ritmo. Con Fritz invece ho giocato un tennis più aggressivo, di alto livello. Sono contento di aver mostrato che a seconda dell’avversario posso fare entrambe le cose. Il lob di rovescio? Ho fatto un buon dropshot, lui era vicino alla rete. La palla è rimasta un po’ alta e quindi era più facile. È un colpo che so fare bene da quando ero bambino. Più miglioro il mio rovescio, più diventa versatile. Ultimamente lo sto eseguendo bene, con topspin e cambiando l’altezza. A volte alto sopra la rete, altre volte più piatto e basso. Penso che diventi molto più facile fare colpi così se sei abituato a variarne l’altezza” – ha raccontato lo statunitense.
Infine un pensiero sulla finale contro Khachanov: “Sarà una partita dura. Sta giocando un tennis davvero solido questa settimana. Ci siamo affrontati all’inizio dell’anno, a Indian Wells, ed è stata una partita molto combattuta. È un giocatore di fondo campo molto solido, serve bene ed è un grande combattente. Lo stimo molto, è una gran bella persona. Non vedo l’ora di vivere questa prima finale di un Masters“, ha concluso Shelton.
(di Enrico Picone)