WTA Madrid: l'”intrusa” Svitolina vuole continuare il suo viaggio, ma Sabalenka è un tabù
Eccezion fatta per Elina Svitolina, le altre tre semifinaliste del Mutua Madrid Open fanno parte di quel gotha assoluto che il panorama del tennis femminile possa attualmente offrire. Manca infatti all’appello solamente Jessica Pegula, n. 3 della classifica WTA, l’unica tra le prime quattro teste di serie del torneo – che non sono altro che tre delle prime quattro forze del ranking mondiale – a non essere riuscita a spingersi sino al penultimo atto del ‘Mille’ spagnolo. La tennista statunitense si è fermata al terzo turno, sconfitta dalla giapponese Uchijima. Contrariamente, Aryna Sabalenka, Iga Swiatek e Coco Gauff hanno invece perfettamente rispettato il loro seeding. Toccherà alla polacca e alla ventunenne di Atlanta gareggiare per un posto in finale nella parte bassa del tabellone, mentre in quella alta sarà la bielorussa a scontrarsi con la veterana ucraina per il loro sesto confronto diretto: sempre al tappeto la n. 17 mondo, l’ultimo incrocio sul cemento di Cincinnati agli ottavi lo scorso anno. Tre dei cinque scontri si sono consumati su terra: si sono incontrate nella semifinale di Strasburgo 2020 con successo 6-4 al terzo di Sabalenka, successivamente doppio 6-4 nei quarti del Roland Garros 2023 e infine la sfida più combattuta al Foro Italico a maggio 2024 con rimonta di Aryna vittoriosa solamente 9-7 al tie-break decisivo dopo aver cancellato match point. Ciò significa appena 3 set vinti su 13. Appuntamento sul Manolo Santana non prima delle 21.30.
Intrusa sì, ma fino a certo punto: in carriera sempre grandi risultati, è mancato solo lo Slam
Soffermiamoci proprio su Elina, l’intrusa del quartetto di semifinaliste, andando a dare uno sguardo al percorso che l’ha condotta fino alla sua dodicesima semifinale in eventi di categoria ‘1000’. La sorpresa di vederla ancora in corso alle battute finali della seconda settimana di sfide nella capitale iberica, stupisce fino a un certo punto: per quanto le primavere siano ormai trenta, dunque neanche così tante, e il meglio della carriera sembra averlo già dato; parliamo pur sempre di un’agonista che in passato è stata capace di vincere due volte gli Internazionali d’Italia in altrettante edizioni consecutive. Ci riuscì in quel magico biennio 2017-2018, dove conquistò quattro WTA 1000 e le Finals di Singapore. Otto anni fa si aggiudicò addirittura 3 ‘Mille’ nella medesima stagione, oltre a Roma anche Dubai e Montreal, per poi appore la ciliegina al momento d’oro un anno più tardi con il titolo di Maestra. Sempre al 2017, risale il suo best ranking alla piazza n°3 WTA. Perciò si sta parlando dell’élite assoluta che lo sport con la racchetta abbia potuto offrire nell’ultimo quindicennio. Quello che l’è sempre sfuggito è stato il grandissimo acuto negli Slam, per quanto possa vantare un curriculum da far indivia a molti: 3 semifinali Major, nel 2019 a Wimbledon e US Open per poi ripetersi nuovamente sui prati londinesi nel 2023. In Australia e al Roland Garros ha sempre visto il proprio cammino frenare ai quarti di finale, un totale sette quarti così distribuiti: quattro in Francia e tre a Melbourne, proprio all‘Australian Open ha ottenuto l’ultimo qualche mese fa.
Dopo alcune stagioni più opache con pochi picchi, dapprima la maternità e a ruota il conflitto scoppiato sul suolo natio hanno trasferito nuova energia ad Elina, capace di dare sfogo ad una vera e propria seconda giovinezza; perché altrimenti in appena quattro mesi di stagione non fai quarti Slam e – come minimo – semi in un ‘1000’ oltre a rivincere un titolo (a Rouen) a due anni dall’ultima gioia. Tornando al presente, il cammino di Svitolina l’ha vista superare nell’ordine la britannica Sonay Kartal (6-3 6-1), Elina Rybakina (6-3 6-4), Maria Sakkari (la greca aveva estromesso Paolini) con il medesimo punteggio rifilato alla kazaka e dulcis in fundo ai quarti proprio colei che l’aveva aperto il corridoio eliminando Pegula: Moyuka Uchijima a cui ha concesso appena quattro giochi.
Numeri pazzeschi a testimonianza di un ottimo stato di forma
Un ruolino di marcia di primissimo ordine, senza perdere neppure un set sugli otto giocati. Ma questi dati, che ne certificano il grande periodo di forma e il dominio espresso nella conduzione dei match, acquisiscono ancora più veemenza se si allarga la prospettiva anche alla settimana precedente al torneo di Madrid, quando la signora Monfils trionfando al WTA 250 di Rouen ha aperto nel migliore dei modi la propria stagione su terra. Nel complesso, la striscia recita 9 incontri vinti consecutivamente, che diventano addirittura 11 considerando le due vittorie in BJKC messe a segno tra Miami e l’inizio del swing primaverile sul rosso. 11 partite senza conoscere sconfitta con un filotto ancora immacolato di 22 set in fila. Riuscirà a tenere viva l’imbattibilità e al contempo sfatare il tabù di Minsk?