ATP Roma, Musetti: “Nella situazione di Sinner chiunque avrebbe avuto difficoltà”
Da Roma, il nostro inviato
Gli Internazionali BNL d’Italia sono iniziati nel migliore dei modi per Lorenzo Musetti. Il n.2 d’Italia, n.9 al mondo, ha fornito un’ottima prestazione contro Otto Virtanen per regalarsi il primo successo ufficiale da top 10. E, curiosamente, è il primo italiano a riuscirci: i precedenti cinque (Panatta, Barazzuti, Fognini, Berrettini e Sinner) hanno tutti perso il loro primo incontro da primi 10.
Mentalmente e fisicamente Musetti ha ormai assunto un altro passo, come spiega nella conferenza post match: “Sicuramente abbiamo lavorato molto fisicamente. Sotto tutti i punti di vista. E specialmente sulla terra mi muovo molto bene e mi sento a mio agio, molto fluido. Oggi sì ero un po’ contratto e bloccato. Non ho forse espresso il miglior Lorenzo. Sono migliorato dal lato del dritto, che prima era un po’ la mia pecca. Ora arrivo aperto, riesco a fare male con quello in scivolata“.
Una vittoria che arriva dopo l’ultima partita a Roma di un faro del tennis italiano del nuovo millennio come Fabio Fognini, riferimento anche per Musetti: “Fabio è stato il primo a prendermi sotto la sua ala, a farmi fare esperienza, con lui avevo la possibilità di condividere tanti momenti anche al di fuori del campo. Lo definisco un po’ un padre nel circuito, abbiamo condiviso tanto. Lo ringrazio come fan non come collega. Mi spiace tanto vederlo così, ha ancora tanta passione. Quando ha annunciato che sarebbe stata la sua ultima partecipazione al Foro siamo rimasti sorpresi ma prima o poi doveva succedere. Spero si diverta fino a quando può“.
A proposito di italiani, ovviamente questo torneo passerà alla storia come il primo di Jannik Sinner dopo i tre mesi di sospensione patteggiati per il caso doping. Un rientro pesante: “Personalmente non mi cambia molto la presenza di Jannik. Abbiamo due vite separate. Io mi sento più sensibile da un lato emotivo e della pressione, lui ha sempre dimostrato di essere cinico e freddo in campo, bravo a gestire le emozioni. Ha gestito una situazione molto difficile, per cui qualsiasi tipo di persona sarebbe stata in difficoltà…e ha fatto il suo miglior anno. Il suo rientro è visto come un’occasione per tutti da non perdere…ma non penso levi spazio ad altri o al movimento in generale. Qui ho sentito pressione da quando sono arrivato, perciò non ho giocato forse al mio massimo“. Tra l’altro la loro storia ha radici profonde, ben anteriori al circuito e alla top 10: “Sicuramente anche quella partita con Jannik nelle pre-qualificazioni era ricca di hype, ed è stata una partita che ha dato spettacolo, molto lottata. Ricordo un match point non sfruttato, che valeva accesso al main draw. Una piccola delusione. Ma riguardando adesso abbiamo fatto tanta strada entrambi, ed è bello vedere foto o video di partite giocate anni fa. Il tempo vola, ed è bello ritrovarsi tutti e due nella top 10“.
Top 10 per Musetti guadagnata ovviamente grazie a una super stagione sulla terra rossa, partendo da Montecarlo per proseguire poi a Madrid. Fino ad arrivare a Roma. Tre tornei sulla stessa superficie ma con condizioni tra loro estremamente diverse: “Madrid è dove la palla salta di più, e c’è forse meno terra nel campo, e si hanno sensazioni più simili al veloce. E non è facile difendersi. Montecarlo è come qualità del campo uno dei migliori, difficile trovare un brutto rimbalzo, specialmente sul Centrale si gioca proprio bene a tennis. Il Centrale qui l’ho trovato molto lento, e sono curioso di vedere la sera con l’umidità come diventerà. E credo ci sia parecchia terra, e così le palle diventano grosse. Questa la differenza principale. Ma credo di poter esprimere un buon tennis qui“.