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Wimbledon: Shelton e la strana sospensione del suo match. “È stata colpa di Hawk-Eye”. Poi vince in 70 secondi

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Quattro punti. Settanta secondi. Tre ace e un servizio vincente. Questa la conclusione del match tra Shelton e Hijikata che era stato sospeso giovedì sera sul 6-2 7-5 5-4 a causa dell’oscurità.

Una situazione decisamente curiosa, causata a quanto pare dall’innovazione introdotta quest’anno a Wimbledon per la prima volta: Hawk-Eye Live. La sospensione, infatti, è stata imposta dal supervisor quanto mancava (potenzialmente) solo un game alla fine della partita perché gli operatori di Hawk-Eye Live avevano inviato l’avvertimento che in cinque minuti il sistema avrebbe smesso di funzionare a causa di mancanza di luce.

Ovviamente se ci fossero stati i giudici di linea la situazione sarebbe stata decisa in maniera molto più empirica, ma trattandosi di un sistema automatico che ha bisogno di una certa quantità di luce per poter funzionare si è dovuto arrivare a questa decisione decisamente anomala.

Nella sua conferenza stampa post match (o post game, chiamatela come volete), nella quale molte delle sue risposte sono durate più della sua performance in campo nella giornata, Shelton ha spiegato la situazione riportando la conversazione con il supervisor.

Ha detto che si trattava di un avvertimento dei cinque minuti prima dello spegnimento di Hawk-Eye. Questo includeva il cambio di campo, quindi non ci sarebbe stato abbastanza tempo per completare la partita. Gli ho detto che mi servono solo 60 secondi (sorridendo). Era questo il mio obiettivo quando sono uscito oggi. Sì, mi ha detto che non c’era abbastanza tempo. Gli ho chiesto: “Ma è già scesa o vi hanno dato i cinque minuti di preavviso?”. Beh, ci hanno dato l’avvertimento di cinque minuti, ma non giocheremo finché non sarà finita. Mi sono chiesto: “Perché non giochiamo finché non finisce? Continuiamo a giocare. Lui ha detto: “Oh, perché non vogliamo che sia nel bel mezzo di un game”. E io: “Sto già servendo per il match”. Non sono più così arrabbiato per quella decisione. È stata una decisione difficile, obbligata da ciò che era stato fatto in precedenza.”

Shelton infatti ha ricordato come il suo avversario avesse iniziato a lamentarsi per la scarsa visibilità fin dalla fine del secondo set, e quindi si sarebbe potuto sospendere in ogni altro momento: “Il mio avversario si lamentava già dalla fine del secondo set. Sembrava che ci fossero momenti migliori, se sapevano di dover sospendere, prima che siarrivasse a quel punto. Magari sul 3-2 o 4-2 o alla fine del secondo set, c’era tutto il tempo necessario. Ma capisco che il torneo debba prendere decisioni di questo tipo. Noi giocatori dobbiamo adattarci.”

Sembra logico dedurre che l’organizzazione sperasse ci sarebbe stato abbastanza tempo per finire il terzo set: d’altra parte Hijikata ha usufruito di un time-out fisiologico alla fine del secondo set, rimanendo fuori dal campo 5-6 minuti, e quei minuti sarebbero bastati per finire la partita.

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