Le wild card che hanno fatto la storia negli Slam: da Ivanisevic a Clijsters passando per Leconte e Serena Williams
Sono le storie in stile Boisson a rendere fantastico il mondo dello sport. Se tutto fosse prevedibile e scontato, se tutto fosse maledettamente legato al mondo del denaro, non perderemmo la testa dietro a una racchetta e a una pallina. Il tennis regala a questa sconosciuta giocatrice francese, la possibilità di riscatto dopo un periodo negativo condizionato dall’infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Ha mangiato polvere, ora si sdraia sulla terra rossa: fate piano, non svegliatela. O forse, no, create il frastuono più intenso che riuscite a creare. Per lei è tutta energia. Una semplice wild card a cambiarle la vita, a farla salire al n. 65 del ranking. C’è vita ancora su questo Marte rosso parigino? Lo scopriremo contro Coco Gauff.
Invece, andiamo a metter mano all’album dei ricordi, delle statistiche. Da perfetta sconosciuta ora tutta la Francia tifa per lei: prima giocatrice nell’Era Open in semifinale al Roland Garros da wild card, la più giovane francese in semifinale Slam dal 1999 (Amelie Mauresmo, Wimbledon), la terza giocatrice nell’Era Open in semifinale al primo Slam giocato da Seles e Capriati, la prima semifinalista francese del Roland-Garros dopo Marion Bartoli en 2011.
Goran Ivanisevic fu miracolato proprio dalla wild card. E’ l’esempio più straordinario di cosa significhi ricevere una benedizione sportiva dall’alto. 6 luglio 2001: il croato fa la storia vincendo uno Slam da wild card. Lo vinse dopo aver perso ben tre finali negli anni precedenti e lo fece di lunedì a causa della pioggia. Lo vinse 9-7 al quinto, contro Pat Rafter, dopo aver vacillato nell’ultimo game dove nei primi due match point incappò in due doppi falli. Il successo della wild card Ivanisevic resta una delle storie tennistiche più affascinanti di sempre.
In campo femminile, invece, Kim Clijsters, dopo un periodo di maternità e un ritorno al tennis, ricevette una wild card per l’US Open 2009. Sorprendendo tutti, conquistò il titolo battendo Caroline Wozniacki in finale. Fu la prima volta che una giocatrice vinse uno Slam al rientro dopo una pausa per maternità.
E a proposito di predestinati, di grandi campioni, l’US Open 1997 segna l’ascesa di Serena Williams. Perderà da Martina Hingis in finale, ma a quell’appuntamento ci arriva da wild card. All’epoca era 139 del mondo e fu sconfitta 6-0 6-4.
Sulla terra parigina, nel 2022, una connazionale di Lois Boisson si spinse fino al terzo turno, eliminando Karolina Pliskova, top20: si tratta di Leolia Jeanjean impresa notevole per una giocatrice fuori dalla Top 200. Ancor prima, nel 1992 Henri Leconte era sprofondato oltre la Top200 a causa di un intervento all’ernia del disco: ricevette una wild card per il Roland Garros. Superò avversari di calibro come Michael Stich e Nicklas Kulti, raggiungendo le semifinali, dove fu sconfitto da Petr Korda.
Anche Pat Cash nel 1986 era reduce da un’operazione alla schiena: fu costretto anche a un intervento per rimuovere l’appendicite. Giunge a Wimbledon grazie a una wild card e riesce a far fuori Wilander agli ottavi di finale, testa di serie n. 2 del seeding. Fu Leconte a eliminarlo ai quarti ma che impresa per un giocatore che davvero sembrava spalle al muro in quel momento della carriera. Nel 1987 vincerà Wimbledon.
Nel 2009 tutti invitavano Juan Carlos Ferrero a ritirarsi. Pochi risultati, tanti problemi fisici. La stagione in erba, però, gli dà quello scossone importante. Semifinale ai Queen, quarti a Wimbledon eliminato da Murray dopo aver battuto Gonzalez, mano di pietra, e Simon nei turni precedenti. Il tutto grazie a quella prodigiosa wild card spesa alla grande dagli organizzatori, sfruttata al massimo dall’attuale allenatore di Carlos Alcaraz.
Per esempio in un torneo giocato in Italia, non riceverebbe mai una wild card Nick Kyrgios. Facile intuire la motivazione, eppure quando l’ha ricevuta a Wimbledon nel 2014 ha scritto una delle poche pagine importanti della sua carriera. Arriva da sconosciuto sui campi londinesi ma si merita il centrale per la sfida di quarto turno contro Rafa Nadal. L’australiano riuscì a eliminare il Re di Maiorca in quattro set dando il via alla sua storia. Ci tornerà a Wimbledon da gran protagonista.
In campo femminile a Wimbledon meritano attenzione la storia di Jie Zheng, semifinalista a a Wimbledon 2008 dopo esser stata ferma 12 mesi per un infortunio alla caviglia. Era 133esima quando il torneo di Wimbledon le concesse un invito per il main draw. Superò Ana Ivanovic al terzo turno e raggiunse la finale sconfitta dalla regina Serena Williams. Tutto il devoluto di quell’edizione decise di destinarlo ai senzatetto nella contea di Wenchuan. Nel 2011 ci fu gloria anche per Sabine Lisicki che era ferma per un infortunio alla caviglia da un anno. La stagione in erba del 2011 le diede quella grande occasione per rimettersi in moto. Centrò la prima semifinale Slam in carriera fermata da Sharapova. Nel suo percorso eliminò dal torneo Li Na, campionessa al Roland Garros, ma anche Marion Bartoli, che due anni più tardi sarà la sua avversaria sul Campo Centrale.
Trasferendoci sul cemento di Melbourne, occorrere ricordare, nel 2009, a soli 16 anni, Tomic ricevette una wild card per l’Australian Open, diventando il più giovane tennista maschile a vincere una partita in un Grande Slam, battendo Potito Starace al primo turno.
Vi ricordate di James Blake? Nel 2005 fece impazzire gli americani nell’US Open. In tabellone grazie a una wild card raggiunse i quarti eliminando Federer. Fu trampolino di lancio per la sua carriera. Anche un altro americano, Jenson Brooksby, si spinse nell’edizione 2021 sino agli ottavi, entrando in Top 100.
Poi ci sono le wild card nostalgiche: Alize Cornet nel 2024 e Richard Gasquet nel 2025, incontrarsi per l’ultima volta e dirsi addio.