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Mensik esplode a Miami: i dati e le prospettive. Sinner è avvisato?

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All’indomani della vittoria di Jakub Mensik al Masters 1000 di Miami, sono già avviati i dibattiti sulle prospettive di questa nuova stella del tennis. In futuro, il 2005 di Prostejov può diventare un rivale di Jannik Sinner per la vittoria di titoli Slam e per il numero uno del mondo? A 19 anni e 210 giorni, il ceco è il quinto tennista più giovane a vincere un trofeo di questo livello dopo Micheal Chang, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz e Holger Rune. Un vero e proprio exploit per un ragazzo che, sin qui, non aveva ancora vinto un titolo a livello di circuito maggiore e, prima del torneo di Miami, sedeva sulla poltrona n.54 al mondo. Per dare l’idea, è diventato il giocatore con il ranking più basso di sempre a vincere il Miami Open da quando l’evento ha luogo (1985) ed è solo il secondo teenager fuori dai primi 20 giocatori del mondo a vincere un torneo di livello 1000, dopo Chang (che nel 1990 vinse Toronto partendo dal n.24 ATP).

Mensik, i numeri definiscono l’exploit di Miami

Di certo si sapeva che Mensik è uno dei migliori talenti di quella che in molti definiscono la Next-Next Gen, ossia quella ancora successiva a Sinner e Alcaraz, la nuova nidiata dei giocatori nati tra il 2005 e il 2007 che ambiscono alle vette del tennis mondiale. Jakub è un ottimo esponente di questa generazione e lo aveva fatto capire per la prima volta allo US Open 2023, quando da qualificato si arrampicò fino al terzo turno perdendo da Taylor Fritz. La prima (e fino a una settimana unica) finale era invece arrivata a Doha nel 2024, quando fu Khachanov ad avere la meglio in due set (7-6 6-4). Non è male, quindi, vincere il primo alloro ATP proprio in un Masters 1000. E la valenza del traguardo ottenuto è ancora maggiore se si pensa che dall’altra parte della rete c’era un certo Novak Djokovic, il detentore del record di vittorie nei Masters 1000 che cercava il suo titolo ATP numero 100 e invece ha finito per perdere una finale contro un giocatore fuori dai primi 50 della classifica: al serbo era capitato solo nel 2006, a Umago contro Stan Wawrinka.

Il dibattito sulle prospettive di Mensik e il paragone con Berdych

E dunque: quali sono le prospettive di Jakub? In questo momento è spontaneo accostare il ragazzo a Tomas Berdych, l’ultimo ceco che era riuscito a vincere un Masters 1000 (nel 2005 a Parigi-Bercy). Aveva vent’anni da poco compiuti e in molti pronosticavano un futuro da campionissimo. Tomas, però, si è fermato lì in quanto a big titles, con la finale di Wimbledon 2010 come unico altro risultato di spicco in questo senso. Certo, la sua rimane un’ottima carriera, anche considerando il fatto di essere capitato nella stessa era dei Federer, Nadal e Djokovic. Ma Mensik ha le carte in regola per fare ancora meglio. A farlo pensare, oltre a un tennis completo che vede nel servizio l’arma più importante e incisiva, è la solidità mentale manifestata dal ragazzo, che appare più stabile e centrato di Rune (per citare un altro giocatore in grado di arrivare a vincere un titolo 1000 da teenager). A Miami è diventato il primo giocatore a vincere un Masters 1000 conquistando almeno sette tiebreak nel torneo (di cui due nella finale contro Djokovic): ci riesci solo se hai un grande servizio e una capacità fenomenale di alzare il livello nei momenti importanti. Una dote in comune con Jannik Sinner, che ha vinto 16 tiebreak degli ultimi 18 giocati. E allora, mentre dal suo buen retiro di Montecarlo il numero uno del mondo conta i giorni verso il 13 aprile, che segnerà il ritorno agli allenamenti in circoli ufficiali, Jannik ha qualche motivo per osservare con interesse la crescita di Mensik.

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