Rassegna stampa – Grande Musetti! Djokovic rinuncia agli Internazionali
Italia, gioie e dolori (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Voglia, desiderio, amore della competizione. Compagnie preziose sui percorsi della gloria tennistica, e poco importa se alla fine ti ritrovi sorridente o dolente. Musetti e Berrettini escono dal pomeriggio di Madrid con sentimenti contrastanti, ma attraverso un`altra plastica rappresentazione di cosa voglia dire essere campioni. Maturati e recuperati. Due settimane dopo i quarti di Montecarlo, Lorenzo incrocia di nuovo il fioretto con Tsitsipas, e gli impartisce un`altra lezione. Come allora, scatta con il freno inserito, annulla due palle per il 5-1 del greco e a ogni modo si ritrova sotto 5-2: ma la nuova versione del Muso non contempla più la resa momentanea in attesa degli eventi, ma piuttosto la ricostruzione tecnica e psicologica del match punto dopo punto. E così annulla nel decimo game un set point a Stefanos, che ha papà di nuovo all`angolo, gli strappa il servizio del 6-5 e da lì prende il controllo della sfida, anche se avrà bisogno di un tiebreak perfetto nel secondo set per chiuderla. Ma il rendimento negli scambi brevi, l`incisività del dritto, i drop shot deliziosi sono l`immagine di un uomo in grande fiducia: «Onestamente era la mia prima volta sul Santana, in condizioni completamente diverse da quelle a cui sono abituato, quindi sicuramente ho avuto qualche difficoltà all`inizio a trovare il ritmo e a colpire la palla. Qui rimbalza motto più in alto rispetto agli altri campi, ma alla fine sono rimasto davvero paziente con un atteggiamento molto positivo». Oggi concederà un`altra rivincita, stavolta a De Minaur, che nel Principato ha sconfitto in semifinale: match programmato non prima delle 21.30 per consentirgli di recuperare al meglio le energie, visto che a causa del blackout non godrà del giorno di riposo garantito dai Masters 1000 allungati su 11 giornate e soprattutto lunedì si era fatto due ore a piedi per tornare dal campo all`hotel. Contro il Demon australiano, Musetti cercherà poi di infilare un`altra tacca verso la top 10, ormai vicinissima e sicura se dovesse raggiungere la finale: «Ma non guardo la classifica, devo solo cercare di concentrarmi su ogni partita, però la fiducia, la continuità, e soprattutto l`esperienza di vincere certi match comincia a ricordarmi davvero quella dei top ten». […] Matteo Berrettini con Draper, uno dei big più caldi del momento, ci prova con coraggio leonino, fa partita pari (e di gran livello) per un set ma poi, perso il tiebreak, si arrende per precauzione: «Ho voluto giocare nonostante il problema, perché due giorni di riposo mi hanno aiutato a scaricare un po` la zona dell`addome, che era molto contratta. Però mi sono ritirato perché il gioco non valeva la candela, c`era il rischio grosso di farsi male. E l`ultima cosa che voglio è infortunarmi agli addominali durante la stagione perché voglio competere contro i migliori essendo al 100%. Ora farò di tutto per recuperare per Roma».
