Notizie

Il ragazzino che scese dai monti per “vincere tanti Slam”: la storia dell’ascesa di Sinner fino al tempio del tennis

0 31

“Il mio sogno? Diventare numero uno al mondo e vincere tanti Slam”. Lo diceva nel 2018 un giovanissimo Jannik Sinner, a 17 anni, con i capelli arancioni ancora un po’ scompigliati dall’allenamento appena concluso. Sette anni più tardi, i suoi desideri si sono realizzati: 4 Major vinti in carriera su 20 titoli in totale e un primato mondiale detenuto per almeno 58 settimane consecutive. È questo il palmares del 23enne di Sesto Pusteria dopo lo storico successo a Wimbledonil primo in assoluto per un tennista italiano – con la vittoria in finale contro Carlos Alcaraz. “Sto vivendo il mio sogno”, ha detto proprio al termine del match con le lacrime agli occhi. Sinner aggiunge così un altro primato alla lista dei suoi record: il primo Slam azzurro in Australia, poi la vetta del ranking, il successo agli US Open e la conferma del titolo a Melbourne. E ora campione anche a Londra, dove si è preso la sua rivincita su Alcaraz sollevando per la prima volta il Major inglese.

La storia del fenomeno italiano comincia dalle vette innevate dell’Alto Adige, dove da piccolo alternava le vittorie con gli sci ai campi da tennis. A 13 anni sceglie definitivamente la racchetta con il benestare forse un po’ amaro di mamma Siglinde e papà Hanspeter, che lo vedono partire giovanissimo alla volta della Liguria, destinazione Bordighera. Lì avrebbe cominciato ad allenarsi per inseguire il sogno di diventare un tennista professionista.

Dagli esordi con coach Piatti alla top 100

La carriera di Sinner comincia nel 2015: sono gli anni delle prime partite tra gli Juniores e l’inizio di un percorso di crescita che culmina nel gennaio 2018 con il primo punto nella classifica mondiale a soli 16 anni. Dello stesso anno è anche il passaggio di Sinner al Piatti Tennis Center di Riccardo Piatti, con il quale l’italiano già lavorava dai tempi del suo trasferimento a Bordighera. Con l’allenatore comasco, l’altoatesino vince il suo primo titolo, il Challenger 80 di Bergamo, diventando così il più giovane italiano a riuscirci. È in questi mesi che l’azzurro condivide per la prima volta il campo con Carlos Alcaraz, al primo turno del Challenger di Villena, in Spagna, vinto dal murciano. E in aprile debutta in un torneo ATP, conquistando la sua prima vittoria a Budapest contro l’ungherese Valkusz. L’impatto con il tennis dei grandi sembra non pesare più di tanto sulle spalle di Sinner, che a maggio 2019 fa il suo esordio agli Internazionali d’Italia con una vittoria che lo rende il più giovane azzurro a vincere un match in un Master 1000, a 17 anni e 8 mesi. Ad agosto gioca la sua prima partita in uno Slam, agli US Open. Forte di questi risultati, l’altoatesino si qualifica alle Next Gen ATP Finals di Milano, riuscendo poi a vincere il torneo in finale contro l’australiano De Minaur. Un risultato che gli permette di chiudere l’anno tra i primi 100 al mondo, al 78esimo posto.

