Roland Garros, Djokovic: “Ho sempre dato consigli ai colleghi più giovani: la mia è riconoscenza verso il tennis”
Novak Djokovic irrompe nei quarti di finali del Roland Garros superando in tre set Cameron Norrie con una prestazione che lui definisce non la migliore, bensì “una delle migliori, molto solida”. Per il resto il campione serbo si sofferma nelle sue chiacchiere a ruota libera, appena ispirate dalle domande, partendo dal suo ruolo di ultra-veterano (“se Zverev si definisce un veterano, io chi dovrei essere allora!?”) e sulle responsabilità che sente nei confronti del suo sport. “Ho sempre aiutato – racconta Novak – i giovani di belle speranze quando si affacciavano sul circuito. Ho voluto dar loro consigli: Medvedev, Tsitsipas e lo stesso Zverev, con loro ha parlato di varie cose, dal tipo di corde ai colpi, all’allenamento ai metodi di recupero. Oggi non ce n’è più bisogno ma potrei fare la stessa cosa con un Mensik per esempio. Non lo faccio per loro – puntualizza l’asso serbo – ma per la gratitudine che ho nei confronti di questo sport. Anch’io da matricola cercavo questo dai colleghi più affermati; poi, certo, qualcuno accetta, qualcuno non vuole condividere con te quanto ha imparato…”.
Djokovic affronta poi l’argomento scelta del toss, ovvero se optare per il servizio o per rispondere in caso si vinca il lancio della moneta. “Questione interessante; nella prima parte della carriera sceglievo la risposta mentre negli ultimi dieci anni ho cambiato posizione. Non saprei perché, anche se penso in realtà di dare un certo tipo di messaggio al mio rivale: non ho paura di servire subito. Credo dia un tono, un segnale preciso. Poi dipende da altri fattori; con Nadal sul lento non servivo per primo, sul veloce piuttosto andrei in battuta”.
La chiacchierata si allontana dal contingente e spazia in altri ambiti, come non di rado succede nelle conferenze stampa di Nole, e un reporter gli chiede in merito alla notizia che lo vuole in aiuto finanziario del custode della sua scuola; la domanda finisce per comprendere l’argomento fake news. Con eleganza il campione sorvola sul caso personale citato, pur non negando gli aiuti alla sua scuola, e sentenzia: “negli ultimi anni lo sviluppo e il ruolo preponderante dei social media ha portato ad alcuni fenomeni negativi; se arrivi per primo a dare una notizia ottieni molto credito da parte degli utenti e questo porta alcuni operatori a non valutare sempre la qualità delle fonti.
Questo è pericoloso, è fake news”. Da ultimo il 24 volte campione Slam ritorna su quella che definisce la sua grande passione oltre lo sport: il wellness, a più livelli, ovvero dal cibo alla tecnologia che favorisce il recupero fisico. “Cerco sempre di praticare tecniche per la qualità del sonno e del respiro, bagni di ghiaccio e camera iperbarica, ma tutte queste risorse non sono disponibili ovunque, quindi cerco di adattarmi. Dove non transigo e sono sempre alla ricerca di novità è nel campo dell’alimentazione; sono curioso di scoprire nuovi ritrovati che aiutino il ritorno in perfetta efficienza del fisico. È un mercato saturo, soprattutto negli integratori, ma io voglio far crescere la mia presenza e il mio brand. Non è solo un discorso per gli atleti – conclude Nole – tutti dovrebbero prestare attenzione a questo aspetto della vita“.