Wimbledon, Swiatek: “5 set nel femminile? Non ho invidiato Sinner e Alcaraz a Parigi!”
Iga va veloce a Wimbledon 2025, la sua determinazione e il suo footwork hanno dato segno convincente della loro presenza e l’hanno fatta volare fino agli ottavi di finale, dopo il successo su Danielle Collins per 6-2 6-3.
Swiatek esordisce con le classiche affermazioni in merito al “grande match, durante il quale mi sono sentita bene”. Poi prosegue: “ho voluto giocare con coraggio da subito e sono contenta del lavoro fatto. Sì, davvero un lavoro solido oggi”. Una domanda gli riporta una frase che avrebbe detto sulla pallina, che “quest’anno sull’erba finalmente mi ascolta”. Lei inizialmente accetta e risponde “sì, oggi non particolarmente”, poi dal momento che l’attenzione non si sposta da questa immagine della pallina che le obbedisce, Iga cambia discorso: “cerco di fare quello che devo fare. Intendo dire che un giorno sei più precisa e un giorno lo sei di meno, ma in generale quest’anno mi trovo più a mio agio e mi capita più spesso di giocare senza pensare. Questo” – conclude la riflessione la testa di serie numero otto – “non significa che io mi aspetti sempre di essere in tale situazione. C’è sempre da aggiustare qualcosa e io devo essere sempre pronta a tutto”.
La chiacchierata vira sulla questione del tre-su-cinque anche per le donne, negli ultimi turni degli Slam, sia per maschi che per femmine. Swiatek è apparentemente possibilista ma in realtà non lo vuole. “Per noi donne… non saprei, non ci ho mai pensato. Per me non sarebbe male perché penso di essere molto preparata dal punto di vista fisico e avrei più tempo per risolvere un problema in campo. Ma non credo accadrà, anche perché con meno match al quinto le condizioni dell’erba sarebbero migliori. Certo, lo spettacolo che danno le partite più lunghe è notevole e la tradizione nel nostro sport è importante”. Le chiedono se ha invidiato Sinner e Alcaraz a Parigi: “no no, ero ben contenta di esserne fuori (ridendo)”.
La domanda sul cibo le strappa un altro sorriso: “pasta e fragole? È così importante? Tutti ne dovrebbero mangiare! È un mix perfetto di gusti e poi da noi le fragole sono buonissime, meglio che qui da voi. Adesso verrò messa al bando… anche qui sono buonissime, solo… diverse. Mio padre ci aggiunge la panna e lo zucchero, io magari lo yogurt per far finta che sia buono…”
Quando le chiedono in merito alla bontà della sua fase mentale, Iga ha parole di ammirazione per la scuola ceca: “loro intuiscono cosa sta succedendo in campo; talvolta leggono la direzione del colpo in frettissima; non è semplicemente una questione mentale. Comunque” – conclude – “grazie per le parole sulla mia forza mentale, comunque non desidero parlare di chi è forte da questo punto di vista e di chi, secondo me, non lo è, perché ognuno è diverso dagli altri”.