Muso duro nella Top 10. E sembra Montecarlo (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Basta poco, alla fine… Basta riaccendere la luce dopo una giornata in nero per osservare con chiarezza come in cima a questo tennis vi sia un gruppo di giocatori italiani che fa parlare di sé. Piacciono da matti e aggiungono spezie al torneo, quasi toccasse a loro filare gli eventi presenti e futuri come le Parche del mito, anche se con scrupolo ne rappresentano solo la parte più bella, quella che vince, e quando non vi riesce sa intrattenere, dare spettacolo, strappare applausi. Non è il dominio fine a se stesso, quello che induce “a sentirsi potenti oltre misura” e Nelson Mandela citando la poesia d Mariane Williamson respingeva come “la paura più profonda” che l`uomo possa percepire. In questo torneo di Madrid a dominare sono più gli statunitensi, giunti in quattro agli ottavi, che non i nostri ragazzi, rimasti in due. Ma l`Italia occupa la casella che soddisfa maggiormente il pubblico, e lo spinge a discutere, a confrontare, a immedesimarsi, talvolta a sognare. Vi riesce benissimo Musetti, che una a una strappa a Tsitsipas ogni sicurezza si agiti sotto quella pellaccia da marinaio “col destino in mezzo ai denti” fino al 7-5 7-6. E a Berrettini basta un set con Draper, ché oltre non può andare, rischierebbe troppo e chissà se già quel limite non lo abbia superato. Ma è un set di fuochi artificiali che lascia incantati, di una bellezza pura, intessuto di brividi. E non basta, perché rimbalzano a Madrid le foto che il settimanale “Chi” ha lanciato via etere, di una liaison (possibile, probabile, chissà…) fra Jannik Sinner e Lara Leito, che si accompagnano sottobraccio a Montecarlo, e si danno appuntamento, poi si baciano salutandosi. […] E dite, non vi sembra sufficiente per una sessione di tennis che riporta con sé la luce dopo il buio di una giornata della quale ancora non si è capito il come e il perché? Il pubblico di Spagna non aspettava altro… Tre amici nella notte, racconta Musetti nell`intervista sul campo, che procedono al buio alla ricerca dell`albergo perduto. Sono lui, Matteo Berrettini e Flavio Cobolli. Sembra una barzelletta, e quasi lo è… Due ore di cammino per andare dai campi all`albergo, più che un`avventura. Taxi fermi, traffico bloccato, servizio trasporto e consegna giocatori in tilt. Effetto black out. «Ci siamo consorziati e abbiamo seguito i nostri ricordi della strada da percorrere. Alla fine siamo giunti, ma alle spalle dell`albergo, non davanti», se la ridacchia Lorenzo, dopo le fatiche con Tsitsipas. E c`è da immaginare il clima che si era creato nel terzetto. «Un grande insegnamento, a suo modo. Viene a mancare la corrente elettrica, e finiamo per sentirci tutti piccoli e insulsi», conclude, con un pensiero tutt`altro che banale. Tocca a lui, Muse, occuparsi del disbrigo degli affari correnti. È uno dei due italiani (l`altro è Arnaldi) ancora in gara, ma con chance importanti. Il
“Mille” madrileno gli ha offerto in forma condensata una riedizione delle avventure monegasche. È stato lì, due settimane fa, che Lorenzo ha battuto per la prima volta Tsitsipas, avanti (allora) 5-0 nei match disputati. Il segno che qualcosa è cambiato, si disse. E infatti Lollo ci rifà, e batte da capo il greco, questa volta senza concedergli il primo set, ma ritrovando d`incanto i colpi di sbarramento che finirono per tramortirlo nel “mille” in riva al mare. Qui siamo in altura, e le palle corrono di più. Tsitsipas sembra rinato, scappa 3-0, si ritrova presto sul 3-1, e sul 5-3 va a servire per prendersi il primo. Ma il lavoro di Musetti è cominciato e sta lavorando ai fianchi il greco. Il bello (per Lorenzo) è che Tsitsi neanche se ne accorge. Lui tira dritto, ché quello sa fare, che altro? Con pazienza Muse sfrutta i rimbalzi alti, e ne abbassa la traiettoria quasi saltandoci sopra. Tsitsipas non sa come reagire. Restituisce il break, fallisce un set point nel game successivo e si ritrova Musetti addosso. È la svolta. Lorenzo presidia il campo e ricama, trova il break nell`undicesimo game e cambia il senso della partita. Nel secondo è lui “quello da battere”, Tsitsipas ne avverte il peso e resta attaccato al servizio per scacciare gli incubi che si presentano nel nono game con quattro palle break, e di nuovo con un`altra nell`undicesimo, tutte a favore dell`italiano. Il tie break diventa accademia. Musetti si porta sul 6-1 e chiude 7-3. «Vittoria importante», dice, «mantiene vive le ottime sensazioni di questo periodo. Era la prima volta che giocavo sul Santana e le condizioni sono diverse dagli altri campi. La palla rimbalza di più e si fatica. Ho messo in campo tutta la pazienza che avevo dentro». Avrà De Minaur come a Montecarlo. «Sono match difficili, ma sono in fiducia e sento di essere cresciuto. Voglio vincere, non penso alla classifica». […]
Nole, niente Foro Italico. Musetti show (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
