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21 vittorie di fila, nessun set perso: da dove sbuca Janice Tjen?

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Quattro titoli consecutivi e una striscia aperta di 21 vittorie di fila condita da 42 set vinti e nessuno perso. Il tutto nel giro di un mese. Da dove è sbucata fuori Janice Tjen? Premessa doverosa prima di parlarne: al momento non stiamo parlando di un futuro crack del tennis mondiale, né tantomeno di una Top 20 annunciata. Ma di certo la ragazza si sta mettendo in mostra, valorizzando un sistema, quello del college tennis, che merita sempre più attenzione.

Chi è Janice Tjen?

Classe 2002, originaria di Singapore, Janice nel suo piccolo si è presa le luci della ribalta. A 23 anni ha già vinto 12 titoli ITF in singolare, cinque solo in questa stagione. Una sorpresa? Fino a un certo punto. Ex Top 100 junior, come sempre più ragazzi e ragazze con carriere giovanili promettenti, ha scelto la strada del college. Primo anno all’Oregon University, sotto le conifere di Eugene; poi tre anni a Pepperdine. La sua biografia sul sito dell’università californiana è un elenco di traguardi: due volte ITA All-American in singolare, una finale ai Campionati NCAA in doppio, WCC Player of the Year nel 2023. E con Oregon anche il riconoscimento di freshman dell’anno nella Pac-12, con stagione chiusa al numero 6 del ranking ITA: nessuna, nella storia dell’ateneo, aveva fatto meglio.

Eppure, online si trova poco su di lei. Niente interviste negli Stati Uniti, nessun approfondimento a Singapore. Sui social ha poco più di 3000 follower e parla solo di tennis. Tra i post, anche la vittoria nel torneo “Road to Australian Open Junior” che nel 2019 le valse l’accesso alle qualificazioni dello Slam australiano under 18, conclusasi però al primo turno.

Un 2025 da favola

Solo l’anno scorso, una volta completata la laurea in sociologia e con zero punti all’attivo nel ranking WTA, ha iniziato davvero a fare sul serio da professionista. Prima del 2024, appena cinque tornei disputati da pro e una sconfitta dignitosa (6-1 6-4) contro Madison Brengle, allora numero 51 del mondo. È sorprendente — ma non troppo — che le siano bastati diciotto mesi per diventare numero 210 WTA. Un best ranking che a settembre le aprirà le porte delle qualificazioni Slam agli US Open. La verità? Il livello degli ITF asiatici si è rivelato inferiore a quello dei piani alti della Division 1 NCAA. Ed è interessante notare come questa scalata sia avvenuta dopo un percorso collegiale completo. Se fosse uscita direttamente dal circuito junior, una progressione simile sarebbe stata molto più complicata e paradossalmente avrebbe potuto richiedere lo stesso lasso di tempo.

Nel 2025 Tjen è salita in cattedra: 41 vittorie, 6 sconfitte. L’ultima battuta d’arresto risale al 17 maggio, semifinale nel W35 di Changwon (Corea del Sud) contro la cinese Zheng Wushuang. Da lì in poi, quattro titoli consecutivi. L’ultimo — e il più prestigioso — è stato il primo W50 conquistato a Taizhou (Cina). Questa settimana niente qualificazioni di Wimbledon per lei: è di nuovo in campo nel W35 di Taipei, dove ha superato l’esordio contro Sofya Lansere con il punteggio di 7-6(15) 6-0.

Vince, ma non mancano le lacune

Visti questi numeri, perché non parlare più entusiasticamente del suo futuro? Come detto il circuito asiatico ITF non è di altissimo livello, e il suo tennis mostra ancora delle lacune. Di piedi non è sempre brillante, specie in difesa o quando deve inseguire la palla sul lato del dritto, colpo che le riesce meglio quando può stare dentro il campo o aprirsi lo sventaglio. Il rovescio in back è il colpo distintivo del suo repertorio, ben eseguito anche se eseguito con una frequenza fuori dal comune. Al servizio il lancio di palla è molto alto, ma sembra aiutarla a variare con più facilità. In generale sa stare in partita, ma non mancano passaggi a vuoto, soprattutto quando cerca di alzare il ritmo. A questi livelli, però, sopperisce con una qualità superiore alla media.

Con 12 titoli ITF in singolare, è già l’indonesiana più vincente nella categoria. Nella storia del tennis femminile indonesiano solo quattro giocatrici sono entrate tra le prime 100 WTA: Yayuk Basuki, Angelique Widjaja, Wynne Prakusya e Romana Tedjakusuma. Qualcuno potrebbe ricordare Basuki: numero 19 del mondo nell’ottobre 1997, sei titoli WTA in singolare e un quarto di finale a Wimbledon. Nei prossimi mesi sarà interessante vedere come Tjen affronterà un contesto più competitivo: ITF di fascia alta e tornei WTA 125. Capiremo se questa favola può diventare qualcosa di più. Per ora è una bella storia.

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