Scanagatta: “Sinner è un vero idolo amato senza riserve da tutti gli italiani. Nessun dubbio sulla sua onestà”
Il ritorno di Jannik Sinner alle competizioni è un qualcosa che va oltre il semplice aspetto sportivo, nel quale nasce, abbracciando anche altri ambiti come ad esempio quello del costume. Da qui nasce l’inevitabile curiosità anche dei tanti giornalisti stranieri, che sono arrivati a Roma in occasione degli Internazionali BNL d’Italia. Tra questi c’è il quotidiano svizzero Le Matin, Jeremy Santallo, che proprio a questo tema ha voluto dedicare un articolo: arriva un racconto vivido e coinvolto dell’atmosfera che si respira al Foro Italico in questi giorni. Jannik Sinner è tornato, e lo ha fatto a Roma dove l’attesa per il numero uno del mondo ha toccato punte emotive senza precedenti.
Tre mesi dopo la sospensione per positività al Clostebol – una vicenda che ha scosso l’Italia intera – Sinner si è riaffacciato al pubblico romano trovando un’accoglienza che va oltre il tifo. Lunedì, scrive Le Matin, oltre tremila spettatori hanno assistito al suo allenamento sul Campo Centrale. Martedì, stessa scena, stavolta in compagnia di Lorenzo Sonego. È la febbre Sinner, che a Roma ha raggiunto livelli quasi religiosi.
A confermare questo clima, intervistato dai colleghi svizzeri, è Ubaldo Scanagatta, direttore di questa Testata, nonché una delle voci più autorevoli del giornalismo tennistico italiano. “L’attesa è incredibile”, ha dichiarato Scanagatta, che segue il torneo di Roma per la cinquantesima volta. “Non avevo mai visto nulla del genere. Martedì, alcuni giornali italiani hanno dedicato fino a cinque pagine al tennis. Perfino i quotidiani solitamente incentrati sulla politica hanno spalancato le loro colonne a Sinner”.
Ma non è solo questione di copertura mediatica. Il nodo, secondo Scanagatta, è tutto nella fiducia del pubblico italiano. “Gli italiani sono convinti che Jannik sia innocente – ha detto al giornale svizzero – e non lo dico per patriottismo. È davvero la percezione generale. Sinner ha sempre dato l’impressione di essere un atleta autentico, uno che non bara. Nessuno dubita di lui. Se chiedete in giro, vi diranno che lo vorrebbero come figlio, non come nemico”.
Il caso è noto: l’ITIA e l’Agenzia mondiale antidoping hanno riconosciuto che non vi fosse dolo, parlando esplicitamente di contaminazione involontaria, causata da un unguento usato dal suo ex fisioterapista. Eppure, la sospensione di tre mesi, invece della richiesta iniziale di uno o due anni, ha fatto discutere. “All’inizio non volevo accettare l’accordo – ha ammesso Sinner in questi giorni – perché sapevo di essere innocente. Ma a volte bisogna accettare e andare avanti”.
Nel frattempo, si sono fatte sentire anche le voci del circuito. Rafael Nadal ha difeso Sinner al Telegraph, dicendosi certo che “non ha mai tentato di imbrogliare”. Stan Wawrinka, intervistato da Eurosport, ha invece criticato l’opacità delle procedure: “Il modo in cui è stata gestita la cosa toglie credibilità e fa male al tennis”.
Sinner, da parte sua, ha raccontato di aver ricevuto messaggi da chi non si aspettava e silenzi da chi, invece, avrebbe potuto farsi sentire. Ma ora che è di nuovo in campo, ogni sguardo, ogni passo, ogni colpo avrà un’eco diversa. E mentre il torneo di Roma entra nel vivo, il legame tra Sinner e il suo pubblico – saldo, affettuoso, viscerale – sembra essere più forte di qualsiasi nube.
“L’amore degli italiani per Jannik – chiude Scanagatta – non è mai stato in discussione”.