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Roland Garros, Cocciaretto: “Nell’ultimo periodo ho trovato troppi alibi”

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Soddisfatta, lucida e determinata. Elisabetta Cocciaretto quando si trova al Roland Garros avverte spesso l’odore del sangue e, se ne ha l’occasione, niente la frena dall’azzannare la preda. Taylor Townsend è caduta sotto i colpi precisi e affilati della 24enne marchigiana, che in due comodi set ha prenotato il secondo turno contro Ekaterina Alexandrova, giustiziera di Lucia Bronzetti all’esordio. Ma prima di concentrarsi su questa sfida, ecco le dichiarazioni di Elisabetta subito dopo la fine del match contro la statunitense.

D: È andata bene oggi, no? Townsend è sempre una giocatrice pericolosa.
Elisabetta Cocciaretto: “Ho fatto fatica un po’ in risposta, non è facile adattarsi alla sua battuta. Serve molto bene, tira forte ed è un po’ atipica. Sicuramente mi piacciono molto queste condizioni: giocare la sera con un campo un po’ più lento, stando vicina. Contrattaccando gioco meglio. Oggi ho servito anche parecchio bene secondo me. Sono contenta”

D: Cosa significa iniziare uno Slam in cui sai che l’anno scorso hai raggiunto qualcosa di buono (ottavi, ndr)? Stai sentendo pressione o te la stai vivendo normalmente?
Elisabetta Cocciaretto: “Da un lato se uno deve difendere un risultato è perché è riuscito a farlo. Ci ho pensato di più il mese scorso e mi sono resa conto che non dovevo farlo. Ora non ci sto più pensando paradossalmente. Prima non avevo in mente quello che dovevo fare, mentre ora ho ritrovato un po’ la quadra di tutto. Ho fatto un po’ di introspezione. Sono stati un po’ dei mesi del cavolo. Però mi sto ritrovando. Fausto (Scolari, suo coach, ndr) mi ha aiutato molto in questo. È proprio lui che mi ha spinto e spronato a cambiare. Quindi questa partita è frutto del nostro lavoro. So che però ora mi aspettano match più tosti nei quali dovrò alzare di più il livello”

D: Ci sarà Alexandrova, che purtroppo ha impedito il derby sconfiggendo Lucia. Che partita ti aspetti?
Elisabetta Cocciaretto: “Sicuramente è una ostica, che spinge, sta giocando bene. È una partita difficile, però credo che con i miei mezzi la potrò mettere in difficoltà. Sono convinta che, cercando di migliorarmi, posso esprimere un buon tennis. Poi comunque ogni incontro è a sé”

D: Come mai, secondo te, a Parigi giochi sempre così bene?
Elisabetta Cocciaretto: “Sai che non so dirtelo. Comunque, è tre anni che gioco il primo turno di lunedì, nel serale, contro una mancina. Una follia. Arrivo qui ed è un ambiente magico. Da italiana ho sempre giocato sulla terra e i campi mi piacciono: non sono né troppo veloci né troppo lenti. Gioco meglio negli stadi paradossalmente, di solito sono un po’ più lenti e quindi mi ci trovo meglio. Forse la partita della vita la giocherei sul Suzanne Lenglen

D: Hai detto che nell’ultimo periodo non ti sei sentita come volevi. Possiamo definire questo un nuovo inizio di stagione?
Elisabetta Cocciaretto: “Sì, sicuramente. In generale è stato un anno un po’ complicato per via di tante problematiche: infortuni, virus… sono stata male male. Però forse mi sono un po’ troppo attaccata a quello. Ci sono degli sportivi che si rompono qualsiasi tipo di osso e poi tornano più forti di prima perché hanno la motivazione. Io, invece, forse mi sono un po’ adagiata e rattristita. O comunque ‘negativizzata’, ho iniziato a trovare troppi alibi. In Australia, ad esempio, ero troppo negativa”

D: Ma quel quarto d’ora che ti ha fatto aspettare quando eri avanti 5-2 nel secondo set…?
Elisabetta Cocciaretto: “Non so… Ha avuto un problema e nel mentre ho colto l’occasione per parlare un po’ con Fausto per capire quello che dovevo fare. Io comunque ero tranquilla”

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