Notizie

Roland Garros, Djokovic attende Sinner: “Sono queste le partite che mi tengono vivo”

0 5

Tante volte abbiamo parlato, proprio su queste pagine, del valore del tempo, di come riesca ad essere, nel suo incessante e continuo scorrere, allo stesso tempo implacabile e democratico: passa per tutti allo stesso modo. Questa è la razionalità del ragionamento, poi c’è l’evidenza di alcuni fatti, di chi questo tempo continua a sfidarlo, giorno dopo giorno, punto dopo punto. Novak Djokovic ha battuto Alexander Zverev in quattro set (4-6 6-3 6-2 6-4), conquistando la sua 51esima semifinale Slam in carriera, dalle quali per ora sono arrivati 24 titoli. A 38 anni non ha nessuna intenzione di mollare il colpo, anzi è proprio lui in conferenza stampa dopo il match a rimarcare la base delle sue motivazioni che ancora lo spingono: “è stato un match straordinario. Battere uno dei migliori al mondo su uno dei palcoscenici più importanti è qualcosa per cui continuo a lavorare ogni giorno, anche a questa età”, ha detto il serbo. Poi ha aggiunto: “È la prova, per me stesso e per gli altri, che posso ancora giocare al massimo livello. È una sensazione bellissima, cerco davvero di godermela”. 

Una delle armi utilizzate dal serbo sono state le palle corte: a referto a fine match, se ne contano 35, quasi tutte decisive ai fini dell’andamento degli scambi in un continuo mélange di geometrie e sorpresa. “Forse solo contro Rafa ho fatto così tante palle corte in un solo game”, ha sorriso, lasciandosi andare a un ricordo che profuma di storia recente. “Controvento, da quel lato sembrava di giocare contro due avversari. La palla non andava da nessuna parte. È qualcosa che dalla TV non si percepisce, ma in campo lo senti tanto.” Così ha deciso di mischiare le carte: “A un certo punto sentivo di non riuscire a sfondarlo da fondo, allora ho provato a portarlo a rete, ho rischiato con le palle corte e anche con il serve&volley. Doveva essere fatto. Lui era molto solido, giocava profondo, non sbagliava e io sentivo la tensione; chiudere un match così non è mai facile”. È in questi momenti, in questi palcoscenici che Djokovic si trasforma, che la sua lucidità tattica e la sua freddezza mentale emergono in tutta la loro grandezza. Anche se l’inizio di stagione è stato complicato, Nole non si è mai arreso: “È vero, ho avuto diverse eliminazioni al primo turno nei primi 1000 della stagione e non è stato piacevole, ma fa parte del ciclo della mia carriera. Dovevo ritrovare il mio livello nei tornei che contano e i tornei che contano, per me, sono gli Slam”.

L’ultimo pensiero, inevitabile, è stato per Jannik Sinner, suo prossimo avversario in semifinale. Djokovic ha parlato con rispetto, ma senza timori: “Jannik è in una forma straordinaria. È stato il miglior giocatore negli ultimi due anni, con merito. Sta giocando un tennis aggressivo, completo, fortissimo sotto ogni punto di vista.” Non si affrontano da parecchio tempo su questa superficie, ma i ricordi sono vivi: “Abbiamo giocato parecchio tempo fa a Montecarlo (era il primo turno del torneo, nel 2021) ma la maggior parte delle nostre sfide è stata sul cemento. Ogni volta è stata una battaglia.” Alla domanda su come intende fermare il numero uno del mondo, Djokovic ha risposto con l’esperienza di chi sa come rispondere a queste domande, dopo migliaia di conferenze stampa e confronti con i giornalisti: “Non penso a come fermarlo, penso a come eseguire quello che voglio fare io in campo. Questo è il mio approccio. Poi certo, domani parlerò col mio team, lavoreremo su alcuni aspetti specifici, ma io mi concentro su me stesso. Queste sfide tirano fuori il meglio di me: a questo punto della mia carriera, non potrei essere più motivato, è per queste partite che continuo a giocare. È questo che mi tiene vivo.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored