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ATP Eastbourne, Fritz raggiunge Brooksby in finale: Taylor a caccia del poker nell’East Sussex

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Per la quinta volta negli ultimi sei anni, il torneo ATP di Eastbourne vedrà almeno uno statunitense in finale. Stavolta sono ben due, come capitò nel 2019 e nel 2022.

A livello cronologico, il primo ad arrivarci è stato Jenson Brooksby che conquista la seconda finale di questo 2025 e dopo quella vinta a Houston contro Frances Tiafoe raggiunge l’ultimo atto anche di Eastbourne. A farne le spese è Ugo Humbert che dopo aver vinto il primo non riesce a trovare continuità: il campione dell’ATP di Marsiglia abbandona dunque il torneo britannico in semifinale.

Taylor Fritz è uno specialista a Eastbourne essendo arrivato in finale nel 2019 con Sam Querrey, nel 2022 contro Maxime Cressy e nel 2024 con Max Purcell, vincendo tutte e tre le edizioni e diventando il più titolato, superando Feliciano Lopez che si era fermato a due.

[LL] J. Brooksby b. [4] U. Humbert 7-6(7) 6-4 6-4 (in collaborazione con Danilo Gori)

Nei primi game sono sostanzialmente le rispettive battute a parlare, con Humbert che trova due ace disegnando altrettante curve esterne, scoccando il colpo dal vertice sinistro della sua porzione di campo, che tagliano in obliquo il court e si perdono senza che Brooksby le possa anche solo sfiorare. Lo statunitense è impacciato quando deve coprire con il rovescio le iniziative del mancino francese con il dritto in diagonale, ma tiene botta nonostante Humbert riesca a fare più movimento nel quarto gioco, fino a spingersi sul 15-40 per poi commettere un paio di ingenuità e perdere le prime chance di fuga nel punteggio.

Il break arriva poco dopo ma è dell’americano perché Ugo serve un doppio errore sul 15-15 e perché lo strano rovescio slice lungolinea a due mani con effetto a uscire di Jenson annoia parecchio il tennista di Metz, il quale non sa rimediare e cede la battuta per il momentaneo 2-3. Humbert non desiste e riprende a giocare a tutto campo, ma nel momento in cui può stringere il contro-break il braccio è meno sicuro e l’errore allontana la rimonta, con Brooksy che conduce 4-3 dopo mezz’ora di tennis.

Il favorito numero quattro ottiene il contro-break più per errori altrui che per altro, anche se trasforma la palla-break con una volée bassa di rovescio da vero erbivoro, e la sfida giunge al tie-break, che sorride al francese dopo sedici punti; Humbert annulla un setpoint con il terzo ace, identico ai primi due descritti all’inizio dell’incontro, e chiude con un servizio vincente. Un’ora e tre minuti di tennis piacevole.

Brooksby non smette di utilizzare in maniera appropriata lo slice di rovescio e si giova di qualche istante di distrazione del rivale per acciuffare il break che lo sospinge nel secondo parziale fino al 3-0; qui però si assiste al rientro nel match del francese, che toglie la battuta al rivale e per siglare il 3-3 risale da 0-40 finalmente scegliendo qualche volta in più il rovescio con il taglio dall’alto verso il basso, lui che tende più spesso a coprire il colpo anche quando il rimbalzo della pallina suggerirebbe l’approccio inverso. L’americano scende nelle percentuali tanto con la prima che con la seconda palla ma si adopera con successo per scrivere 5-4 e nel decimo game si giova di un paio di inaspettate incertezze del mancino di Metz, che di nuovo mette sul net un rovescio e allunga troppo il dritto del 6-4; un set pari dopo quasi due ore di gioco.

