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Roland Garros- Il presidente Angelo Binaghi è battagliero, ma le due più recenti sembrano battaglie perse

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I precedenti editoriali parigini del direttore

Questo non è un vero editoriale, ma una raccolta di appunti che mi ero segnato per scriverne, ma confesso che la finale di Champions, con il 5-0 all’Inter e la prima Champions vinta da Parigi, mi ha distratto, con il caos che c’è qui per le strade ben dopo la mezzanotte trasformando la Ville Lumiere in una ville di clackson ed euforia simil napoletana dopo la conquista del secondo scudetto in tre anni.

Nei giorni scorsi avrei voluto dire la mia sulle esternazioni del presidente Angelo Binaghi che vorrebbe il tennis in chiaro contro tutte le leggi di mercato, per Slam, Masters 1000, ATP Finals, finali di Coppa Davis…ma mi stupisce (un poco, ma non molto) che fin qui nessuno abbia osato eccepire e chiedergli se la FITP rinuncerebbe a una quota importante dei suoi incassi, cioè a quelli provenienti dalla vendita dei diritti tv per gli Internazionali d’Italia.

Perché poi il tennis, a differenza di tutti gli altri sport (non solo il calcio, non solo le Olimpiadi) e di tutto quanto fa spettacolo, dovrebbe essere offerto gratis dalla Rai, scippando un torneo nei momenti clou alle tv a pagamento confesso che mi sfugge.

Si è calcolato che le partite di cui si parla, finali e semifinali di Slam (12 oppure 24 se maschili e femminili)), di Davis, di Masters 1000 (10…solo i maschili) sarebbero una quarantina l’anno. Una quarantina di match di tennis l’anno gratis a beneficio di tutti i non paganti, ma nemmeno 20 se avessimo Sinner in lizza tutte le volte o quasi, oltretutto non sarebbe in grado di sopportarli come palinsesto nessuno dei tre canali RAI! Binaghi ha citato a mo’ di esempio le imprese epiche di Mennea, il 4-3 di Italia-Germania di calcio…Beh, Binaghi è andato a rispolverare eventi storici, quasi unici e dei quali si parla diversi decenni dopo. Il calendario tennistico è annualmente un po’ più fitto e la presenza di due italiani fra i top 7 del mondo e di una italiana fra le top4 che conseguenze  avrebbe se i ragionamenti di Binaghi fossero tradotti in pratica? Se mi diceste che era giusto cercare di far vedere la prima finale di Wimbledon conquistata da Berrettini in chiaro, ok gli darei ragione: ha un senso paragonare quell’evento assolutamente “storico” alle partite della nostra nazionale di calcio che infatti la RAI offre al popolo non pagante (anche se non è proprio la stessa cosa:  le partite di calcio durano in genere 90 minuti e solo talvolta 120, non anche 4 o 5 ore). Ma ipotizzare 40 giorni l’anno, oppure fossero anche la metà, una ventina – tipo soltanto le finali degli Slam e dei Masters 1000 maschili e femminili…non credo che Binaghi suggerirebbe una discriminazione del tipo, le finali maschili di Sinner sì e quelle della Paolini no…- non è proprio ragionevole pensarlo e tantomeno proporlo.

Poi, si sa, i politici sono capaci di dire e sostenere qualunque cosa. E tanto più sono potenti nel loro microcosmo e tanto meno si trovano critici sufficientemente coraggiosi per obiettare. Si preferisce abbozzare e far finta di niente. Logiche commerciali prevalgono, fra giornali e federazioni. E i giornalisti tengono famiglia.

Ma il discorso è un altro: quale tv a pagamento vorrebbe mai cacciare fuori un sacco di soldi per comprare i diritti di un circuito, o anche di un solo torneo, per poi vedersi scippare dalla RAI in Italia, e dalle omologhe tv di Stato altrove, le 20 o 40 giornate più interessanti del tennis? E la stessa FITP come recupererebbe i soldi persi dalla vendita dei diritti tv per Roma: alzando ancora il prezzo dei biglietti agli spettatori seguendo il principio che se la gente li compra si fa bene a venderglieli perché i prezzi riflettono le leggi di mercato? E i diritti tv invece perché no?

A  me sembra che i biglietti al Foro Italico, se paragonati a tutti gli altri Masters 1000 dove sono stato, siano già abbastanza cari. Lo dico con tutta franchezza, anche se quando lo dico Binaghi da due anni mi risponde regolarmente che lui è come Robin Hood che toglie i soldi ai ricchi per distribuirli ai poveri …e cita ad esempio i 20 milioni investiti per dotare scuole e studenti di migliaia di racchette. Ma quei soldi dove li ha presi? Solo dalla biglietteria o anche dai diritti tv, oltre che dagli sponsor?

