Intervista all’ex coach di Alcaraz, Francisco Navarro: “Carlos è superiore a Sinner. A lui non lo dico, ma credo che vincerà 20 Slam come i big 3”
Nel tennis non c’è tempo per restare ancorati al passato. Dopo ogni match si guarda a quello successivo. Non abbiamo ancora finito di asciugarci le lacrime dopo la cerimonia sul Philippe-Chatrier del Roland Garros in onore di Rafa Nadal, che è già tempo di parlare del numero 2 del mondo perché il futuro del tennis sulla terra rossa sembra destinato a continuare sotto il dominio spagnolo.
Nella docuserie di Netflix su Carlos Alcaraz “A modo mio”, Francisco José Navarro Lorca compare per pochi minuti, come un personaggio che non ha poi molto a che vedere con la vita del numero 2 del mondo. Qualche breve dichiarazione e una ripresa veloce dell’abbraccio dopo la vittoria di Alcaraz al Roland Garros del 2024. Ma in realtà, Francisco Navarro, detto Kiko, è la persona con cui Alcaraz ha trascorso oltre 10 anni della sua vita, passando dall’essere un bambino prodigio all’adulto numero 1 del ranking ATP, insieme a Juan Carlos Ferrero.
Nell’intervista esclusiva rilasciata in spagnolo (ma sottotitolata in italiano) sul canale Youtube di Doppio Misto Podcast, Kiko Navarro ha parlato di un bambino prodigio che l’ha stupito fin dai primi anni: “La prima volta che l’ho visto con una racchetta in mano stava giocando con suo papà, aveva 4 anni. Io ho iniziato ad allenarlo che aveva 9 anni, la sua tecnica era qualcosa di incredibile, non una cosa normale per un bambino di quell’età. Possedeva già dei colpi perfetti: la smorzata, la volée e il dritto, quello sì che era davvero incredibile. L’ho allenato fino ai suoi 17 anni e negli ultimi due anni di collaborazione si è unito anche Juan Carlos Ferrero”.
Navarro ha parlato anche dell’importanza che ha avuto il padre di Alcaraz: “Ripeto sempre che il padre di Carlitos è stato un pezzo fondamentale della sua carriera. In quanto ex giocatore, ha saputo gestire ogni fase in modo perfetto, anche del punto di vista tecnico. Prima ancora di essere il sogno di Carlitos, era già il sogno di suo padre e ha fatto tutto il possibile per realizzarlo. Per me è stato molto importante avere un “capo” come lui che ci guidasse”.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, la docuserie serie “A modo mio” non è piaciuta molto all’ex coach di Alcaraz che nell’intervista a Doppio Misto Podcast ha spiegato il principale motivo: “Non è male, ma mi aspettavo di più. Soprattutto nel primo episodio. Credo che si sarebbe dovuto parlare di più della sua infanzia, era quello che la gente voleva sapere. Tante persone mi hanno detto che non gli è piaciuta perché volevano sapere come e quando tutto è iniziato, avere più dettagli dei primi anni. Invece si parlava molto del presente”.
Proprio nella serie “A modo mio” viene evidenziato il continuo paragone tra Carlitos e Rafa con cui Navarro non è mai stato d’accordo: “Ho sempre detto alle persone e ai giornalisti di non chiedermi di Rafa. Era una pressione inutile per Carlos perché tanto ognuno è diverso. Rafa è sempre stato il suo idolo ma non per questo dev’essere un paragone”. Fatta questa premessa, Navarro ha ammesso che se oggi c’è qualcuno in grado di raggiungere i numeri dei Big 3, è proprio Carlitos: “Per me lui può farcela. Ha già 4 titoli del grande slam a soli 22 anni e credo che anche quest’anno vincerà Parigi”. E l’ostacolo Sinner? “Carlos ha più alti e bassi è vero”, dice Navarro, “Ma si adatta meglio alle diverse superfici, ha più colpi nel suo repertorio e secondo me questo lo renderà superiore a Sinner”.
I due si sentono ancora regolarmente e quando Carlos torna a casa cercano di passare del tempo insieme: “E’ circondato da una bellissima famiglia ed è un ragazzo semplice, gli piace stare qui a Murcia. Non è facile gestire tutto questo successo ma lui ci sta riuscendo bene per adesso”.
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