Notizie

Wimbledon: Cilic, il gigante troppo buono. Ma fortissimo

0 5

LONDRA – Non si può non voler bene a Marin Cilic. Umanamente, un ragazzo d’oro, pure troppo, al punto da mettere a proprio agio emotivamente gli avversari, il che a certi livelli è un problema non da poco. Uno di quei tipi che fai fatica ad immaginare arrabbiato, di quelli con la luce buona negli occhi, che non fa paura e non mette ansia quando lo vedi dall’altra parte della rete.

Negli anni il croato, ex allievo di Goran Ivanisevic, ha provato ad aggiungere un minimo di cattiveria, aggressività di atteggiamento, certo senza scadere nelle piccole scorrettezze che vediamo spesso nel circuito, ma senza riuscirci più di tanto.
I suoi successi, mica pochi, a partire dallo US Open vinto nel 2014, battendo Federer in semifinale e Nishikori in finale con due prestazioni scintillanti (ed erano anni in cui i famigerati “Big Three” lasciavano solo le briciole), sono sempre arrivati dalla straordinaria qualità del suo tennis, come detto forse poco aiutata dall’aura e dalla personalità che esibivano molti dei suoi grandi avversari.

Ricordo ancora la prima volta che ebbi occasione di analizzarlo, qui a Londra nel 2017, e dopo aver visto lo scherzetto che ha combinato a Draper, mi è sembrato di ritornare indietro nel tempo, con grande piacere.


Il buon Jack, con grande onestà, ha ammesso che Marin, a furia di splendide botte con poca rotazione ha esposto il “buco” tecnico del suo dritto in modo evidente, non permettendogli di spingere e liftare come invece gli riesce assai bene sul cemento medio-lento. Spiace per l’inglese, altro bravissimo ragazzo, ma la gioia di poter ancora ammirare le accelerazioni perfette di Cilic è tanta, dopo un periodaccio, condito da un serio infortunio al ginocchio, che aveva perfino fatto temere per la sua carriera.


Leve lunghe (Marin è 1.98) gestite con scioltezza impressionante, velocità di braccio, senso dell’anticipo magnifici. Oltre a Draper, per esempio, anche uno come Zverev potrebbe studiarsi bene il dritto di Cilic, che ha una preparazione non troppo diversa dalla sua, ma una capacità di far “entrare” avambraccio e mano attraverso la palla che il tedesco si sogna da quel lato.


Nel terzo turno contro il coriaceo Munar potrebbe succedere di tutto, ma mi perdonerà lo spagnolo se il tifo sarà per il nostro gigante buono preferito.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored