Wimbledon 2025: il racconto di Sinner-Alcaraz da un bar di provincia
Non è una barzelletta né un titolo da “Paperissima Sprint”. È un racconto, quasi paradossale e decisamente sorprendente, di domenica 13 luglio 2025. Un racconto di tennis e vita, che ancora una volta fa capire quanto Jannik Sinner stia cambiando il tennis in primis. Ma anche, forse soprattutto, la società. La prima, storica vittoria dell’azzurro a Wimbledon, primo italiano a riuscirci, è qualcosa di maestoso. Un’opera enorme, che rimarrà scolpita. E, così come la Nazionale di calcio è stata un fenomeno nazionalpopolare, Sinner è un nome che conoscono tutti. Grandi e piccini, imprenditori e casalinghe, chef stellati e artisti di strada.
E così, in una domenica storica dell’anno di grazia 2025, il più florido finora della storia del tennis italiano, TV8 ha trasmesso come nulla fosse la finale di Wimbledon. Senza concentrarsi più di tanto sul discorso diritti e ascolti televisivi, a colpire è stata la ricezione, a cui chi scrive ha potuto assistere dal vivo, della visione della partita in maniera gratuita. In un bar come tanti (di cui non citeremo il nome) del Sud Italia, a Cesinali, nella provincia di Avellino. Un frammento di vita che aiuta a comprendere la portata di quanto stia facendo Sinner.
Antefatto: il tennis nei bar fino al 2024
Fino a poco più di un anno fa il tennis era quasi un tabù per alcuni classici luoghi di ritrovo. Come, per l’appunto, i bar. Quello sport in cui le partite duravano ore e ore, con regole mai così chiare e una stagione lunga tutto l’anno era decisamente noioso e non adatto alla condivisione o ad essere visto bevendo una birra. Era appannaggio di alcune categorie di individui. I famosi “professori”, che avevano impugnato una racchetta di legno 40 anni prima per darsi un tono e ancora si definivano esperti, pur essendo rimasti al record Slam di Roy Emerson.
Poi i “fenomeni”: atleti provetti, più in palestra che in casa, neanche sapevano le regole ma avevano scoperto che giocare a tennis aiutava a tenere un buon fisico ed era anche divertente. Partite viste? Zero. La categoria “convenienti” comprendeva chi giocava le schedine sulle partite e chi, vedendo la ragazza appassionata si fingeva un esperto del gioco tifoso di “Feder” o “Jokovic”. Questa era la situazione, da cui si salvavano quel paio di appassionati veri costretti a poter vedere solo a casa il tennis, in cui versava lo sport dei gesti bianchi fino all’autunno 2023. Poi è arrivato Sinner.
Avvicinamento: le nuove percezioni
Con le prime pagine dei giornali che spesso e volentieri titolano sul tennis, e anche la radio che inizia ad occuparsene, nei discorsi inizia ad affacciarsi questo sconosciuto. E si iniziano ad imparare le regole, i nomi dei giocatori, e sale a dismisura l’ammirazione, di pari passo con il rispetto, per Jannik. Che con quella faccia da bravo ragazzo piace davvero a tutti. Salvo ai soliti bastian contrari che ci tengono a sottolineare che “alla fine è austriaco”. Ma è solo una fetta di un totale molto più ampio.
E, soprattutto, si parla finalmente di tennis anche durante le partite a carte. Anche tra una birra e l’altra spunta una palla break, un commento sulle superfici, una sorta di muta invidia verso atleti speciali, capaci di stare in campo ore ed ore. E qualche volta si vede trasmesso anche qualche spezzone di partita. Sì, l’effetto Sinner (aiutato da Paolini, Musetti, Berrettini) è dirompente, e scoppia in maniera definitiva con la finale del Roland Garros. Un indizio. Che non basta però a nascondere la sorpresa di quello che sarebbe poi successo domenica 13 luglio.
13 luglio 2025: finale Slam al bar
Un po’ per dovere, un po’ per curiosità, si decide di andare a vedere al bar di fiducia la finale di Wimbledon tra Sinner e Alcaraz. La meraviglia è data da una platea insolitamente ampia per la domenica pomeriggio, con tutte le sedie schierate davanti al televisore ad ammirare due ragazzi vestiti di bianco che se le danno di santa ragione (tennisticamente). Una folla che per una volta non è riunita da una partita di calcio. E che è però animata come se la stesse effettivamente guardando.
A rubare l’occhio è infatti l’interesse tanto dei ragazzini più piccoli quanto dei signori di una certa età, a “vedere cosa combina Sinner”. E tutti continuamente rimangono stupiti esclamando di sorpresa, per un gran punto o per la clamorosa continuità espressa dal n.1 al mondo. “Non sbagliano mai”, riflette uno degli avventori storici del bar, grande appassionato di calcio alla seconda partita di tennis in vita sua, “non so come facciano, sembrano macchine. Certo che però l’italiano ha una marcia in più”. Già, Jannik ha scelto proprio la partita giusta per sciorinare una delle migliori prestazioni della carriera, sul campo più importante al mondo.
E sul match point, dopo che un po’ di paura ha circolato ricordando i fatti del Roland Garros, si sono alzate urla di gioia. Esultanze e abbracci, braccia al cielo. Tutto ciò per una partita di tennis. Anche se sarebbe meglio dire per LA partita, il giorno in cui un italiano ha alzato la coppa di Wimbledon. Una di quelle imprese che rimangono impresse nella storia, e danno argomenti di discussione agli astanti di un bar per anni.
Epilogo: un impatto sociale devastante
Quel che emerge, a conti fatti, è un quadro di un cambiamento socio-economico della percezione del tennis tutt’altro che banale. Lo hanno già dimostrato tanto i numeri clamorosi degli Internazionali quanto ascolti televisivi in continua crescita, ma a fare realmente la differenza è la maggioranza, il “popolino”. Quella parte di spettatori che non è appassionata, né lo sarà mai, sancisce la reale differenza, la vera linea temporale tra il prima e il dopo del tennis in Italia.
Un prima in cui neanche per sbaglio si riusciva a trovare qualcuno a cui interessasse questo sport con le racchette. Un dopo in cui tutti vogliono parlare di Sinner e Alcaraz, delle chance di Grande Slam del n.1 al mondo cercando di capire per bene le regole. La descrizione più bella di questa gioia collettiva l’ha infine data l’innocente voce di un bambino: “Ma quindi Sinner ha vinto i Mondiali?”. Ovviamente no, ma per l’importanza di Wimbledon nel tennis e per la ricezione del risultato in Italia ci siamo davvero vicini. Tanto da portare il tennis al bar.