Lorenzo Musetti ci ha preso gusto e ha concesso il bis. Dopo aver battuto Stefanos Tsitsipas a Montecarlo, l`azzurro si è ripetuto anche sulla terra rossa di Madrid, imponendosi con il punteggio di 7-5 7-6 e approdando agli ottavi. Prestazione di grande spessore da parte di Musetti, in fiducia dopo la finale raggiunta nel Principato e capace di ribaltare un primo set in cui si era trovato sotto 4-1 40-15. Nel secondo parziale, invece, a rubare l`occhio è stato un delizioso passante di rovescio giocato dal carrarino nel tie-break che si candida a essere il colpo del torneo. Il debutto in top 10 è sempre più vicino, ma Lorenzo è lapidario: «Non guardo la classifica, voglio solo giocare il mio torneo e concentrarmi su ogni partita». Esattamente come a Montecarlo, dopo aver battuto Tsitsipas sul suo cammino c`è l`australiano Alex De Minaur. Numero 7 del mondo, si sta dimostrando molto solido anche su una superficie a lui meno congeniale come la terra battuta. Per Musetti (avanti 2-1 nei precedenti) non sarà scontato ripetere il successo di tre settimane fa, ma se continua a esprimersi su questi livelli non deve temere nessuno.[…] Oltre a Musetti, ci sarà anche Matteo Arnaldi a difendere i colori azzurri negli ottavi di finale alla Caja Màgica. Il sanremese arriva all`appuntamento riposato e sulle ali dell`entusiasmo dopo il successo ai danni di Djokovic, a cui ha dato seguito battendo Dzumhur Per lui l`occasione è ghiotta perché dall`altra parte della rete c`è Tiafoe, che su terra battuta non è affatto un brutto cliente. Arnaldi ha perso l`unico precedente, ma ha tutto per ambire a un posto nei quarti. In campo alle 13. Come da noi anticipato qualche settimana fa, Novak Djokovic non prenderà parte agli Internazionali d`Italia. A ufficializzarlo è stato il torneo tramite i propri canali: «Novak Djokovic ha annunciato che non parteciperà agli Internazionali d`Italia 2025. Ci vediamo l`anno prossimo, Nole». Si interrompe così la striscia di 18 partecipazioni di fila al Foro Italico per il serbo, dal 2007 sempre presente a Roma. Salvo wild card last minute a Ginevra o Amburgo, Djokovic arriverà al Roland Garros senza neppure una vittoria stagionale sul rosso.
E Djokovic in crisi rinuncia agli Internazionali (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il gigante d`argilla e il peso insostenibile della normalità. Chissà se lo immaginava così, Novak Djokovic, l’inevitabile declino, ma di certo per il momento gli rimane assai poco dell`antico dominio, come recitano le 7 sconfitte in stagione in 19 match e soprattutto le quattro eliminazioni al match d`esordio, due sulla terra, l`ultima con Arnaldi a Madrid: «Ovviamente dopo aver perso una partita non ti senti mai bene, ma quest`anno mi è accaduto diverse volte al primo turno, purtroppo. Mi sono allenato bene, ma è completamente diverso quando scendi in campo per un match ufficiale. Penso che la cosa positiva sia che mi sono divertito molto di più a Madrid che a Montecarlo o in qualche altro torneo. Ma ovviamente il livello del tennis non è ancora quello che vorrei». E forse non tornerà mai, tanto che nel tardo pomeriggio il Djoker si è cancellato ufficialmente dagli Internazionali d`Italia, vinti sei volte in carriera (l`ultima nel 2022), per tentare l`all-in al Roland Garros, una scelta plausibile ma assai rischiosa. Intanto, per provare a uscire dalla crisi in cui si è avvitato, avrebbe bisogno di giocare il più possibile, soprattutto sulla terra, la superficie che storicamente gli ha presentato maggiori difficoltà: sperare di ritrovare la forma nei primi turni di Parigi rappresenta un azzardo notevole anche per un fenomeno come lui. E poi Roma gli avrebbe offerto l`ultima possibilità di tornare al n. 4 del mondo scavalcando Fritz, un passo non da poco perché significava evitare Sinner e Alcaraz almeno fino alle semifinali dello Slam francese. Adesso, occorrerà abituarsi alla sua fragilità. […]
Jannik: “Ho pensato di lasciare. Nello spogliatoio ero a disagio” (Stefano Semeraro, La Stampa)
Jannik Sinner non vede l`ora di giocare a Roma, e Roma, anzi tutta l`Italia, non vedono l`ora di rivederlo in campo al Foro Italico dopo i tre mesi di sospensione per il caso Clostebol. «Sono contento di rientrare, soprattutto a Roma: non c`è posto più bello», ha detto nell`intervista di ieri sera al direttore del Tgl Rai Gian Marco Chiocci. Rivelando poi a sorpresa: «Sì, c`è stato un momento in cui ho pensato di mollare. E stato in Australia quest`anno: negli spogliatoi non mi sentivo a mio agio. Sono uno che scherza sempre ma gli altri giocatori mi guardavano in maniera diversa. E stato pesante, in un certo senso staccare per tre mesi mi ha fatto bene». Le critiche sono state tante ed eccellenti, vedi Federica Pellegrini: «Tutti hanno diritto a pensarla come vogliono, l`importante è che io sapevo di non aver fatto nulla di male e che non sono stato trattato diversamente da altri. Ma non auguro a nessuno di passare momenti così sapendo di essere innocente». Più serene le risposte sul momento più bello («quando ho saputo di essere n.1»), su ciò che invidia agli avversari («il tocco di Musetti e Alcaraz»), sull`emozione di giocare a Roma e Torino («non sembra nemmeno di stare su un campo da tennis»).