I primi titoli ATP e l’ingresso in top 10

L’ascesa di Sinner si consolida tra il 2020 e il 2021. A gennaio debutta agli Australian Open e centra subito la sua prima vittoria in uno Slam; torna per il secondo anno consecutivo agli Internazionali d’Italia, ma questa volta si spinge fino agli ottavi battendo il numero 6 ATP Stefanos Tsitsipas, mentre a giugno raggiunge i quarti all’esordio al Roland Garros. Sempre nel 2020 vince il suo primo titolo ATP al 250 di Sofia e aggiorna la sua classifica, entra quindi in top 50 e poi tra i primi 40, chiudendo il 2020 in 37esima posizione. L’anno dell’exploit di Sinner è il 2021: comincia la stagione con il secondo titolo 250 a Melbourne e raggiunge la sua prima finale in un Master 1000 a Miami, perdendo contro il polacco Hurkacz. E infine vince a Washington – il primo ATP 500 -, Sofia e ad Anversa, chiudendo l’anno con 4 trofei in bacheca. A soli tre anni dal suo debutto ATP, Sinner si affaccia per la prima volta a ridosso della top 10, riuscendo a qualificarsi come riserva alle Nitto ATP Finals a Torino. Qui fa il suo esordio nel Torneo dei Maestri dopo il ritiro per infortunio di Matteo Berrettini, sancendo l’ingresso tra i primi 10: è il 22 novembre 2021 e Sinner si posiziona per la prima volta al decimo posto del ranking mondiale. Il 2022 è un anno di grandi cambiamenti: a febbraio è ufficiale la separazione dal suo storico coach Piatti, che Sinner sostituisce con Simone Vagnozzi, il suo attuale allenatore, a cui affianca da giugno Darren Cahill. I risultati, almeno nei primi mesi, faticano ad arrivare anche a causa di una condizione fisica ancora lontana dalla forma ottimale. Ed è infatti costretto a ritirarsi da diversi tornei, abbandonando momentaneamente la top 10. Comincia però un lungo lavoro di miglioramento che lo porta a raggiungere per la prima volta i quarti di Wimbledon e poi a vincere il suo unico titolo su terra, a Umago, contro Alcaraz alla loro prima finale da avversari. Chiude l’anno fuori dai primi 10 al mondo, al 15esimo posto.

L’inizio del dominio: il primo Master 1000, la finale alle ATP Finals e la vittoria in Coppa Davis

Archiviata una stagione non semplice, Sinner cambia passo nel 2023. Comincia l’anno con la seconda finale a Miami, ma lì non riesce a superare il russo Daniil Medvedev. E dopo una faticosa parte di stagione su terra, raggiunge per la prima volta la semifinale a Wimbledon, dove esce per mano di Djokovic. È proprio a Londra che nasce in Sinner la consapevolezza di poter lottare con i più forti. La conferma arriva al Master 1000 di Toronto, dove l’italiano conquista il suo primo “Big Title” in carriera. Si apre così la strada per il debutto tra i primi cinque al mondo: con le vittorie nei 500 di Pechino e Vienna, Sinner sale al quarto posto della classifica ATP e si qualifica alle Finals per la prima volta dal 2021. Si presenta a Torino come il giocatore più in forma del momento. E lo dimostra battendo ai gironi Djokovic per la prima volta in carriera e raggiungendo la finale, dove però non riesce a vincere contro il serbo. Sinner si prende la sua rivincita in semifinale di Coppa Davis: a un passo dall’eliminazione e sotto di tre match point, l’altoatesino rimonta l’allora numero uno al mondo e trascina l’Italia in finale, contribuendo a riportare l’Insalatiera a Roma 47 anni dopo l’ultima volta.

Comincia l’era Sinner: i primi titoli Slam, numero uno al mondo e trionfo a Wimbledon

Con il successo in Coppa Davis, la scalata di Sinner verso il primo Slam sembra ormai una questione di tempo. E il momento arriva all’inizio del 2024: il 28 gennaio, dopo aver eliminato il campione uscente Djokovic, il classe 2001 rimonta due set a Medvedev e conquista il suo primo Major agli Australian Open. La stagione prosegue con il titolo a Rotterdam, la semifinale a Indian Wells e il primo successo a Miami. Dominante sul cemento, Sinner incontra qualche difficoltà sulla terra battuta, ma pur senza titoli riesce comunque a centrare la sua prima semifinale al Roland Garros. E a Parigi infrange un altro tabù: con il ritiro di Djokovic per infortunio, diventa il primo italiano nella storia a raggiungere la vetta del ranking mondiale. In estate, Sinner torna al successo ad Halle su erba diventando il primo italiano a vincere un trofeo su ogni superficie. Tenta quindi l’assalto a Wimbledon, ma si ferma ai quarti di finale. E in quel periodo arriva anche la notizia della sua positività al Clostebol (il mondo lo scoprirà ad agosto, dopo le Olimpiadi saltate da Sinner ufficialmente per una tonsillite): arriva l’assoluzione al Tribunale indipendente, ma anche il successivo ricorso della WADA. Nonostante la complessa situazione extra campo, l’azzurro conquista il Master 1000 di Cincinnati, si prende il secondo Slam agli US Open, vince il titolo a Shanghai e raggiunge la finale a Pechino. Nell’ultima parte di stagione trionfa alle ATP Finals — primo italiano di sempre — e guida l’Italia al secondo successo consecutivo in Coppa Davis. Chiude il 2024 con un bilancio di 30 vittorie e una sola sconfitta nella seconda metà dell’anno.

