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ATP Amburgo, Cobolli: “Mi sono detto ‘combatti’ e così ho fatto. Magari due settimane fa non l’avrei ribaltata” [ESCLUSIVA]

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Dal nostro inviato ad Amburgo

Dal freddo dei giorni scorsi al calore degli applausi di un Centrale del Bit Panda Hamburg Open che inizia ad affezionarsi a lui, Flavio Cobolli si è guadagnato con gli artigli e con il cuore (come lui stesso ha scritto sulla telecamera dopo la partita) la sua seconda finale in carriera in un ATP 500. Superato in rimonta un avversario spigoloso come Tomas Etcheverry (7-5 al terzo dopo oltre due ore e tre quarti di lotta), il romano classe 2002 si è preso di forza un’altra finale da sogno: “Sono molto contento di essere in finale per la seconda volta in un 500 e avere l’opportunità di giocare un match come quello di oggi”, le sue parole a caldo. E i motivi per sorridere non sono solo legati al risultato.
È stata una grande battaglia, contro un avversario difficile – ha raccontato Flavio –. Non è mai semplice affrontare semifinali in un palcoscenico importante come questo. Ho iniziato il match in maniera nervosa, nel primo set non riuscivo a trovare le giuste sensazioni, ma dopo un’ora ho cambiato qualcosa nel mio gioco e ho detto al mio angolo che sarebbe stato stupido non combattere ogni punto. Mi sono parlato chiaro: ‘Combatti’. E così ho fatto, fino all’ultimo”.

Una maturità che si costruisce a strappi, tra errori e piccoli grandi passi in avanti. Quella che lo stesso Cobolli rivendica come cifra distintiva di questa stagione di riconferma, nella quale il secondo anno tra i “grandi” lo sta mettendo di fronte a sfide nuove e crescenti: “Credo che la cosa più importante sia come reagisci ai momenti di difficoltà. E io oggi credo di essermi meritato questa chance. Magari due o tre settimane fa, una partita così non sarei riuscito a ribaltarla. Questo torneo può essere un punto di svolta della mia stagione”.
A spingerlo verso questa nuova maturità, anche la scelta – ragionata – di tornare ad Amburgo: “Abbiamo parlato con il mio team e deciso di giocare qui perché avevo bisogno di partite. Lo scorso anno mi ero trovato bene e volevo tornare. Questo è uno dei migliori tornei del circuito: i campi sono perfetti, la palestra è stupenda, il cibo ottimo, gli hotel belli e vicini. È tutto ideale per giocare bene e performare al massimo”.

In finale ci sarà Andrey Rublev, mai affrontato prima in carriera: “Non ci ho mai giocato ma abbiamo un ottimo rapporto. Ci piace allenarci insieme. Lui è uno dei migliori, e mi piace imparare dai migliori. Quando posso, cerco sempre di rubargli qualcosa”. Parole di rispetto, che non tolgono nulla alla voglia di provarci: col sorriso, la testa alta e magari con qualche spinta dagli spalti. “Ho sentito tanti italiani fare il tifo per me questa settimana, e spero che il pubblico sia ancora dalla mia parte domani”.
Infine, un pensiero per uno dei suoi migliori amici, Edoardo Bove, alle prese con un infortunio: “Ho provato a chiamarlo prima della semifinale ma non mi ha risposto, avremo modo di rimediare. Sta guarendo, il sorriso sta tornando. Spero che torni a giocare a calcio il prima possibile”.
Domani, però, è tempo di un altro sport. E chissà che Amburgo non diventi per Cobolli qualcosa in più di una bella settimana.

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