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Sinner: “Il ritiro? Sì, ci ho pensato” (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
«Sì, c`è stato un momento in cui ho pensato: “Basta, mi sono stufato, lascio, mollo tutto». Jannik Sinner si confessa così al direttore del TG1, Gian Marco Chiocci, alla vigilia del ritorno alle gare, la prossima settimana al torneo di Roma, dopo 3 mesi di forzato stop per la vicenda Clostebol. Nell`intervista di 25 minuti in esclusiva, questa frase forte rimarca il lungo e travagliato tira e molla dietro le quinte dal marzo dell`anno scorso a metà febbraio quando il 23enne altoatesino s`è accordato con la WADA per una sospensione non per doping ma per responsabilità oggettiva. Il Profeta dai capelli rossi ha sofferto: «L`anno scorso è stato molto stressante. Siamo riusciti comunque ad ottenere dei risultati incredibili. Anche quest`anno siamo partiti molto bene. All`inizio era un po` strano. Anche fuori dal campo sono successe delle cose che comunque non mi aspettavo. Ci alleniamo tanto per divertirci quando giochiamo una bella partita ma sentivo che il divertimento giorno per giorno andava via». Il bis a Melbourne è stato più travagliato: «Arrivo lì in Australia, non mi sentivo a mio agio, nel locker room, mangiavo e i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva, mi sono detto “È pesante vivere il tennis in questo modo”. Io che ero sempre uno che scherzava con questo e quell`altro… Ho pensato “Magari dopo gli Australian Open stacco un pochettino, e magari mi fa bene. Per questo non ho giocato Rotterdam. Per riposare il corpo e vivere po` di tempo diverso, con gli amici, mettendo la priorità alle persona cui voglio veramente bene». […] Jannik si ribella alle critiche: «Non sono stato trattato in modo diverso, mi hanno controllato anche forse più degli altri, perché sono andato avanti quando dovevo fermarmi, e poi la WADA ha fatto il processo di nuovo». Djokovic, Serena Williams, Federica Pellegrini: quante cattiverie! «Non ho neanche voglia di rispondere, ognuno è libero di dire quello che vuole e può giudicare. Per me è importante quello che è successo, ma soprattutto quello che ho passato. Non auguro a nessun innocente di passare una roba così. La fortuna è che ho avuto persone intorno che mi hanno aiutato e mi hanno creduto. Alla fine ho costruito un po` la mia bolla dove nessun altro entrava e questo mi ha dato la voglia di continuare e di prepararci bene per gli Slam perché comunque l`anno scorso ho giocato molto bene quei tornei: ho avuto un piccolo infortunio prima di Roland Garros, però poi l`ho giocato molto bene, anche se io non mi sono sentito una persona felice in campo». E non è stato facile accettare l`accordo con la WADA: «Ho fatto fatica perché nella mia testa mi sono detto: “Non ho fatto niente, perché devo pagare il prezzo? Ma abbiamo parlato col mio avvocato di quello che potesse succedere nei peggiori dei casi e abbiamo deciso. E` andata così, non volevo, però, forse mi ha fatto bene. Anche se tre mesi sono troppo».
Sinner ricomincia a guardare avanti: «Piano piano sto rientrando nel ritmo di allenamenti veri, con un obiettivo davanti. Mi sto allenando anche con dei giocatori forti per vedere su che livello sto giocando. A volte va molto bene, a volte c`è un calo e non so perché. Sono molto contento di rientrare in campo. Mi manca la competizione. Nell`allenamento non hai la pressione, non hai la tensione della partita. Vediamo, di sicuro sono molto contento che questa fase è terminata e siamo pronti a ripartire a Roma, che è un torneo speciale per me, non c`è posto più bello per tornare in campo».