Si presenta agli Australian Open 2025 da campione in carica e come numero uno indiscusso. E a Melbourne conferma agilmente il titolo, diventando il primo tennista a difendere con successo il suo primo Slam dai tempi di Nadal nel 2005 e 2006. La sua stagione, però, subisce un brusco stop: la sospensione concordata con la WADA lo costringe a fermarsi per il caso Clostebol. Rientra tre mesi dopo agli Internazionali d’Italia, dove centra la sua prima finale, ma si arrende per la quarta volta consecutiva ad Alcaraz. La rivalità con lo spagnolo si accende definitivamente al Roland Garros con la prima sfida in una finale Slam, una battaglia di oltre cinque ore da cui Sinner esce sconfitto al quinto set. Per molti potrebbe essere l’inizio di una fase di declino per l’italiano che, però, zittisce le critiche e centra la quarta finale Slam consecutiva a Wimbledon, diventando il più giovane a riuscirci a 23 anni e 318 giorni. A Londra si trova ancora una volta di fronte Alcaraz, ma questa volta è l’azzurro a vincere, conquistando il suo quarto Slam in carriera. Infrange così l’ennesimo record: è il primo italiano di sempre a trionfare ai Championships.

I prossimi obiettivi: Roma, Parigi e oro olimpico per completare il tennis

Due anni da protagonista assoluto per Sinner, che dalla seconda metà del 2023 a oggi ha messo insieme numeri da fuoriclasse: 14 titoli, di cui 4 Slam, 4 Masters 1000, 1 ATP Finals, 4 finali perse e 58 settimane consecutive in vetta al ranking mondiale. Cifre che, solo pochi anni fa, sarebbero quasi sembrate fantascienza. E invece l’italiano le ha trasformate in realtà, abbattendo ogni record nazionale e riscrivendo quelli internazionali. Ha solo 23 anni, ma per entrare definitivamente nell’Olimpo del tennis gli mancano appena due tasselli: la consacrazione sulla terra battuta e la medaglia olimpica. Per tradizione, la terra battuta è la superficie per eccellenza del tennis italiano. È lì che sono nate le leggende di Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, vincitori sia agli Internazionali d’Italia che al Roland Garros. Eppure, è proprio sulla superficie rossa che Sinner non è ancora riuscito a sollevare un grande trofeo. Ha vinto ovunque: dal cemento indoor all’outdoor fino all’erba di Wimbledon. Ma la terra di Parigi è l’ultima vetta da scalare per completare il Career Grand Slam, ovvero la vittoria dei 4 Major in carriera. Le finali raggiunte quest’anno a Roma e al Roland Garros lasciano ben sperare. Anche perché al momento solo Alcaraz sembra davvero in grado di reggere il confronto con l’italiano. Potrà riprovarci nel 2026. Mentre ci sarà da attendere per l’altro grande obiettivo: dopo due Olimpiadi senza partecipare, Sinner potrebbe finalmente debuttare ai Giochi di Los Angeles 2028 che si giocheranno quasi sicuramente sul cemento statunitense, la sua superficie preferita. Forse il contesto perfetto per inseguire un altro sogno: vincere l’oro olimpico.

L'articolo Il ragazzino che scese dai monti per “vincere tanti Slam”: la storia dell’ascesa di Sinner fino al tempio del tennis proviene da Il Fatto Quotidiano.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored