ATP Roma: cadono Rublev e Tiafoe (dalla parte di tabellone di Sinner). Avanti Paul e Machac
F. Marozsan b. [16] A. Rublev 7-5 4-6 6-3
Una sfida dai toni avremmo detto epici se non fosse stato per gli svariati errori visti qua e là durante il match, soprattutto nelle fasi topiche. Ma il pubblico della SuperTennis Arena si è divertito e sicuramente anche il 25enne Fabian Marozsan vittorioso contro la testa di serie n.16 Andrey Rublev per 7-5 4-6 6-3 dopo due ore e 23 minuti.
PRIMO SET – Non fortunatissimo nel sorteggio, Rublev è alla disperata ricerca di quel tennis che tanto gli aveva dato negli anni passati: adesso, uscito ormai dalla top 15, ne appare soltanto come un suo lontano imitatore.
Nonostante le difficoltà, è proprio il russo a partire meglio contro l’esuberante Marozsan: break nel game in apertura alla prima occasione creatasi. Nei giochi successivi il moscovita sembra dominare, mai offrendo possibilità di rientro all’ungherese. Nel sesto gioco, però, le cose si complicano: Marozsan alza il livello, Rublev lotta, come di natura, su ogni quindici, annullando due palle del controbreak. Sulla terza non può nulla: parità ristabilita. 3-3
Andrey subisce la palla sempre diversa dell’avversario, faticando a trovare il rimbalzo giusto per chiudere il punto, ma in battuta continua a rasentare la perfezione: un solo passaggio a vuoto, che gli è costato il controbreak.
I due continuano a sbagliare molto, mancando importanti chance per metter ulteriore pressione all’altro: il russo, per ora, è bravo a mantenere la calma, nonostante i tanti gratuiti.
Il blackout, però, si ripresenta quando meno opportuno: al servizio per raggiungere il tiebreak, perde la prima di servizio e sbaglia col colpo a due mani, spedendo l’ungherese a due set point. Annulla il primo, ma sul secondo si fa comandare da un Marozsan, bravo a non mollare la riga di fondo e a costringere il moscovita al gratuito dal lato destro. 7-5 per l’ungherese il primo set.
SECONDO SET – A diversi minuti dall’inizio del toilet break, Rublev sembra rientrare in campo ancora convinto di poter lottare: altro gioco dall’infinita durata e, come a inizio partita, il russo ottiene il break inaugurale. L’ungherese alterna brutti errori a grandi soluzioni, ma impedendo a Rublev di giocare come piacerebbe a lui.
Questa volta il controbreak è immediato, facendo sempre più male al morale della testa di serie numero 16. La battuta perde sempre più d’efficacia, con game che si allungano a favore del giocatore in risposta. Dopo 20 minuti, il punteggio recita 2 – 1 a favore Marozsan, e il russo comincia a perdere la calma.
La rabbia in vistoso aumento non impedisce a Rublev di annullare altre due palle break e, forse giocando alcuni dei quindici migliori del suo match, di tornare in parità. Forse aiutato da quei dubbi risolti, forse aizzato da un pubblico a favore, Andrey fulmina a zero un apparso quasi impotente Marozsan, sicuramente non nuovo a momenti di totale buio in match giocati brillantemente.
Il buio dura poco, pochissimo: alza il livello in risposta, tira tutto e trovando la via del vincente anche sul primo colpo va sopra 0-40. Il russo riesce a non cedere di concentrazione, a ritrovare la prima e ad annullare tutte e tre le possibilità di controbreak. Per questione di millimetri scova l’incrocio delle righe annullandone un’altra ancora e aggiudicandosi definitivamente il vantaggio.
Alla fine, dopo una lotta estenuante, Andrey Rublev riesce nell’impresa di chiudere il set, dopo 50 minuti.
TERZO SET – Il parziale decisivo ricalca in qualche modo l’andamento del primo ma in una versione ancora più crudele per il n.17 del mondo. Rublev infatti prima passa 1-0 con un break – incitato a gran voce dal pubblico romano della SuperTennis Arena – poi ricomincia la sequela di errori (non che l’ungherese ne sia esente) e si ritrova sotto 4-1. Da questa posizione Marozsan sembrava poter riuscire a gestire il vantaggio ma il match non ha ancora finito di stupire. Rublev concede due match point sul 5-2, e dopo averli annullati nel suo turno di battuta, ne fronteggia un’altro e riesce momentaneamente a salvarsi. (a dire il vero è un rovescio largo gratuito dell’avversario). Ma il quarto è quello buono per il n.61 del mondo: la prima di servizio di Marozsan è vincente e mette fine all’incontro dopo 2 ore e 23 minuti. 7-5 4-6 6-3 il punteggio di una grande battaglia apprezzata dal pubblico che ha creato un’atmosfera piena di energia.
