WTA Roma, Andreeva: “I tornei vinti non mi hanno cambiato. Penso a lavorare, non al ranking”
Da Roma, il nostro inviato
Caldo e sole, qualche nuvola qua e là a spazzolare il cielo, tutto è pronto: oggi agli Internazionali BNL d’Italia ha preso il via il tabellone principale femminile. Tante le protagoniste, sorteggio aperto, una favorita in Sabalenka, ma tutte possono sognare. Tra queste, chiaramente, figura Mirra Andreeva. La russa, diventata maggiorenne giusto una settimana fa, è tra le più attese dal pubblico. Per la giovane età, e soprattutto per i grandi risultati già portati a casa.
“Sono entusiasta di tornare a Roma“, sorride timida Mirra, “e giocare di fronte agli italiani. L’anno scorso non giocai molto bene in singolare, spero di far meglio. Sono super contenta di essere qui. E soprattutto di poter avere Conchita al mio fianco. Un paio di giorni fa ho scoperto che qui ha vinto quattro volte di fila. Spero che mi dia qualche consiglio per fare lo stesso. È super speciale giocare qui e cercherò di starle vicina e approfittare dei suoi consigli. Nel nostro tempo libero giochiamo a Uno, cerchiamo di riposarci, e parliamo molto“.
Andreeva, non dimentichiamolo, ha vissuto un importante cambio di status negli ultimi mesi. Da promessa, con ampio margine di possibilità per sbocciare, si è affermata definitivamente tra febbraio e marzo 2025. I due 1000 vinti a Dubai e Indian Wells le hanno regalato la top 10 e la possibilità di vivere ai massimi livelli del tennis mondiale. Ma non è cambiata: “Non sento davvero di essere cambiata. Mi sento la vecchia Mirra, al di là dei tornei vinti. E credo che anche le altre giocatrici mi vedano allo stesso modo, sarebbe differente se avessi vinto degli Slam. Ma per ora tutto è lo stesso. Non è facile gestire la pressione, ma Conchita ha condiviso con me alcune esperienze e consigli per gestirla. Ma non posso dirti precisamente cosa. Lo terrò pe me. Mi ha detto tante cose e sento la differenza in allenamento, quando gioco. Vedremo se continuerà a funzionare, ma per ora funziona“.
La giovane età si intravede nelle risposte, ma anche nei pensieri. Aveva suscitato ilarità e sorrisi la prima conferenza da top 10 ad Indian Wells, quando Andreeva neanche sembrava essere a conoscenza del suo nuovo status. Ma ha ben spiegato, con maturità, il perché: “Cercavo di non pensare alla top 10, cerco di non seguire il ranking. Personalmente è più facile non pensarci, ai ranking e a cosa cambierebbe se vincessi o meno. Sono ancora in top 10, ma cerco di concentrarmi su cosa fare in campo e come dare il mio meglio. Poi quel che succederà, succederà. Sono una che vuole le cose il prima possibile. Ma volerle non significa che arriveranno. Devo lavorare sodo e devo fare qualcosa per questo. A volte non va come vorrei, a volte sì. Non ho intenzione di mettermi sotto pressione se non vinco il torneo che voglio vincere, ad esempio quest’anno, perché so di avere tempo. So che se lavorerò duramente e farò tutto il possibile, arriverà…forse non ora, forse ci vorrà un anno, forse cinque, forse dieci. Non so come andrà la vita. La prenderò con calma e allo stesso tempo cercherò di divertirmi, poi vedremo come andranno le cose”.
Finora sicuramente il meglio Andreeva lo ha espresso sul cemento. Senza però dimenticare che vanta anche una semifinale al Roland Garros, mentre è ancora da valutare (ma sicuramente ci sono alte possibilità di crescita e risultati) sull’erba: “L’anno scorso non bo giocato su erba…la metto all’ultimo posto in una mia classifica delle superfici. Probabilmente la mia preferita è il cemento, poi viene la terra…almeno per quest’anno. Ma se i tornei su terra dovessero andare bene, salirebbe al primo posto“. La terra è chiaramente al centro delle discussioni del momento, anche alla luce della nuova situazione, senza più giudici di linea in tutti i tornei, tranne al Roland Garros: “Al Roland Garros ci saranno i giudici di linea. Ma a me piace la chiamata elettronica, è più facile per me non prestare attenzione alla chiamata. Penso che sulla terra sia leggermente diverso, ma non sono molto esigente sulla questione. Qualsiasi cosa facciano per me va bene“.