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Rassegna stampa – Sinner si riposa dopo Wimbledon, Binaghi e governo verso una chiusura per le ATP Finals

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ATP Finals, giovedì il set decisivo (Marco Bo, Tuttosport)

A piccoli passi, ma la verità sulle Atp Finals 2026-30 in Italia si avvicina. Dopo la bufera innescata dalla decisione del governo di proporre all’interno del Decreto sport il capitolo sul maxi evento tennistico che prevede la costituzione di un Comitato Finals a cinque teste di cui due di stampo governativo (un rappresentante del ministro dello sport e uno di Sport e Salute), oltre a chi rappresenterà la città ospitante, la regione e la Federtennis, togliendo la centralità a quest’ultima, Binaghi sta attendendo gli sviluppi legati alle modifiche del testo oggetto di emendamenti. Ieri, per esempio, è passato quello relativo all’introduzione di una norma secondo la quale nel caso in cui si rinunci al contributo governativo (poco più di 19 milioni all’anno), la “governance” resterebbe quella precedente, ovvero quella che ha gestito le edizioni torinesi 2021-2025. Salvo imprevisti o strategiche frenate, questa mattina verranno discussi e vagliati altri emendamenti per passare poi al voto, dopo di che domani mattina è previsto che il provvedimento vada in aula e giovedì si proceda al voto finale. Prima di allora è impossibile fare previsioni precise su cosa verrà licenziato nel testo finale anche, se all’interno dello stesso, è al momento specificato che Torino resterà la sede almeno sino al 2027. Come si è saputo l’Atp, col suo presidente Gaudenzi, ha alzato il sopracciglio quando ha appreso che starebbe cambiando la natura anche giuridica dell’interlocutore per il futuro. Ergo la situazione è diventata fluida al punto che l’assegnazione italiana 2026-30 potrebbe essere rimessa in discussione. Binaghi ha detto la scorsa settimana a Torino, durante la presentazione del Masterplan per l’edizione di novembre, che valuta anche le dimissioni qualora si rendesse conto di non poter condividere la sua filosofia. Che non contempla la sconfitta, non è attirata dal pari e punta, solo, a vincere.

Sinner batte pure Courier e McEnroe (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] Nastase 40, Murray 41, Kuerten 43, poi Courier 58. Sono le settimane trascorse al comando del tennis, con i gradi da Numero Uno. Superata quota 59, Sinner è proiettato verso la sessantesima settimana da leader, che toccherà lunedì prossimo inoltrandosi del tutto indisturbato verso la sessantunesima.Ora, per chi non lo sapesse (ma sono sempre meno a non saperlo, vista la passione che ormai circonda il tennis dalle nostre parti), le classifiche dei più forti sono due: quella che considera le settimane totali di primato, e quella che prende in considerazione le settimane consecutive. Nella prima Sinner è dodicesimo, preceduto da Edberg con 72 settimane e da Hewitt, decimo, con 80. Undicesimo invece nella seconda, dietro Hewitt di 15 settimane. In questa, Sinner ha già archiviato Andre Agassi (52 settimane consecutive, 101 in totale), Rafa Nadal (56, su 209) e John McEnroe (58, su 170). Numeri da capogiro, come si vede. Non paragonabili direttamente tra loro, perché ognuno vive la propria storia e si confronta con gli avversari che quella gli offre, ma tali, già oggi, da lasciare un segno indelebile del passaggio di Sinner al vertice del tennis. Si potrebbe formulare, però, l’ipotesi di una terza classifica, esterna ai numeri che esprimono le due più accreditate, ma interessante per sondare i gusti del pubblico. Penso a una classifica sui messaggi più accattivanti, importanti o geniali con i quali i numeri uno della Storia (sono 29, in tutto, da che il tennis è Open) hanno rivestito il loro trono. Una classifica che tenga conto di come i primi della classe abbiano trovato un posto nel cuore della gente e che cosa abbiano lasciato di sé. In realtà, i Numeri Uno offrono quasi tutti un’immagine divisiva di loro stessi. Egocentrismo, esagerazioni, competitività, fanno certo parte dei loro DNA. Ma Sinner non è ancora del tutto uscito allo scoperto, e mi chiedo quale sarà alla fine della giostra, il mandato che porterà a termine nel suo periodo da primus inter pares. Potrebbe non essercene uno, direte, ma non è facile che avvenga. Finora pochissimi sono riusciti a farsi ricordare solo per meriti tennistici, e tra i grandi, l’unico è stato Sampras. Anzi, Sinner ha già fatto di più. Si è posto all’attenzione come il ragazzo già adulto, come un giovane artigiano della perfezione del gioco, come un nerd ispirato che coltiva il sogno (la necessità) del miglioramento continuo. Ha rivolto frasi importanti ai pari età, tennisti e no, indicando che l’unica via verso il miglioramento è quella di cambiare, provare e studiare. Quasi un rivoluzionario rispetto agli attuali profili generazionali tracciati dagli studiosi. Non so quali di questi accenni schematici riuscirà a sopravanzare gli altri e a imporsi come la facciata da ricordare del nostro tennista. So però che oggi Sinner è in difficoltà nel parlare di sé. Quanto meno, lo immagino. Si è sentito tradito, la vicenda Clostebol lo ha spinto a chiudersi in se stesso. Il tempo lenirà le ferite, e lui ne ha ancora molto per guidare il gruppo da Numero Uno. Il vantaggio accumulato potrebbe lasciarlo tranquillo fino a dopo gli US Open, a meno d’improvvisi terremoti. Poi potrà pensare a raggiungere Hewitt, e salire a quota 100. Là dove solo i più grandi sono arrivati.