Binaghi ha scritto al Corriere della Sera che oltre 10 milioni di persone hanno potuto vedere gratis la finale maschile di Roma; la cifra è un po’ gonfiata, circa del 40%. Fra RAI e SKY i dati ufficiali hanno detto che l’audience è stata circa di 6 milioni – “confermando quanto sarebbe stata odiosa la possibilità di escludere dalla visione della finale milioni di telespettatori non paganti”.  Gli ha replicato così Aldo Grasso, sulle righe del Corsera “Gentile presidente, seguo la sua logica, se davvero il tennis è uno di quegli eventi sportivi che travalicano lo sport e il tempo e che con le loro emozioni diventano un patrimonio culturale comune che non debba avere accessibilità limitata, perché far pagare a caro prezzo il biglietto per assistere agli Internazionali d’Italia?” E non solo quelli della finale, ma di tutti i giorni.

C’è stata poi di recente un’altra battaglia condotta dal battagliero presidente sardo: quella secondo cui la storica rendita di posizione dei 4 Slam non è giustificata, ma andrebbe abbattuta per favorire l’ingresso di altri Paesi organizzatori…ma quali? Binaghi ovviamente vorrebbe candidare l’Italia sostenendo che già oggi Roma meriterebbe di essere considerato il quinto Slam quando chi ha visto tutti i Masters 1000 difficilmente concorda. Almeno fino a quando non ci sarà il famoso tetto (2027?) e anche un modo di accedere al Foro Italico (e di lasciarlo) ben diverso da quello che è oggi. Mezzi pubblici, navette, taxi, parcheggi…stiamo scherzando?

A parte il rischio assai concreto che, in barba a oltre 150 anni di storia, Paesi dai patrimoni sconfinati tipo Qatar, Arabia Saudita, Emirati vari, Cina, Turchia (e altri), non si farebbero certo lo scrupolo di eliminare dalla scena un Wimbledon -per dirne uno solo- non mi sembra giusto che la storia e le tradizioni ultrasecolari possono essere smantellate dalla sera alla mattina. Ok che l’Italia grazie alla FITP sta dimostrandosi in grado di organizzare bene gli eventi tennistici, ma da quanto lo dimostra? E se, non avesse oggi Sinner e gli altri top-players, saprebbe dimostrarlo ancora come …la Francia che non ha che una sola giocatrice fra le top 100 e il solo Fils fra i top 20? O l’Inghilterra che è stata per anni e anni senza giocatori di vertice?

La FITP è giustamente orgogliosa, oggi, di aver raggiunto un fatturato che supera i 200 milioni di euro. 20 anni fa non arrivava a 30.

Notizia di questi giorni è che lo US Open ha deciso di investire 800 milioni -cioè quattro volte il fatturato della FITP – per rinnovare l’Arthur Ashe Stadium. Verrà creato a latere, con 250 milioni degli 800, anche un centro tecnico di performance. I 24 mila posti verranno modernizzati per offrire spazi migliori e più ampi agli spettatori. La tribuna inferiore passerà da 3.000 posti a 5.000. Tutto sarà concluso entro il 2027 e l’edizione del 2025 e del 2026 non ne risentirà. 

E adesso qualche “pallino” frettoloso dagli appunti:

  • Non c’è più nessun francese negli ottavi del torneo maschile. E’ calato il sipario;
  • Fra le ragazze francesi (sconfitta al primo turno Varvara Gracheva,  e unica top 100 francese ma di retroguardia, n.67, mentre la JeanJean, n.100 fa proprio la guardia al… confine) c’è una superstite: la Boisson 21 anni e n.361 del mondo. Se non aveva una wild card
  • Otto americani hanno raggiunto gli ottavi al Roland Garros per la prima volta in 40 anni. Sono 5 donne, Coco Gauff, Jessica Pegula, Madison Keys, Amanda Anisimova e Hailey Baptiste, e tre uomini, Tommy Paul, Ben Shelton e Frances Tiafoe. Nel 1985 furono Martina Navratilova, Chris Evert, Bonnie Gadusek, Terry Phelps, Debbie Spence, John McEnroe, Jimmy Connors e Aaaron Krickstein;
  • La crisi del tennis femminile italiano, mascherata dai successi di Jasmine Paolini  – con le sole Bronzetti e  Cocciaretto fra le top-100 – trova riscontro anche nel singolare junior che comincia ora al Roland Garros. Non c’è nemmeno una nostra tennista fra le 64 junior. Insomma, si ha la sensazione che la crisi durerà ancora per qualche anno, non si intravede nessuna vera speranza. Fra gli  uomini invece abbiamo almeno due rappresentanti. Meno male.

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