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Wimbledon: i segreti di Sinner raccontati da chi l’ha allenato

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di Stuart Fraser, pubblicato dal Times il 25 giugno 2025

Traduzione di Annalisa Midali e Michela Giorgia Pizzo

Potrebbe sembrare una domanda da quiz di cultura generale: nominate il tennista britannico di 27 anni che si è trovato dall’altro lato della rete rispetto a otto dei primi dieci giocatori del mondo e che è certo di essere in campo nell’ultimo giorno di Wimbledon tra poco più di due settimane.

È probabile che non conosciate la risposta corretta, perché Adam Jones è il numero 57 del Regno Unito e non prenderà parte in modo competitivo al torneo di quest’anno. Il suo compito nelle prossime due settimane, invece, sarà quello di essere a completa disposizione di giocatori come Novak Djokovic e Carlos Alcaraz quando avranno bisogno di un compagno di allenamento.
“Sto vivendo un sogno in un modo diverso, ma è comunque fantastico”, racconta Jones. “Mia madre una volta mi ha visto allenarmi con Novak a Wimbledon, e quello, per me, è uno dei ricordi più belli legati al tennis. Anche se non si tratta di una vera partita, è comunque incredibile poter dire di essermi allenato con tutti questi straordinari giocatori”.

È stato nel 2022 che Jones si è iscritto per la prima volta come “hitter” a Wimbledon, e da allora è diventato un collaboratore di fiducia per molti dei migliori tennisti del mondo in questo periodo dell’anno. Non riuscendo ad accedere al torneo più prestigioso del tennis a causa di una posizione in classifica piuttosto bassa (n. 1519), questa è la cosa più vicina al sogno per un giocatore che ha coltivato l’ambizione di diventare professionista fin da quando, a tre anni, ha iniziato a colpire le prime palline al Prenton Lawn Tennis Club di Birkenhead.
Conoscevo Peter Finn, il responsabile dei campi di allenamento a Wimbledon”, spiega Jones. “È lui che gestisce tutto: conosceva il mio livello e sapeva che sono un buon compagno di allenamento, così mi ha contattato e mi ha chiesto se volessi farlo”.

Nel giro di pochi giorni dall’inizio del lavoro, Jones è stato subito messo a dura prova. C’è stato un giorno in cui ho giocato per otto ore”, racconta. “Mi sono allenato con gente come Djokovic, Daniil Medvedev e Casper Ruud, e l’ultima ora l’ho passata facendo un set con Jannik Sinner. Alla fine, vedevo la pallina come un pianeta, ma il mio gomito era come un palloncino. In realtà è ancora un po’ così, quindi mi ha segnato sia mentalmente che fisicamente”.

La maggior parte delle due settimane di Jones si svolge presso l’area di allenamento di Aorangi Park, all’estremità nord dell’All England Club. Sebbene abbia un’idea approssimativa del suo programma all’inizio della giornata, è comunque sempre disponibile per eventuali richieste dell’ultimo minuto.
La sera prima ricevo un programma con i giocatori con cui mi allenerò”, dice Jones. “Poi, durante la giornata, possono arrivare richieste a sorpresa. Potresti essere lì seduto a prendere un caffè e dopo dieci minuti qualcuno vuole allenarsi con te, quindi devi essere sempre pronto. I migliori giocatori hanno continuato a richiedere me, il che è davvero bello. Evidentemente stavo facendo un buon lavoro evitando di sparare troppe palline fuori”.

Una sessione di allenamento può assumere svariate forme. Alcuni giocatori vogliono semplicemente scambiare per circa 40 minuti come riscaldamento pre-partita, mentre altri arrivano con indicazioni precise su esercizi da fare in vista del prossimo avversario. A volte, a Jones viene anche chiesto di giocare dei set di prova. “Mi stavo allenando con Novak prima che affrontasse il grande servizio di [Hubert] Hurkacz. Goran [Ivanisevic, l’ex allenatore di Djokovic] mi faceva stare sulla linea di servizio a servire bombe”, racconta Jones.

Dipende da chi devono affrontare. Cerco di imitare il loro prossimo avversario per aiutarli a prepararsi alla partita. È divertente variare il mio gioco e lavorare su aspetti diversi. Gli allenamenti con Novak sono decisamente quelli che mi hanno colpito di più. È un vero animale. È così concentrato, così intenso, ma allo stesso tempo sa anche ridere. È stato molto gentile con me e mi ha aiutato tanto con il mio gioco, dandomi ottimi consigli e suggerimenti.”

A pagina 2: il divario con i top player, i guadagni, le notti in tenda di nascosto…

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