Roland Garros, Sinner: “Le parole di Nadal mi hanno aiutato. Un anno da n. 1? Sono cambiate tante cose”
Il Roland Garros è alle porte e Jannik Sinner è approdato a Parigi con un bel po’ di sensazioni positive dopo la finale giocata a Roma, nel primo torneo dopo la stop forzato. Il numero 1 al mondo ha parlato prima dell’inizio del secondo Slam dell’anno e si è mostrato carico e consapevole di quanto di buono fatto la scorsa settimana al Foro Italico, ma anche concentrato sui miglioramenti da apportare al suo gioco. Di seguito le sue dichiarazioni nel media day del secondo Slam dell’anno.
D: Ciao Jannik, bentornato a Parigi. Come ti stai preparando per il secondo Slam dell’anno?
Sinner: “Sono contento di essere qui dopo qualche giorno di riposo. Gli Slam sono tornei diversi, sto cercando di prepararmi per la partita di primo turno [contro Rinderknech] e soprattutto cercare di capire come adattarsi a questi campi”.
D: Posso chiederti dell’incontro tra alcuni top 10 e l’organizzazione dei tornei del Grande Slam ieri? Eri lì? E quali sono state le risposte? Cosa ti aspetti dagli Slam?
Sinner: “Non voglio rispondere. C’erano alcuni giocatori che hanno parlato con gli Slam per capire alcune cose, ma non voglio andare oltre”.
D: Come ti sei sentito fisicamente dopo essere stato fuori per un po’ e come ti stai preparando per affrontare i cinque set?
Sinner: “A Roma ho avuto alcune risposte positive, altre meno. Ho molte cose da migliorare e fortunatamente ho tempo per lavorarci. Ovviamente non esistono miracoli, necessito tempo. Gli allenamenti sono abbastanza diversi rispetto ai match, anche a livello di sensazioni. Stiamo lavorando sodo per raggiungere la forma fisica e ritrovare le giuste sensazioni in campo. Questo sarà un ulteriore grande test per vedere a che punto sono e come il mio corpo risponderà alle partite al meglio dei 5 set. Ho fatto anche dei test atletici su accelerazioni e decelerazioni, velocità di movimento che mi hanno aiutato a capire meglio”.
D: Il torneo che hai disputato a Roma ti dà fiducia anche per il Roland Garros?
Sinner: “Vediamo, è stato bello tornare dopo tre mesi e fare la finale, tra l’altro la mia prima grande finale su terra, il che non è da sottovalutare. Ho lavorato tanto per questo ed è stato bello arrivare fino in fondo. Abbiamo visto dove posso migliorare. Anche se gli Slam poi sono un po’ diversi, devi essere mentalmente e fisicamente pronto a incanalare bene le energie, essere solido e costante. Vediamo se ci riuscirò”.
D: Posso chiederti del tuo canale Youtube? Da dove viene questa idea e quali feedback hai ricevuto dalle persone?
Sinner: “Il tennis è la nostra priorità da giocatori. Ma c’è anche il lato personale: in campo sono molto serio ma fuori dal terreno di gioco amo scherzare e ridere. Voglio provare a far capire alla gente che non sono una macchina, che sono una persona normale come gli altri. Abbiamo iniziato questo canale con delle clip divertenti, con dei backstage di come ci prepariamo ai tornei. È importante mostrare anche quanto tempo investiamo per raggiungere e rimanere a certi livelli”.
D: I dati che hai menzionato in precedenza li hai sempre raccolti e guardati insieme al tuo team? Ti sono utili o preferisci testare le tue sensazioni direttamente dal campo?
Sinner: “Credo che tutti noi preferiamo stare in campo e vedere come ci sentiamo. Ci sono giorni in cui ci sentiamo bene, altri no ma si deve comunque trovare una soluzione. Ma adesso quei test sono importanti per me perché avevo perso tutti i feedback in tre mesi. Non sapevo come stavo giocando, come stavano andando i miei colpi, se mi muovevo bene. Quindi abbiamo fatto questi test, ma anche lo scorso anno a Montecarlo li ho fatti, perché era il primo torneo su terra e anche quest’anno abbiamo optato per la prima competizione sul rosso. Così abbiamo un’immagine puntuale di tutto. E arrivare in finale è stato un grande plus per me, che mi dà fiducia per il futuro”.
D: Uno dei momenti clou del torneo sarà la cerimonia per Rafa Nadal. Perché lui era così forte su terra?
