Volandri: “Sinner non si mette lassù sul trono da n° 1. Coppa Davis? Vogliamo vincere la terza in casa”
Filippo Volandri sarà in un brodo di giuggiole in questo momento storico dell’Italia del tennis. Alle spalle di Jannik Sinner, infatti, possiamo contare su un Lorenzo Musetti in grado di fare semifinali Slam, un Flavio Cobolli che ha fatto il salto di qualità e tanti altri elementi. Il capitano di Coppa Davis ha rilasciato in tal senso un’interessante intervista ai microfoni del quotidiano ‘La Gazzetta dello Sport’, cominciando proprio con la vittoria a Wimbledon 2025 del n° 1 del mondo.
“L’ho vissuta come qualcosa di straordinario. Si trattava di capire come Jannik avrebbe reagito alla finale di Wimbledon, che è diversa da tutte le altre e non l’aveva mai giocata. Nessuno dei due nei primi game ha giocato un tennis pulito, però poi Jan ha messo un’altra marcia. È un tennista grandioso, straordinario. Quando Jannik è in campo, quando deve giocarsi un match, è una macchina da guerra. Quando è però è in Davis, o quando ci sono altri italiani è fantastico perché si mette sempre a disposizione. È anche questa la sua grandezza. Non si mette lassù sul trono da numero uno ma cerca sempre di aiutare a modo suo con una parola, uno stimolo, una domanda come ha fatto a Londra con Vasamì e Basile”.
Poi un passaggio sul gruppo azzurro: “Da tecnico oltre che da capitano della Nazionale mi fa felice che siano tutti così. Pure Berrettini ha sempre aiutato Cobolli, anche quando ha debuttato in Davis. A Parigi Musetti si è allenato con Vasamì. Durante le pause degli allenamenti si parla, ci si scambiano opinioni, si cresce. Il futuro me lo immagino sempre più bello. E penso che anche noi tecnici federali ci abbiamo messo un po’ del nostro. Quando giocavo io si era tutti slegati, ognuno per sé con il proprio allenatore, c’era tanta diffidenza nei confronti della federazione”.
E su Flavio Cobolli si è espresso così: “Flavio ogni tanto racconta che non gli piace allenarsi, ma non è così. È diventato molto professionale, è cresciuto, maturato e i risultati sono arrivati. Ora va trattato come un giocatore forte. L’ho detto a suo padre Stefano, che è anche il suo allenatore. Diventa importante la programmazione, quanti e quali tornei, il recupero. Cobolli è uno straordinario atleta e questa preparazione va mantenuta. Quindi bisogna gestire la quotidianità”.
Infine la chiosa sulla caccia alla terza Coppa Davis da capitano: “Il progetto è di vincere la terza entro il prossimo triennio, in cui giocheremo sempre in casa. Abbiamo una squadra talmente ricca e variegata che quando qualcuno non ce la fa, ci sono altri che stanno bene. Anche a Wimbledon, abbiamo avuto le uscite premature di Berrettini e Musetti ma abbiamo bilanciato le buone notizie di tre italiani agli ottavi con un Sonego ritrovato, un Cobolli ai quarti e il titolo di Jannik”.