Wimbledon: Pavlyuchenkova beffata dalla tecnologia durante il match con Kartal
Wimbledon per tanti aspetti significa precisione, rigore. I dettagli estetici come i fiori e la cura del ‘All England Club’, come anche dei campi in erba i cui ciuffi sono misurati con minuzia al centimetro. Ma anche l’abbigliamento di chi lavora al torneo, le tradizioni secolari, tra cui i giudici di linea…che però non ci sono più dopo 147 edizioni del torneo. Dal 2025, infatti, il terzo Slam dell’anno ha deciso di seguire quanto già messo in pratica da Australian Open e US Open, che utilizzano la tecnologia per le valutazioni dei rimbalzi. Un passo in avanti sembrerebbe. Ma non è tutto oro quel che luccica.
Dall’inizio dell’evento ci sono stati alcuni episodi incerti che hanno messo in dubbio la precisione e l’affidabilità di ‘Hawk-Eye’. L’apice si è però visto nel match di ottavi di finale tra Anastasia Pavlyuchenkova e Sonay Kartal. Sul punteggio di 4-4 e vantaggio per la russa, con lei al servizio, la tennista di casa ha giocato un rovescio in avanzamento atterrato fuori di quasi una spanna. Ma ‘ELC’ (‘Electronic Line Calling’) non ha effettuato alcuna chiamata. L’arbitro quindi, dopo che Pavlyuchenkova ha colpito la palla, fermandosi un istante dopo nell’attesa che una valutazione elettronica arrivasse, ha fermato il gioco esclamando ‘stop, stop’ attraverso il microfono.
A quel punto il giudice di sedia è andato a colloquio con chi di dovere, e a seguito di qualche minuto la sua decisione è stata quella di ripetere il punto. “Sfortunatamente Electronic Line Calling è stato incapace di rilevare l’ultimo punto”, le parole di Nico Helwerth, arbitro dell’incontro. Successivamente, la numero 50 al mondo, che avrebbe dovuto trovarsi avanti 5-4, si è fatta invece brekkare da Kartal. Quest’ultima ha poi servito per chiudere il parziale, ma non ha convertito un set point e, dopo aver perso la prima frazione, è uscita sconfitta anche dalla seconda.
“È ormai chiaro che il sistema ELC in diretta, che funzionava in modo ottimale, è stato disattivato per errore per un game, nella parte del campo dove stava il battitore, da coloro che gestivano il sistema”, ha fatto sapere un portavoce dell’AELTC. “In quel periodo, ci sono state tre chiamate non rilevate dal sistema ELC in diretta sulla parte interessata del campo. Due di queste sono state chiamate dal giudice di sedia, che non era a conoscenza della disattivazione del sistema. Il giudice di sedia ha seguito la procedura stabilita. Ci siamo scusati con i giocatori coinvolti. Continuiamo ad avere piena fiducia nell’accuratezza della tecnologia di tracciamento della palla. In questo caso si è verificato un errore umano e di conseguenza abbiamo rivisto attentamente i nostri processi e apportato le opportune modifiche”.
Il sistema ELC è attenzionato da 50 operatori e utilizza 12 telecamere per campo. Un operatore lavora su due campi, ognuno dei quali ha un funzionario addetto alla revisione che comunica con l’arbitro. “Mi aspettavo una decisione diversa. Pensavo solo che il giudice di sedia potesse prendere l’iniziativa”, ha affermato poi la 34enne russa in conferenza stampa. “Ecco perché è lì, seduto sulla sedia. Ha visto anche lui che la palla fosse fuori, mi ha detto dopo l’incontro. Pensavo la chiamasse, ma non l’ha fatto. Invece ha semplicemente detto ‘replay’. Non so se sia una cosa che c’entra col fatto che lei (Kartal, ndr) è del posto. Stavamo aspettando la decisione perché il sistema era inattivo, ma mi aspettavo di sentire se avessero detto che la palla era dentro o fuori. Invece hanno semplicemente detto ‘replay the point’”.
Un episodio decisamente spiacevole quindi, che poteva compromettere il primo set dell’incontro. E chissà, magari anche l’esito finale. “È stato difficile, era un momento cruciale della partita. È bene sollevare questo argomento per il futuro, perché, se dovesse succedere qualcosa del genere nel momento cruciale della partita, dovremmo avere un sistema come nel calcio, così che sia chiaro a tutti e possiamo andare avanti subito invece di limitarci a tirare a indovinare”, ha concluso Pavlyuchenkova.