Tamara Korpatsch sbotta sui social: “Smettetela di scommettere su di me e trovatevi un lavoro vero!”
Il tennis femminile (e non solo) è da tempo un terreno fertile per il malcontento dei tifosi-scommettitori, spesso incapaci di accettare una sconfitta – non sportiva – ma economica. Questa volta a finire nel mirino è stata Tamara Korpatsch, tennista tedesca classe ’95, che ha reagito in maniera tutt’altro che diplomatica a una valanga di insulti ricevuti dopo la sua sconfitta maturata in quel di Varsavia contro Gao Xinyu, numero 150 del mondo.
Korpatsch ha risposto con parole durissime attraverso le sue Instagram Stories, denunciando il comportamento tossico di chi continua a puntare soldi sulle sue partite e poi la insulta quando il risultato non è quello sperato. “Ragazzi, chiunque scriva questi brutti messaggi pieni di odio… Perché continuate a scommettere sulle mie partite? Come avete detto tutti, faccio schifo, non so servire, gioco male a tennis. Quindi, se sono così scarsa, perché c***o continuate a scommettere su di me??? Piuttosto smettete di scommettere sulle partite e iniziate a fare un lavoro vero!!! Non me ne frega un c***o di quello che dite su di me!”.
Insomma, delle parole decisamente incisive per l’atleta di Amburgo. Attualmente fuori dalla top 100 WTA, Korpatsch ha raggiunto il suo best ranking nel maggio 2023, quando è salita fino alla posizione numero 71 del mondo. Non è mai stata una giocatrice di grido, ma si è sempre distinta per la sua tenacia e per un tennis ostinato, spesso efficace soprattutto nei tornei del circuito minore. Nonostante ciò, la pressione esterna sembra diventare sempre più difficile da gestire. La reazione di Tamara, per quanto impulsiva, mette in luce una situazione che affligge molte colleghe: l’ondata di odio che segue ogni sconfitta, spesso senza nemmeno una reale valutazione tecnica della partita. Solo rabbia cieca per una “schedina” saltata.
Sì, insomma, il caso di Korpatsch non è isolato. Anzi, sembra seguire un copione ben noto nel tennis contemporaneo. Dai tornei Challenger al circuito ITF, passando per i primi turni dei WTA 250, sono numerosi i giocatori e le giocatrici che ricevono quotidianamente messaggi pieni di odio e frustrazione, quasi sempre legati a perdite economiche nel mondo del betting.
Il tennis, con il suo formato “1 contro 1” e l’elevato numero di tornei settimanali, è da anni lo sport più appetibile per chi scommette. Ma questo ha comportato anche un’esposizione estrema per gli atleti, specialmente quelli fuori dal gotha del ranking, che si ritrovano bersagliati a ogni rovescio sbagliato, a ogni break subito nel terzo set.
Anche nomi ben più noti come Daria Kasatkina, Ons Jabeur e Diego Schwartzman hanno pubblicamente denunciato episodi simili, condividendo screenshot di messaggi offensivi ricevuti dopo sconfitte inaspettate. L’ambiente digitale è diventato un campo minato, e spesso manca una rete di supporto concreta da parte delle istituzioni tennistiche.
Il linguaggio scelto da Korpatsch forse potrà risultare sin troppo diretto, senza filtri, e probabilmente destinato a dividere l’opinione pubblica. C’è chi ne apprezza la trasparenza e il coraggio, e chi invece sottolinea la necessità di un tono più professionale. Ma al di là dello stile, il contenuto del messaggio resta profondamente rilevante.
Probabilmente, per una tennista come Tamara, che si è costruita la carriera lottando nei tornei minori e che ha raggiunto a fatica una posizione tra le prime 100, l’idea di essere ridotta a una quota su un sito di scommesse è quanto di più svilente ci possa essere. Il suo sfogo è lo specchio di una frustrazione sempre più diffusa, che merita attenzione da parte di chi organizza, regola e tutela il mondo del tennis.