[Q] S. Ofner b. [15] F. Tiafoe 6-2 6-7(2) 6-3 (di Andrea Binotto)
Dopo quasi sette mesi di stop, possiamo affermare che Sebastian Ofner è tornato. All’austriaco sono servite alcune settimane con vari tornei per mettere del tennis sulle gambe. Il livello mostrato contro Frances Tiafoe, al secondo turno, si è però già dimostrato molto buono, dato che in circa due ore di tennis sul campo Pietrangeli Ofner l’ha spuntata con lo score di 6-2 6-7(2) 6-3. Vendicandosi quindi dell’unico testa a testa passato, vinto dall’americano, allo US Open 2023.
Il primo set è stato quasi ineccepibile da parte del 28enne austriaco, che in tutto il parziale ha lasciato per strada solamente due punti in battuta. Al contrario, il finalista di Houston ha faticato a prendere in manovra gli scambi e ha infatti ceduto un paio di volte la battuta, dopo esser stato pressato dal forcing del rivale. Che ricordiamo non essere di certo un novellino su questa superficie (nel 2023 ha raggiunto gli ottavi al Roland Garros).
Il secondo parziale è iniziato sulla falsariga del primo, con il numero 143 al mondo (ma è stato 37) capace di portarsi avanti di un break. Ma il 27enne statunitense non ha mollato la presa, ha riconquistato il servizio e, una volta arrivati al tie-break, ha dilagato contro un Ofner parecchio falloso (sono 19 i suoi gratuiti a fine set).
Quest’ultimo però, sventate due pericolose palle break nei primi minuti della frazione decisiva, è tornato a comandare gli scambi e il numero 16 ATP (ma virtualmente top 15) non ha retto l’urto. Ceduta la battuta, le speranze di Frances poco dopo hanno salutato la scena e il Foro Italico.
Si tratta dell’undicesima sconfitta in stagione per Tiafoe a fronte di dodici vittorie. Non proprio un ottimo record per uno che aspira a tornare in top 10. Ofner, invece, prosegue il suo cammino a Roma, dove prima di questa edizione non aveva mai vinto un match. Al terzo turno se la vedrà con Francisco Cerundolo o Nicolas Jarry.
[11] T. Paul b. R. Bautista 6-1 6-4
L’americano Tommy Paul (uno dei 10 tennisti a stelle e striscie in campo sabato) è il primo a staccare il pass per il terzo turno del Masters 1000 di Roma. Il n.12 del mondo batte il veterano spagnolo Roberto Bautista Agut 6-1 6-4 e si guadagna la sfida con Machac.
Set di dominio totale e incontrastato quello di Tommy Paul ai danni del povero Bautista, incapace di reagire. Per l’americano tre palle break, tre palle break convertite, una per gioco, e parziale chiuso in appena 30 minuti.
Al contrario, il secondo set, non riesce a trovare padrone: i giochi sempre dominati dal giocatore al servizio non mostrano mai alcuna palla break, indirizzando il parziale verso il più ovvio dei tiebreak. Improvvisamente, però, alla battuta per restare nel match, lo spagnolo si spegne senza alcun preavviso: palla break, convertita, che equivale a matchpoint. Lo statunitense chiude con l’86% di punti vinti con la prima, 4 palle break su 4 convertite e ben 18 vincenti.
[19] T. Machac b. L. Tien 6-4 6-4
La seconda testa di serie a meritarsi il passaggio del turno è il ceco Thomas Machac, vittorioso con un doppio 6-4 sul 19enne americano Learner Tien. Sicuramente sulla superficie a lui meno congeniale, Tien riesce a entrare in partita con grande decisione, ottenendo il primo break del match lasciando a zero il ceco.
Machac, però, impiega poco a far valere la maggior esperienza e capacità d’adattamento sul rosso: gioco infinito e controbreak alla terza occasione. L’americano è bravissimo a non farsi sorprendere, restando nel match e lottando su ogni palla in risposta. Il ceco annulla un’altra possibilità di break, e fulmina definitivamente il giovane avversario vincendo tutti e 4 i punti in risposta nel game successivo. Senza ulteriori paure e dubbi, il set scorre via: Tien non riesce a rendersi pericoloso, e Machac gestisce alla meglio il vantaggio, chiudendo 6 giochi a 4 in 41 minuti.