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WTA Bad Homburg: vincono in due set Pegula, Swiatek e Haddad Maia

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B.Haddad Maia b. A. Kruger 6-1 6-4

Nel tiepido pomeriggio tedesco, Beatriz Haddad Maia ha aperto il suo cammino al Bad Homburg Open con una prestazione autorevole, dominando in due set la statunitense Ashlyn Krueger. Sul verde dell’Hessische Tennismeisterschaften, la brasiliana ha impiegato poco più di un’ora per imporsi con il punteggio di 6-1 6-4, lasciando pochi spiragli all’avversaria e confermando il buon feeling con l’erba.
Il match è partito subito in discesa per la numero 21 del mondo, che ha preso in mano il comando delle operazioni sin dai primi scambi. Servizio solido, colpi profondi e un’ottima gestione del ritmo le hanno permesso di chiudere il primo set con un netto 6-1 in appena mezz’ora, approfittando anche di un’avversaria ancora alla ricerca di riferimenti sul rimbalzo basso e rapido della superficie.
Krueger, proveniente dalle qualificazioni e ripescata come lucky loser, ha provato a reagire nel secondo parziale. L’americana ha alzato il livello al servizio e ha provato ad accorciare gli scambi, ma la maggiore esperienza e la pazienza della brasiliana hanno fatto la differenza. Haddad Maia ha conquistato il break decisivo già dal primo gioco e non ha più guardato indietro, chiudendo la pratica con sicurezza e determinazione.
Numeri alla mano, la vittoria è stata netta: la mancina di San Paolo ha messo in campo oltre il 75% di prime, vincendo quasi l’80% dei punti con il fondamentale d’inizio gioco. In risposta, ha costretto Krueger a sbagliare molto con la seconda e ha convertito quattro break point su undici. Segnali confortanti per una giocatrice che, pur prediligendo la terra, ha già dimostrato in passato di potersi adattare all’erba con efficacia (campionessa a Birmingham e Notthingham nel 2022).
Ora per Haddad Maia si profila una sfida più impegnativa: agli ottavi la aspetta Elina Svitolina, testa di serie numero 7, avversaria insidiosa e molto più a suo agio su questa superficie, ma intanto la brasiliana può godersi un debutto senza sbavature, che le regala fiducia e ritmo in vista di Wimbledon.

J. Pegula b. K. Siniakova 6-2 6-3

Serviva una vittoria netta, un avvio che restituisse certezze in vista di Wimbledon. Jessica Pegula non ha tradito le aspettative e, in un’ora abbondante di tennis lineare e concreto, ha sbrigato la pratica Katerina Siniakova con il punteggio di 6-2 6-3. Sul centrale di Bad Homburg, la numero 3 del mondo ha confermato la sua attitudine all’erba, superficie dove il tempo per pensare è poco e le esitazioni costano care.
Siniakova, in tabellone come lucky loser dopo un buon percorso nelle qualificazioni, ha retto appena un paio di giri di battuta. Poi ha dovuto fare i conti con la regolarità da metronomo dell’americana, precisa con il servizio, rapida nello spostare il gioco e chirurgica nel colpire sulle righe. Nel primo set, Pegula ha strappato il servizio già nel secondo game e non ha più mollato il controllo, chiudendo 6-2 senza concedere alcuna palla break.
Più combattuto, almeno in apparenza, l’inizio del secondo parziale. Siniakova ha provato ad alzare il ritmo con qualche variazione in più e un pizzico di aggressività nei colpi in uscita dal servizio. La differenza nei momenti chiave si è fatta sentire: sul 3 pari, Pegula ha accelerato e firmato il break decisivo, sigillando di fatto il match.
Nel bilancio finale, parlano chiaro anche i numeri: 68% di punti vinti al servizio, cinque ace e solo due doppi falli. Pegula ha lasciato pochi spiragli e non ha mai concesso all’avversaria la sensazione di poter davvero entrare in partita. Una prestazione solida, con il piglio di chi ha le idee chiare e punta dritto ai quarti, dove attende la vincente della sfida tra Osaka e Navarro.
Per la statunitense si tratta di un ritorno gradito sull’erba tedesca: senza fronzoli, senza romanticismi, con la stessa concretezza che l’ha portata a essere una presenza fissa nelle zone alte del ranking. Per Siniakova, reduce da un’ottima vittoria su Kudermetova al primo turno, resta un torneo comunque positivo, anche se l’ostacolo Pegula si è rivelato troppo alto da superare.

I.Swiatek b. V.Azarenka 6-4 6-4

Iga Swiatek ha battuto in due set (6-4 6-4) una combattiva Victoria Azarenka, firmando l’accesso ai quarti di finale con una prova tutt’altro che banale. In un’ora e trentacinque minuti abbondanti, l’ex numero 1 del mondo ha confermato che anche sull’erba può dire la sua, pur senza ancora aver sviluppato quella confidenza automatica che la caratterizza su terra e cemento.
Non era un secondo turno qualunque. Quando dall’altra parte della rete trovi una due volte campionessa di uno Slam, che sull’erba ci sa stare eccome, servono pazienza, ritmo e lucidità tattica. E Swiatek ha risposto presente, trovando il tempo dei colpi con crescente sicurezza, soprattutto quando si trattava di difendere la propria battuta.
Azarenka, che a Bad Homburg è arrivata in buona forma, non ha fatto la comparsa. Anzi. Ha tenuto botta da fondo e provato spesso a prendere campo con il rovescio lungolinea, suo marchio di fabbrica. Ma la tenuta mentale della polacca nei momenti delicati ha fatto la differenza. Un break per set, entrambi maturati nel cuore dei parziali (4-4 nel primo, 3-3 nel secondo), hanno deciso l’incontro. Sempre Swiatek, sempre nel momento giusto.
Nel complesso, la polacca ha servito con l’80% di prime in campo nel secondo set, gestendo bene i game di battuta (nessuna palla break concessa nel parziale decisivo). Non ha brillato in termini di vincenti – 18 contro i 20 dell’avversaria – ma ha sbagliato meno, con soli 13 gratuiti a fronte dei 25 di Azarenka, ma più dei numeri, a colpire è stata la capacità della polacca di adattarsi, di leggere il match come un libro che cambia trama a ogni pagina, senza mai perdere il filo.
Azarenka ha cercato spesso il colpo corto, qualche slice difensivo, qualche variazione in lungolinea. Swiatek ha risposto con il suo miglior repertorio: passanti chirurgici, angoli improvvisi, e quella corsa fluida che rende le sue rincorse quasi silenziose.
Questa vittoria pesa, non solo per il prestigio dell’avversaria, ma per come è maturata. Swiatek ha saputo gestire un match di contenuti tecnici elevati, su una superficie che resta la più lontana dalle sue abitudini, ma ora, con il passare dei minuti e dei turni, anche l’erba sembra meno scivolosa sotto le sue suole.
Ai quarti, la n.1 del mondo affronterà la vincente della sfida tra Maria Sakkari e Ekaterina Alexandrova. Due profili completamente diversi, ma entrambi pericolosi. In attesa, Swiatek può godersi una serata di conferme. Non è ancora la sua superficie preferita, ma le fondamenta per un percorso ambizioso ci sono tutte.

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