Roland Garros: Sinner batte ancora Djokovic e trova la quarta finale Slam
[1] J. Sinner b. [6] N. Djokovic 6-4 7-5 7-6(3)
E che terzo millennio sia. La finale del Roland Garros sarà la prima a livello Slam tra due giocatori nati negli anni 2000 (ce n’è solo una tra i nati negli anni ’90, Zverev-Thiem allo US Open 2020). I protagonisti saranno Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, che ha battuto Novak Djokovic. Il quale, con anche qualche fastidio alla gamba sinistra, ha giocato una partita di altissimo livello. In cui probabilmente, salvo appunto Jannik e Carlitos, avrebbe battuto chiunque. Ma la storia, nonostante i finali del secondo e terzo set lottati e risolti su pochi punti, registra la quarta finale Slam per Sinner. Che è, ad oggi, superiore da un punto di vista specialmente fisico a Djokovic.
Ciò vuole anche dire che uno tra lui e Alcaraz perderà la propria imbattibilità nelle finali Major (3-0 Sinner, 4-0 lo spagnolo) e ci sarà per la prima volta da Wimbledon 2023, e qui a Parigi dal 2020, una finale tra n.1 e n.2 del mondo. Sono 8-4, Alicante compresa, i precedenti in favore dello spagnolo, che ha anche vinto gli ultimi 4. La partita che tutti aspettavano dunque sarà realtà. Con Sinner che, in ultimo ma non ultimo, diventa l’italiano con più finali Slam al pari di Pietrangeli. L’impressione, più che impressione, è che il sorpasso sia solo questione di tempo. Come da tanto tempo, fine agosto 2024, dura la sua imbattibilità negli Slam. Arrivata a quota 20, pari con McEnroe per la settima più lunga dell’Era Open livello Slam.
Primo set: Sinner perde solo 3 punti al servizio, domina
Nei primi game il serbo tiene lo scambio, senza che però Sinner acceleri eccessivamente, concede anzi qualcosa. Già 3 palle corte tentate da Djokovic, solo una foriera di punto. Diventeranno poi 2 (su 6 tentativi) nel quinto game, che porta però il break a Sinner. Un rovescio in rete sul 30-30, un rimbalzo ingannevole che fa bucare a Nole il colpo in uscita dal servizio mandano avanti dopo 20 minuti il n.1 al mondo. Che arriverà, con una generosa mano dell’avversario, ad avere due palle per il doppio break sul 4-2. Il serbo alza però il livello e, tentando di spingere e capitalizzando qualche errore di troppo di Jannik, rimane in scia. Ma serve a poco altro che prolungare il set. Sinner chiuderà poco dopo, in 47 minuti, con il terzo game a 0 su cinque di servizio. I punti persi alla battuta sono in effetti solo tre, per un set nel gioco più netto di quanto non dica il punteggio. E in cui Djokovic è apparso spesso in affanno, non appena Sinner trovava solidi appoggi.
Secondo set: Djokovic si fa vivo, Sinner ne ha di più e va 2-0
Nel secondo gioco Djokovic vince più punti in risposta di tutto il primo set (4), senza però arrivare a palla break. Vince il punto più spettacolare ma, per quanto con il servizio si aiuti, già tenta soluzioni estreme, tra palle corte e accelerazioni, per palleggiare meno possibile con Sinner. In un complesso quinto game, da 10 punti, il n.6 al mondo salva anche una palla break. Lo fa con un buon dritto, ma a stupire è la reazione: un urlo liberatorio con pugnetto verso la tribuna, a richiamare che è qui per vincere, e guai a dimenticarlo. Ma alla fine, nel settimo game, il break arriva. Un rovescio in rete e poi una palla corta, buttata lì con non troppo raziocinio, regalano un importante vantaggio a Sinner
Sul 5-4 si alzano i battimani al suon di “Novak, Novak” per cercare di scuotere il serbo, per avere più tennis. E in effetti un paio di gran vincenti regalano a Nole le prime palle break del match, due consecutive (non ne concedeva a Djokovic dalla Coppa Davis 2023, da 45 game di servizio). E la seconda è un dritto in rete di Sinner, che rimette nel set il serbo. Ma solo momentaneamente. Jannik, sotto 6-5, 40-15 rialza l’intensità, prendendo possesso dello scambio anche grazie a un serbo che gioca praticamente fuori ritmo (chiama il fisio al cambio campo per un trattamento alla coscia sinistra). Torna così avanti di un break, che sarà quello decisivo, visto che il set, dopo 1 ora e 57, va in archivio, chiuso con una prima vincente per 7-5.
Terzo set: Sinner annulla tre set point e batte Djokovic
Continua ad esserci un campanello d’allarme, soprattutto per quanto riguarda il rovescio, di qualche errore di troppo da parte di Sinner. Nel quarto gioco, trovando un paio di gran punti proprio da quel lato, Djokovic ottiene palla break. Il n.1 al mondo chiama a raccolta il servizio e esce da una situazione scomoda. Come però fa il serbo subito dopo, trovando buoni servizi e buone uscite specie con il dritto, salvando due palle break. Nel colpo della riposta qualche fastidio per l’azzurro. Che nel decimo gioco insiste troppo con il dritto, gira male intorno alla palla per colpirlo e spara. Ma spara troppo. Sul 15-30 Djokovic vince uno scambio durissimo, alla vecchia maniera, portando a sbagliare Jannik, facendo quasi venire giù lo stadio.
Ma tre set point non vogliono dire set. Prima uno scambio magistrale chiuso al volo da Sinner, poi una prima vincente, infine un dritto decisamente largo di Djokovic allungano il set. Una discussione, evitabile, su una palla chiamata fuori fa perdere un altro po’. Alla fine, dopo dodici punti e il game più lungo del match, Sinner tiene il servizio. Come avverrà nei game successivi di entrambi, durissimi, con scambi lunghi e “botte da orbi”. Che dopo un’ora e undici minuti di terzo guidano al tie-break. Mini-break immediato per Jannik dopo un grande scambio, poi Nole sbaglia un (ennesimo) smash a campo aperto e si trova sotto 3-0. Uno svantaggio che non riuscirà a ricucire in un tie-break dove non trova mai davvero il ritmo, e in cui presto si ritrova a soccombere. Affonda in rete il match point, del definitivo 7-3. E diventa l’unico, insieme a Nole, Federer, Nadal e Murray, a raggiungere tre finali Slam consecutive dal 2000. Riportando un italiano in finale al Roland Garros 49 anni dopo Panatta.