Il terzo set vede l’americano cominciare benissimo, quasi come se fosse un “secondo set allungata”. Humbert risulta parecchio nervoso, sia nei colpi che nelle reazioni, come dimostra il break del 2-0 per Brooksby. Il “click” mentale per il francese arriva dp il primo hold, dove si indica la testa e comincia ad usarla, restando concentrato e recuperando il break di svantaggio al quinto gioco. L’inerzia dunque si sposta dalla parte di Humbert che approfitta dell’ottimo momento per siglare tre punti consecutivi in battuta: Brooksby si ritrova infatti 0-40 sul 3-3 e la situazione comincia a farsi preoccupante per Jenson. Lo statunitense però trova energie nascoste e quando tutto sembrava finito ribalta la situazione e ai vantaggi chiude immediatamente a suo favore. Da qui un altro exploit Brooksby con un break clamoroso, facendo ciò che non era riuscito a fare Humbert ovvero sfruttare una delle tre palle break consecutive sullo 0-40. Jenson prima con una super difesa e poi un rovescio spettacolare si concede il privilegio di servire per il match. Questo match però ci ha insegnato a non dare nulla per scontato: Brooksby parte con un ottimo servizio e un ace per il 30-0, ma stavolta è Humbert a rovinare la festa all’avversario e riprendersi il break. Jenson non si abbatte, anzi, si conquista tre match point sul servizio dell’avversario e infine riesce a chiudere una battaglia durata 2 ore e 49 minuti. Da sottolineare l’abbraccio tra i due a fine incontro.

[1] T. Fritz b. [6] A. Davidovich Fokina 6-3 3-6 6-1

Sicuramente non si può definire il miglior inizio di partita per Alejandro Davidovich Fokina che perde il suo primo turno di battuta a zero, senza praticamente trovare nessun colpo tra quelli proposti. La percentuale di prime messe a segno da Taylor è molto alta, un ottimo modo per mettere alle strette un giocatore che sa dimostrarsi scomodo da affrontare come Fokina. Lo spagnolo però in questi primi game, seppur talvolta forzando molto il colpo, non sembra approcciare il match nella maniera giusta. C’è da dire che Fritz non offre nemmeno la possibilità a Fokina di giocare le proprie carte e i 14 punti su 18 totalizzati con la prima di servizio rendono chiara l’idea. C’è da dire che però Alejandro non fa nulla per aiutarsi con soli 4 vincenti e ben 12 errori non forzati, la maggior parte concentrati nella prima parte di gara dove c’è stato l’unico break del primo set che indirizza il set verso il 6-3.

Fokina è ora spalle al muro e con l’obbligo di cambiare marcia, migliorando nettamente il proprio modo di giocare e naturalmente cercando di arginare Fritz che fin qui sembra in controllo del match. Nel quarto gioco del secondo set, Fokina fa esattamente tutto ciò che non aveva fatto nei turni in risposta in precedenza: lungolinea, risposte pesanti, varietà di colpi e vincenti che lo portano ad ottenere il break a zero, difficilmente pronosticabile come situazione dopo il primo set. Fritz non accusa più di tanto il colpo e a dimostrarlo sono i due hold senza incassare nemmeno un “15”. Con qualche fatica in più, Davidovich tiene saldi i propri turni di battuta e questo lo portando a vendicarsi del primo set con un ottimo 6-3. Vi ricordate i 4 vincenti di Alejandro? Bene, nella seconda frazione Fokina ha quasi triplicato il computo totale con 11. Quello che colpisce però è l’approccio completamente rivisitato per Fokina e la stessa cosa si può dire di Fritz, anche se in eccezione negativa. Lo statunitense mantiene un buon servizio, a parte il break a zero, ma risulta meno convinto durante lo scambio e l’avversario non può che ringraziare.

Il terzo set vede subito Fokina sfiorare il sorpasso con una palla break vanificata ai vantaggi. Oltre il danno, anche la beffa per lo spagnolo che subito dopo viene breakkato da Fritz. Il tre volte campione qui a Eastbourne, nonostante la strada apparentemente spianata, inciampa da solo in qualche occasione. L’esempio più importante nel quinto gioco dove nuovamente ai vantaggi si trova a rischio break, ma anche stavolta Fokina non la sfrutta a dovere. Qui lo spagnolo stacca completamente la spina, perdendo un altro servizio e infine la partita. Fritz può ambire a diventare il secondo giocatore nella storia di questo torneo a vincere per due anni consecutivi dopo Feliciano Lopez nel 2013 e 2014.

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