Ancora vacanze e cura della Ferrari. Pure così Sinner difende il primato (Massimo Brizzi, La Gazzetta dello Sport)

Riposo, dedizione e programmazione. I capisaldi dell’estate di Jannik Sinner sono questi. Li ha fissati come perni per tratteggiare l’approccio alle prossime settimane che saranno le fondamenta su cui edificare la difesa del suo primato nel ranking. Dopo la trionfale campagna a Church Road, terminata con la conquista dell’ambitissima coppa di Wimbledon, il numero 1 al mondo ha scelto il relax, rinunciando a giocare a Toronto. Ufficialmente, come da certificato medico necessario per la rinuncia a un Masters 1000 (obbligatorio per il ranking), il riposo serve per non sollecitare troppo il gomito infortunato all’inizio del match thrilling negli ottavi con Dimitrov a Londra, quello del ritiro del bulgaro mentre era avanti due set a zero. In realtà, l’ulteriore appendice di vacanza è utile per ritemprare fisico e mente e arrivare tirato a lucido, prima in Ohio e poi a New York, dove Jannik difende, rispettivamente, i titoli di Cincinnati e US Open. A proposito di lucentezza, nella sua parentesi di svago […] va aggiunto un altro tassello: la cura maniacale che Sinner dedica anche alla sua vettura. Parliamo di una fuoriserie, ovviamente. Scovato da un vicino di casa nella sua Val Pusteria, in un video si intravvede il numero 1 al mondo intento a pulire la carrozzeria della sua Ferrari 812 Competizione, nera con richiami gialli, con semplicità e dedizione. Proprio le prerogative che hanno fatto di questo ragazzo di Sesto Pusteria il più celebrato campione del nostro tennis: arrivato al vertice del ranking e intenzionato a restarci ancora a lungo. Per riuscire a difendere il primato, dopo le vacanze che non gli faranno difendere i 200 punti dei quarti di Toronto (dove nel 2023 aveva vinto il suo primo 1000 in carriera), Jannik dovrà però impegnarsi a fondo. Adesso il suo margine su Alcaraz è rassicurante: 3.430 punti, ma da Cincinnati sino a fine anno Sinner ha molte cambiali in scadenza. Quelle delle vittorie del 2024 a Cincinnati, US Open, Shanghai, ATP Finals e della finale a Pechino: un bottino da 5.830 punti da difendere dagli assalti del suo rivale Alcaraz, che ne ha in scadenza soltanto 1.060. Jannik è in vetta al ranking ininterrottamente dal 10 giugno 2024, all’indomani del Roland Garros dello scorso anno, per 59 settimane di primato che diventeranno almeno 65. Fino a New York e per tutti gli US Open (21 agosto – 7 settembre), Sinner resterà sul trono, ma da qui a lunedì 8 settembre, il giorno dopo la finale di Flushing Meadows, dovrà difendere ben 3.200 punti contro i soli 60 di Carlos. Rintuzzare nei prossimi tornei l’assalto dello spagnolo, così motivato a tornare numero 1 scalzando il nostro campione, diventa decisivo per puntellare il primato fino a fine stagione. Ecco perché la pianificazione agonistica di Jannik, uno che cura i minimi dettagli anche nel quotidiano per migliorarsi sempre, è stata ritarata di conseguenza. Una pausa in più. Per riposare, tirare il fiato, ripartire ancora più forte e restare il re del tennis.

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