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Roland Garros, Paolini dopo i casi di Sinner e Swiatek: “Bene che la WADA stia cambiando le regole”

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Jasmine Paolini atterra a Parigi da doppia campionessa di Roma, in singolare e doppio. La capitale francese è per l’azzurra una città speciale: lo scorso anno sui campi del Roland Garros ha conquistato la sua prima finale Slam e, qualche mese dopo, la medaglia d’oro in coppia con Sara Errani. E, a distanza di 365 giorni e con un team nuovo, Jasmine cerca conferme. 

D: Bentornata al Roland Garros. Come ti senti dopo il successo a Roma e cosa ti aspetti da questo torneo?
Paolini: “È stupendo essere di nuovo qui. È un posto speciale, dove abbiamo giocato anche le Olimpiadi. Mi sto godendo il momento”.

D: Madison Keys ha parlato di quanto il tennis sia senza sosta e come due settimane dopo aver vinto l’Australian Open sia dovuta tornare in campo. Tu stai vivendo questo grande momento e appena pochi giorni dopo devi giocare uno Slam. In un mondo ideale ti piacerebbe avere più tempo per realizzare cosa hai raggiunto a Roma?
Paolini: “Credo che un po’ ci siamo abituati. Forse sì, mi piacerebbe. Ma allo stesso tempo sono contenta di tornare subito a competere. Mi piace la competizione ed è bello avere subito un altro torneo da giocare. È sempre bello e brutto allo stesso tempo: se perdi hai subito una nuova occasione, se vinci magari vorresti più tempo per goderti il successo, ma è sempre bello avere nuove chance e tornare in campo”.

D: L’anno scorso hai avuto una rincorsa magica raggiungendo la finale del Roland Garros e poi di Wimbledon. Ti senti cresciuta come giocatrice?
Paolini: “Penso di sì. Lo scorso hanno ho fatto molta esperienza e questo mi ha aiutato tanto anche a crescere. Ma come si dice spesso, ogni torneo è differente. Puoi giocare bene o male, tutto può cambiare velocemente. Lo scorso anno mi ha dato molta fiducia di cui non devo dimenticarmi, anzi devo portarla con me in questo torneo e ovunque. Anche se sono consapevole che non è semplice confermarsi”.

D: Dopo i casi di Sinner e Swiatek legati al doping è aumentata la paura che possa succedere anche a te? Hai cambiato qualcosa nella tua routine quotidiana?
Paolini: “Sì, stavo già molto attenta prima, ma adesso mi sento più vulnerabile. Dopo casi come quelli è come se tutto fosse più reale. E sì, spaventa abbastanza. Dobbiamo controllare molte cose. Proviamo a fare del nostro meglio. Ma come ho detto a Roma è un bene che la WADA stia cambiando le regole. Sarebbe meglio che ciò avvenisse prima del 2027, ma non so. Stiamo facendo comunque un passo avanti ed è un bene per tutti noi, perché può succedere a ciascuno di noi. Viaggiamo sempre e non è semplice controllare tutto. Noi facciamo del nostro meglio e speriamo non succeda più a nessuno”.

D: Dopo Roma sei rimasta senza parole, ma a freddo si ragiona di più. Cosa pensi di questa vittoria adesso che sono passati dei giorni?
Paolini: “Se mi fermo a pensare, se mi guardo in terza persona è incredibile. Però come ho detto prima il tennis è uno sport che ti porta a guardare sempre avanti e adesso siamo qua, ma devo provare a portarmi dietro le giuste consapevolezze e le esperienze che ho accumulato. Quello di Roma è stato un torneo pazzesco perché si giocava in casa. Sono felicissima ma ora siamo al Roland Garros e si deve pensare a quello”.

