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WTA Roma, Gauff: “Sto cercando di costruire la mia vita dopo il ritiro”

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Cominciato martedì il tabellone femminile degli Internazionali BNL d’Italia, la corsa al titolo è più aperta che mai: Sabalenka, Swiatek, Andreeva, Paolini, Gauff…Tanti nomi, tante incognite per ognuna di loro. Aryna, reduce dalla vittoria a Madrid, potrebbe soffrire la terra ben più lenta della capitale italiana, mentre Swiatek continua a patire un periodo d’enorme difficoltà. Semifinalista nel 2024, Coco Gauff è atterrata nella penisola dopo la sconfitta in finale alla Caja Magica, alla ricerca di una prima grande vittoria in stagione. L’americana affronterà una fra la wilcard azzurra Zucchini e una qualificata, nella parte alta del tabellone. Nel corso del media day ha risposto alle domande dei giornalisti presenti, queste le sue parole.

D. Considerando la così alta intensità di questo periodo, come riesci a mantenere la concentrazione dentro e fuori dal campo per esser nel miglior stato mentale possibile in partita?
Coco Gauff: “Cerco di far cose come guardare film. Entrambi i miei genitori erano a Madrid, e questo mi ha aiutato: per me è importante interagire con le persone. Mi trovo molto meglio in Europa rispetto alla maggior parte degli americani, non lo trovo così pesante come pensano alcuni (sorride). Onestamente, preferisco quando si gioca, è più divertente che perdere e restare in giro ad aspettare. È proprio questo che mi motiva a restare a lungo nei tornei, così non rimango lì a non fare nulla

D. Parlando di Madrid, sei partita con qualche difficoltà ma poi hai trovato il tuo ritmo. Cosa è successo? Cosa hai imparato in quel percorso? C’è stato un momento in cui qualcosa è scattato, o semplicemente ci sono giorni migliori di altri?
Coco Gauff: “Non so… Ovviamente ho avuto un po’ di difficoltà. Quella partita dura all’esordio mi ha dato fiducia: la mia avversaria stava giocando bene, la sua classifica non riflette il suo vero livello. Può giocare un tennis da top 5, ed è quello che ha fatto secondo me. Dopo quella, è andato tutto abbastanza liscio fino alla finale. Ho imparato che una partita non definisce un torneo. Quando vinci una partita così difficile, pensi che sarà un torneo duro, ma ogni match è una nuova occasione, una nuova giornata, una nuova mentalità

D. Ieri eri con Tyra Grant al sorteggio. Quanto la conosci? Cosa pensi del suo potenziale e del cambio di nazionalità?
Coco Gauff: “Non la conosco molto bene. L’ho incontrata un po’ di tempo fa durante la Fed Cup, quando portarono alcune junior. Da allora ci siamo scambiate qualche parola nei tornei, ma a livello personale non la conosco a fondo. Sul potenziale, ovviamente ne ha tanto, anche se in realtà non l’ho mai vista giocare. Ma dai risultati e da quello che fa nei tornei junior, si vede che ha talento. Quando l’ho conosciuta sapevo che era italiana, era molto orgogliosa di esserlo. Parla italiano. Non sono sorpresa. Le ho chiesto e mi ha detto che si sente più in sintonia con la cultura italiana perché vive e si allena qui. Per me ha senso. Penso sia bello avere l’opzione di scegliere chi rappresentare. Se avessi una possibilità interessante come l’Italia, che è un Paese fantastico da rappresentare, forse farei lo stesso. Anche se sono orgogliosa di essere americana. Quando la vedo interagire con gli italiani qui, capisco perché ha fatto questa scelta

D. Per anni sei stata la più giovane nel circuito. Ora c’è Mirra in top 10, e Diana Shnaider… Senti che la tua generazione sta arrivando?
Coco Gauff: “Dal punto di vista competitivo, non cambia molto per me. Quando ero più giovane non mi importava dell’età. A livello personale, però, è bello avere ragazze della mia età intorno. All’inizio era difficile fare amicizia, ero molto più giovane: avevo 15 anni, e non c’erano altre 15-16enni nei tornei ogni settimana. Le più vicine erano sui 19-20, magari Iga. Ora avere più coetanee fa la differenza. Riesco a parlare, a relazionarmi meglio. Non che le più grandi non fossero gentili, anzi, ma è diverso. Loro si sposano, pianificano la vita, io sto ancora cercando di capire la mia. È bello affrontare questo percorso con persone simili a te

D. Quanto è importante la tua fede e il tuo credo in Gesù?
Coco Gauff: “È molto importante per me, l’ho detto in ogni discorso. So che c’è chi discute di questo online, ma lo faccio da sempre. Non voglio obbligare nessuno a credere in qualcosa, condivido la mia fede per chi si identifica con essa. Se si arriva al punto di criticare chi parla di religione, o dell’orgoglio per la propria sessualità, ecc., è una forma di censura. Ognuno dovrebbe poter dire ciò in cui crede, finché non fa del male a nessuno. Per me è importante condividere ciò che mi aiuta, potrebbe aiutare anche altri

D. Di recente hai deciso di non lanciare una nuova impresa da sola. È cambiato qualcosa? Ci sono progetti in arrivo?
Coco Gauff: “A breve no. Per quanto riguarda il tennis e la vita quotidiana, non cambia nulla. Ma per il futuro sì, sto cercando di costruire qualcosa per dopo la carriera: sono sempre stata appassionata anche di altro, da prima di diventare professionista. Ora ho l’opportunità di seguire quelle passioni. Ci vorrà tempo, certo, perché il tennis è la mia priorità. Ho ancora tanto da dare in questo sport, ma voglio iniziare a costruire qualcosa ora, invece di ritrovarmi a dover rincorrere tutto dopo il ritiro. Posso fare entrambe le cose

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