Sinner: “Tutti sappiamo la risposta, non c’è molto da dire. Rafa è il più grande di tutti su questa superficie, senza dubbio. Si muoveva alla perfezione, usava uno spin esagerato, aveva una forma fisica sempre perfetta. Ci sono molte cose, ma soprattutto la forza mentale di capire sempre ogni situazione in campo. Merita una cerimonia meravigliosa non solo per il tennis che ha espresso, ma anche per come si comportava in campo. È stato d’ispirazione per tutti noi e anche per i più giovani. Ha mostrato che essere umili e essere dei grandi giocatori è possibile. Sono stato fortunato ad averlo conosciuto e essermi allenato con lui. Rafa è come lo vediamo, non finge assolutamente. È straordinario. Un vero modello da seguire. Siamo stati fortunati a poter vedere e conoscere Rafa, Nole e Roger”.
D: Sei tornato dalla tua sospensione a Roma davanti al pubblico di casa che ti ha supportato moltissimo. Come pensi verrai accolto qui? Affronterai anche un francese al primo turno.
Sinner: “Sarà diverso, ne sono consapevole. Ma non penso abbiano qualcosa contro di me, è giusto che supportino i giocatori di casa. Succede ovunque. Ho goduto di un’atmosfera incredibile a Roma perché sono italiano, è normale. Anche lo scorso anno ho giocato contro un giocatore francese qui, so cosa aspettarmi. Anche se è un momento diverso per me per via di tutto quello che è successo”.
D: Un anno fa qui diventavi numero 1. Pensavi di trascorrere 52 settimane in vetta e questa posizione è una motivazione in più o una conseguenza dei risultati?
Sinner: “Certamente è una conseguenza dei risultati. Per diventare numero 1 al mondo devi giocare bene per un anno intero, devi essere continuo tutti i tornei e lo scorso anno ci sono riuscito benissimo. Il resto vediamo, un anno è passato e sono cambiate tante cose. Ho avuto dei successi e dei momenti di difficoltà di cui tutti sappiamo. Sono contento di certe cose, ma so di poterne migliorare altre. Sono sempre stato uno che cerca i piccoli miglioramenti e questo sto cercando di fare. Spero di poter dire dopo un anno di essere diventato un giocatore ancora migliore e poi i risultati sono una conseguenza, un obiettivo”.
D: Quanto ti hanno fatto piacere le parole di Nadal sull’Equipe, molto forti in tua difesa?
Sinner: “Lui conosce come sono fatto e collega la mia persona allo sportivo. Mi ha fatto piacere, perché ricevere delle parole del genere da una persona così importante nel tennis e nel mondo mi ha aiutato moralmente. Ho apprezzato tanto quello che ha detto, è una persona onesta, così come lo vediamo in tv”.
D: C’è qualcosa in particolare che ti è piaciuto della tua prestazione a Roma, che ti ha sorpreso in positivo?
Sinner: “Nel gioco difficile dire, ma tornare a essere com’ero a livello mentale. Ci sono cose che potevano andare meglio, ma non era facile a Roma. C’era attenzione e tensione, ci siamo tolti un gran bel po’ di dubbi. 3 su 5 sarà diverso, vediamo come riusciremo a gestirli. Ma siamo contenti di essere a Parigi per un torneo speciale, dove lo scorso anno ho giocato la semifinale e in uno Slam è sempre bello”.
D: Al Foro Italico c’era la folla per vederti, qui è più tranquillo. Può essere un vantaggio?
Sinner: “Per la pressione siamo fortunati per il lavoro che facciamo, mal che vada si perde la partita. Roma mi ha dato tanta energia positiva, qui l’energia è diversa. Tra l’altro da una settimana all’altra tante cose possono cambiare, anche in campo con palle diverse. Non è svantaggio o vantaggio. Giocare a Roma mi dà tanta energia, una spinta in più ma alla fine contano il team e le persone che hai intorno”.
D: Abbiamo visto delle foto a Copenaghen. Perché ti trovavi in Danimarca e chi era la ragazza insieme a te?
Sinner: “Avevo degli impegni per alcuni shooting fotografici. Nient’altro…”
D: Cosa pensi di Copenaghen? È una grande cosa avere il migliore al mondo in città.
Sinner: “Ci sono stato tanti anni fa per un torneo junior, mi ricordo che era inverno. Per quanto riguarda il lato turistico, mi è piaciuta davvero la città, molto tranquilla. Ci sono stato solo per un giorno e ho potuto vedere poco perché avevo degli impegni e delle foto da fare. Ma è incantevole, è stata una bella esperienza. C’è tutto, molti parchi. Non sembra neanche di stare in una grande città”.
(di Beatrice Becattini)