Cinà, Vasamì, Basile e De Marchi: il tennis italiano del futuro è in buone mani
La classe 2007 è pronta a entusiasmare. Cinà, Vasamì, Basile, De Marchi e tanti altri. Il tennis italiano del futuro è (più che) roseo. Ragazzi piuttosto diversi tra loro, umanamente e tecnicamente, che hanno però le caratteristiche per diventare giocatori veri. Potenziali nuovi Top 100 ATP e azzurri di Davis.
Federico Cinà è il più noto. Siciliano, figlio di papà Francesco (coach per una vita di Roberta Vinci), si è fatto conoscere a Miami dove ha conquistato contro l’argentino Comesana il primo successo in un main draw ATP. ‘Pallino’, soprannome che ha sin dalla nascita, ha un tennis brillante e allo stesso tempo concreto. È ancora un po’ immaturo, come normale alla sua età, e gli alti e bassi durante i match sono più che comprensibili. Cinà sta lavorando (spesso a Tirrenia con Claudio Galoppini) molto su battuta e diritto. Il movimento del servizio è passato, per il momento, da foot-back a foot-up, e anche il lancio di palla è stato modificato. L’altezza (circa un metro e novanta) può sicuramente aiutare. Per quanto concerne il diritto Federico sta provando a caricare maggiormente con le gambe e ad arrivare ancor prima sulla palla. Sono tanti gli aspetti tecnici da perfezionare (volée, slice di rovescio), come è normale in un ragazzo così giovane, ma testa e corpo sono in crescita. Gli allenamenti fisici con i preparatori FITP (Petrignani e Barsacchi) stanno portando Cinà a un nuovo step. Federico, dopo il torneo di Monza in cui è stato sconfitto da Collignon, svolgerà una settimana di allenamento per poi disputare il Masters 1000 di Madrid (con wildcard), un Challenger e quindi il main draw degli Internazionali BNL d’Italia grazie a un invito della federazione.
Chi si sta facendo conoscere in questi giorni è invece Jacopo Vasamì, gigante romano di un metro e novantatrè che si allena al Tennis Club Nomentano con Fabrizio Zeppieri. Jacopo, mancino dal servizio devastante (e dal diritto eccellente), è cresciuto sino ai 9 anni al TC Parioli per poi trasferirsi al Nomentano. Dai 13 a 16 anni e mezzo, grazie a una borsa di studio, si è trasferito alla Rafa Nadal Academy per poi rientrare quest’anno nuovamente nel club capitolino. Fisicamente è migliorato molto grazie al lavoro del prof. Alessandro Cesario. Tatticamente sta provando a essere ancora più aggressivo, provando a prendere maggiormente la rete. Un aiuto importante sta arrivando dal doppio, che Vasamì sta giocando con continuità. Il rovescio, colpo meno sicuro, sta migliorando molto e anche lo slice appare in crescita. La programmazione di Jacopo, dopo l’exploit di Monza (quarti di finale), sarà la seguente: Beaulieu su Mer (torneo Junior), Challenger del Garden, Bonfiglio, Roland Garros junior, Roehampton, Wimbledon junior, per poi decidere, in baso al livello, che tipo di eventi disputare nella seconda parte della stagione.
Uno dei pochissimi rovesci a una mano del prossimo futuro, ad alto livello, potrebbe essere quello di Pierluigi Basile. ‘Pigi’, anche lui alto intorno al metro novanta, originario di Martina Franca (dove ha iniziato a giocare), è allievo di Alessio Torresi e Fabio Gorietti alla Tennis Training School di Foligno (uno dei migliori centri in Italia). Ragazzo esuberante, dalle qualità tennistiche incredibili, colpisce la palla in maniera pazzesca sia di rovescio (a una mano per imitare, da bimbo, il suo idolo Roger Federer) che di diritto. Sta lavorando a 360° su tutti gli aspetti tecnico-tattici, fisici e soprattutto mentali. Tende infatti a perdere le staffe, accettando poco l’errore. Ha iniziato da tempo il percorso con un mental coach che sta cominciando a portare i primi frutti, anche se il lavoro è da considerarsi a lungo termine. A Foligno c’è grande fiducia intorno al ragazzo, che a inizio anno ha partecipato a Melbourne al suo primo Slam juniores. La programmazione prevede alternanza tra Futures, Challenger e tornei giovanili.
Combattente, corridore, lottatore indomito, il romano Andrea De Marchi è ragazzo dalle caratteristiche fisiche e tecniche certamente diverse dagli altri tre. Con Vasamì, negli anni, ha messo in scena decine e decine di derby (arrivavano in finale in qualsiasi manifestazione regionale) accesissimi. Ora sono, peraltro, molto amici. De Marchi ha una naturale predisposizione alla battaglia sportiva, ci sguazza dentro, la brama, la desidera. Una fastidiosa infiammazione alla spalla ne sta compromettendo la stagione 2025, ma non gli ha negato di allenarsi molto dal punto di vista atletico. Andrea lavora al Kipling di Roma con Francesco Vilardo e Giuseppe Fischetti, dopo che coach Claudio Messina ha interrotto la collaborazione per andare a seguire Luca Nardi. L’idea tecnico-tattica dei suoi allenatori è di portarlo a giocare sempre più dentro al campo, a comandare con il diritto usando il servizio più come un’arma. Non è altro come gli altri tre (circa 180 centimetri), ma ha caratteristiche atletiche e mentali che gli altri probabilmente invidiano. La testa è da giocatore vero.
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