D: Tutti hanno sottolineato il sorriso con cui affronti tutte le situazioni, anche quelle più complicate e emozionanti. La vittoria di Roma cambia qualcosa, ti porta un po’ più di pressione o rimane sempre quel sorriso?
Paolini: “Questo bisognerà vederlo. Io cerco di non mettermi ulteriore pressione. Roma è stato un buon torneo, due settimane incredibili, ma allo stesso tempo penso che nel tennis possa succedere qualsiasi cosa ogni settimana. Quindi sono pronta a nuove sfide. Comunque vada cercherò di dare il massimo, anche se non si può controllare tutto. Si compete tante settimane e non ogni settimana ci si può sentire al massimo. L’obiettivo è quello di dare il massimo senza mettermi troppa pressione o aspettative, questo sempre e da sempre”.

D: Quanto sei diversa come giocatrice e persona dal punto di vista della fiducia rispetto a un anno fa?
Paolini: “Credo di essere la stessa persona, ma in questo anno sono successe molte cose positive. Sicuramente sono più consapevole. Devo cercare di non badare troppo alle aspettative, ma pensare partita dopo partita come provo a fare sempre. Ovviamente sono cambiate tante cose. L’anno scorso di questo periodo avevo perso il primo turno a Roma e avevo vinto il doppio, che sicuramente mi aveva dato tanta fiducia. Sono una giocatrice con molte più partite importanti sulle spalle, ma nel tennis può davvero sempre succedere di tutto. Cercherò di dare il massimo e poi vediamo come va”.

D: Come descriveresti le sensazioni arrivando qua dopo l’anno scorso?
Paolini: “Ho dei flashback incredibili del Roland Garros e delle Olimpiadi. Tanti bei ricordi, l’anno scorso praticamente abbiamo passato un mese qua al Roland Garros, tra lo Slam e le Olimpiadi. Tanti bei momenti e tanto divertimento anche con il team Italia. È sicuramente un posto speciale questo per me” 

D: Nell’evoluzione della giocatrice, visto quante cose ti sono successe recentemente, anche il cambio del team con il passaggio a Marc Lopez con il suo approccio, c’è qualcosa su cui ti stai concentrando in particolare per migliorare ulteriormente?
Paolini: “Sicuramente ci sono aspetti che proviamo a migliorare, singoli dettagli come facevo anche con Renzo Furlan. Ma non è semplice visto che si compete sempre e non c’è tanto tempo. Le partite però da una parte ti aiutano, soprattutto se vanno bene perché prendi fiducia e provi a fare cose nuove e vincendo prendi coraggio. Come facevo prima, cerco sempre di aggiungere cose, ne parliamo insieme con il team e spero questo mi porti a stare a questo livello il più a lungo possibile”.

D: C’è stata l’ultima partita di Sara Errani in singolare e tu l’hai vissuta in prima fila. Ha chiuso alla sua maniera, con la rimonta al primo turno. Come hai vissuto questa chiusura affianco a lei?
Paolini: “È una domanda difficile. Lo sapevo, ma è stato anche inaspettato per un certo verso. Per me Sara è stata ed è un esempio incredibile. Una carriera incredibile, una persona incredibile, un’intelligenza tattica e non solo pazzesca. Sono contenta di poter condividere il doppio con lei e di averla nel mio team. È stata ed è una giocatrice pazzesca. L’ultimo è stato un match tosto perché ha avuto match point, però questo è il tennis”

D: Una domanda sul tuo stato d’animo a Parigi. Tu sai che Roma e Parigi sono unite da un gemellaggio che il prossimo anno compirà 70 anni. Possiamo dire che Parigi è un po’ la tua seconda casa dopo l’esperienza unica dello scorso anno? E poi lo scorso anno vi allenavate con il pubblico francese che faceva confusione.
Paolini: “Sì, durante il warm up delle Olimpiadi. Il tifo francese, anche se contro, è stato un bel tifo e cercavo di captarne il positivo. E sì, questa città è in qualche modo un posto speciale per ciò che ho vissuto lo scorso anno. La prima finale Slam e la medaglia d’oro che non dimenticherò mai. Tornare qui fa riaffiorare tanti ricordi”.

D: C’è tempo per un’altra Olimpiade con Sara?
Paolini “Questo non lo so. C’è gente che sta provando a convincerla. Ma ci sono ancora tre anni. E tre anni sono lunghi per tutte e due!”

(di Beatrice Becattini)

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