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Niente più ‘1000’ di una settimana in Nord America. Anche negli anni olimpici. Il formato “lungo” è qui per rimanere

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Sorrisi compiaciuti e grande soddisfazione: questo il messaggio che arriva dallo stato maggiore di Tennis Canada mentre il National Bank Open presented by Rogers (che a Montreal si chiama Omnium Banque Nationale presentée par Rogers per ottemperare alle leggi linguistiche del Quebec) sta arrivando alle sue giornate conclusive. Nonostante la valanga di forfait, che peraltro ha interessato principalmente il torneo maschile sostanzialmente risparmiando quello femminile, i risultati sono stati più che positivi, stando alle due conferenze stampa di metà torneo tenute dai due direttori, Karl Hale per Toronto (ATP) e Valerie Tetreault per Montreal (WTA).

Con il passaggio da un evento di una settimana alla formula allungata a 12 giorni con tabelloni da 96 giocatori (o giocatrici) il successo non era scontato, anche perché per una peculiarità del calendario quest’anno la distanza con Wimbledon era accorciata di una settimana: fino all’anno scorso negli anni “compressi” l’Open del Canada arrivava tre settimane dopo i Championships, invece delle solite quattro, mentre quest’anno sono state solo due, e ciò ha favorito le rinunce. Per il torneo femminile, poi, l’allungamento della formula ha provocato l’arretramento in quello che per Montreal è il periodo di vacanza per antonomasia tra luglio e agosto, con una buona parte di aziende chiuse e tanta gente in viaggio.

Ma entrambi i tornei sono avviati a battere i record di presenze degli anni scorsi (grazie, naturalmente alle sessioni in più), soprattutto Montreal che deteneva e detiene il record di pubblico per tornei di una settimana, record che probabilmente non sarà mai battuto.

“Puntiamo ad avere 250.000 spettatori nel corso di questo torneo – ha annunciato Tetreault nel suo incontro con la stampa di sabato scorso – superando il record di 237.000 spettatori del 2022, che era pure un anno maschile. E il fatto di aver battuto il record con il torneo femminile è ancora più positivo”.

Se Montreal ride, Toronto non piange

In media il torneo ATP registra il 15% di presenze in più rispetto a quello WTA, sia a Montreal sia a Toronto, dove però storicamente i biglietti per l’evento femminile hanno avuto prezzi inferiori. I prezzi però verranno portati allo stesso livello nel corso delle prossime stagioni che vedranno Tennis Canada aumentare il montepremi dei tornei femminili fino ad equipararli a quelli maschili a partire dal 2027.

Ma il grande successo di pubblico per un evento che ha visto il debutto una nuova e per certi aspetti controversa formula in contemporanea ad alcune circostanze avverse (vicinanza di Wimbledon, periodo di vacanza) non lascia troppe speranze a chi vorrebbe che i Masters1000/WTA 1000 tornassero al formato classico di una settimana.

Come dice Andy Roddick, “in un mondo come quello del tennis dove nessuno è mai d’accordo su niente, l’unica cosa su cui tutti sono d’accordo è che i Masters 1000 a 12 giorni non funzionano”. Non piacciono ai giocatori (troppo tempo fuori casa per giocare gli stessi incontri), non piacciono ai tifosi (tornei troppo diluiti e sessioni con meno incontri con prezzi dei biglietti sempre più alti), non piacciono alle TV (costi più alti sostanzialmente per le stesse cose), non piacciono nessuno tranne a chi è incaricato di contare gli incassi. E purtroppo si tratta di gente che ha un grande peso decisionale.

La corsa alla crescita

Da un certo punto di vista si può (provare a) capire il punto di vista degli organizzatori: “Nel 2024 il torneo di Montreal ha visto praticamente tutte le sessioni disputarsi a botteghini chiusi, sia per il Centrale sia per il Rogers Court – ha spiegato Tetreault – precludendo ogni possibilità di crescita. L’aggiunta di sei sessioni ha significato avere la possibiltà di giocare senza il tutto esaurito e di accogliere anche altri fans”. In questo modo si sono potuti accogliere il 20% in più di “nuovi clienti”, ovvero di spettatori che non avevano mai acquistato biglietti nelle precedenti annate.

Quella che non è stata citata è l’alternativa, ma a quello ci pensiamo noi: l’alternativa sarebbe aumentare il prezzo dei biglietti… non si sa quale sia il male minore. In realtà si potrebbe anche espandere l’impianto aumentando la capienza, ma questo richiede un po’ più di tempo. Servono almeno due campi di più on site a Montreal per rispettare le linee guida di ATP e WTA per poter ospitare tornei a 96 giocatori, la deroga attuale vale solo fino al 2026, ma per quella data si spera di avere un progetto per l’allargamento così come lo studio di fattibilità per il tetto da costruire sul centrale.

Ma rimane il fatto che tanti rimpiangono il formato antico da una settimana, che però potrebbe non tornare per i 1000 estivi in Nord America nemmeno negli anni olimpici come invece era inizialmente previsto. Il CIO ha recentemente fatto sapere le date del torneo olimpico di Los Angeles 2028: si tratterà di 10 giorni (uno in più del passato) da mercoledì 19 luglio (10 giorni dopo la finale di Wimbledon) a venerdì 28 luglio, che quindi occuperebbero quasi interamente due settimane di calendario. L’idea iniziale era quella di recuperare spazio facendo ritornare Canada e Cincinnati Open alla durata di sette giorni, ma è stato fatto capire che non sarà così.

Spremuta di tennista

Già lo scorso maggio, in alcuni incontri con l’ATP e la WTA, abbiamo pensato che, dopo l’anno scorso, volevamo assicurarci di iniziare a parlare abbastanza presto del 2028 e di trovarci in una posizione migliore – ha spiegato Tetreault –. Ovviamente si giocherà su campo in duro. La location è molto più vicina. Il torneo si disputa prima. Quindi penso che tutti [questi] elementi ci aiuteranno”.

Detto questo, grazie al nuovo formato di 12 giorni, ci sono alcune opportunità per trovare una soluzione che sia una via di mezzo tra quella che abbiamo quest’anno e quella che avevamo in passato con i sette giorni del tabellone principale. È qualcosa su cui vogliamo lavorare con l’aiuto anche di Cincinnati, perché penso che la cosa migliore sia che noi due lo risolviamo insieme prima di presentare una proposta ufficiale ai tour”.

Quindi l’intenzione di Tennis Canada e di Cincinnati è quella di trovare una soluzione intermedia tra i 7 e i 12 giorni per dover rinunciare a quanti meno incassi possibile (perché questo è il nocciolo della questione) anche negli anni olimpici. Certo, una volta che ci si abitua a viaggiare in business, diventa difficile tornare in economy anche solo una volta ogni quattro anni. Ma viene da chiedersi se oltre a spremere ogni giorno possibile dal calendario si arriverà a spremere anche i giocatori che avranno una stagione totalmente senza soste.

Appare quindi sempre più evidente che la formula a 12 giorni sia qui per restare, nonostante tutte le proteste. Servirebbe davvero una sollevazione da parte dei giocatori, che in massa dovrebbero rifiutarsi di giocare questi tornei, per forzare un ripensamento. Oppure una debacle dal punto di vista commerciale, che al momento è ben lontana dal verificarsi.

Mala tempura currunt…

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