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Victor Crotta, una vita tra tennis e impegno sociale

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IVREA. In Canavese, Vittorio Crotta, per tutti Victor, 79 anni il 12 aprile prossimo, lo conoscono in tanti. Forse è meno conosciuta la sua storia, umana e sportiva. Colma questa lacuna “Una vita a rete. Vittorio Crotta: l’uomo, lo sport”, libro di Andrea Sicco dedicato a questo personaggio importante, un monumento dello sport italiano, protagonista di una straordinaria stagione del tennis nazionale negli anni Settanta.

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CORREVA L’ANNO 1946

Victor Crotta nasce a Ivrea nel 1946 da una famiglia semplice. Il padre gestiva un negozio di biciclette in via Cascinette. Inizia a giocare a tennis giovanissimo dimostrando rapidamente un talento eccezionale. A soli 17 anni vince il titolo nazionale nel doppio in coppia con Pierluigi Marta. Nel 1965 inizia la sua carriera da professionista, giocando 6 volte in coppa Davis e agli Internazionali d’Australia (all’epoca non erano ancora Australia Open) e partecipando a tre edizioni del torneo parigino del Roland Garros. Nel mentre, all’età di 20 anni, si concede una piccola pausa dal tennis giocando a calcio alla corte di Fulvio Bernardini e Ferruccio Valcareggi. Due nomi incisi nella storia dello sport. E un’esperienza, quella di Crotta, che fa riflettere sulla sua indole per le discipline sportive. Dopo il ritiro dai campi in terra rossa Crotta viene nominato capitano non giocatore della squadra italiana di coppa Davis. È il 1979, un anno drammatico per il tennis italiano. Il 12 ottobre, il suo predecessore alla guida della compagine nazionale, Bitti Bergamo, muore tragicamente in un incidente automobilistico e Crotta prende in mano le redini della nazionale di Panatta e Bertolucci. Nel 1980 porta gli azzurri a disputare la sesta finale di coppa Davis in Cecoslovacchia persa dopo un arbitraggio a dir poco scandaloso. Abbandonato, nel 1984, il tennis professionistico diventa giornalista e apprezzato commentatore televisivo di tennis per la Rai in vari tornei internazionali. All'inizio degli anni Novanta, Crotta diventa responsabile tecnico della Federation Cup, mentre fino al 2001 è direttore tecnico della Regione Piemonte con responsabilità di coordinare tutte le attività tecniche e promozionali ed i rapporti con sponsor ed istituzioni.

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IL BELLO DELLE VITE

Una storia incredibile, che Sicco ha scelto di scrivere per un motivo, in fondo, molto semplice. «Mi piace raccontare le storie e quando incontro delle persone con delle vicende bellissime alle spalle mi dico che non è possibile che nessuno faccia conoscere queste vite – spiega Andrea Sicco – e nel caso di Victor questa è stata un’occasione particolare. Nel 2015, nel corso di un pranzo insieme a Beppe Gandolfo, giornalista di Mediaset, Victor inizia a far rivivere molti aneddoti della sua carriera sportiva e da qui è nata l’idea di raccontarli in un libro». Per Sicco, giornalista che si occupa di comunicazione per le imprese, il libro su Crotta è la seconda biografia. La prima, per la cronaca, è Vita da eroe. L’Italia vista dalla Scala, sulla vita di Giulio Franzetti, primo violino di spalla alla Scala di Milano. «Non mi sono preordinato di dedicarmi alle biografie – dice – . Il caso ha voluto che abbia incontrato delle storie che mi hanno chiesto di essere raccontate. Io non ho fatto altro che assecondare il tutto».

LE PERSONE PARLANO

Victor Crotta è stato uno dei più grandi tecnici del tennis italiano ma la sua storia è poco conosciuta e il libro pone rimedio a questo vuoto. «È una raccolta di testimonianze che ho chiesto a varie persone di scrivere – continua – persone che hanno incontrato Crotta nel corso del tempo, prima nel mondo del tennis e poi nel progetto il Testimone ai testimoni». Perché Crotta, una volta rientrato in Canavese, ha gestito a lungo un tennis club e ha ideato, in collaborazione con l’associazione Libera di don Luigi Ciotti, anche questa importantissima manifestazione che nel corso degli anni si è occupata di diffondere nelle scuole e fra i giovani la cultura della legalità attraverso la pratica sportiva e che ha fatto registrare numeri da record, coinvolgendo complessivamente oltre 200mila tra bambini e ragazzi. La manifestazione prevedeva diversi incontri nelle scuole dedicati alla legalità e allo sport e si concludeva con una grande staffetta per le vie della città e con il riconoscimento di Campione nella vita a personalità del territorio. E proprio al territorio dove è nato e cresciuto, Crotta è sempre stato legatissimo e ha sempre voluto costruire e trasmettere esperienze ed emozioni. Nel 2010, tanto per segnalare il rapporto con la tradizione più sentita della città, ha ricevuto anche le insegne dell’Oditore dello Storico carnevale di Ivrea. «Tutte le testimonianze che ho raccolto nel libro – continua Sicco – hanno descritto una persona speciale sia nel mondo dello sport che nella vita quotidiana. Una persona per cui la cultura della pratica sportiva insegna i valori della vita, insegna il rispetto delle regole, insegna il rispetto dell’avversario e quindi il rispetto delle persone». Il libro è un ripercorrere la vita di Crotta - e che vita! - attraverso una selezione fotografica, una biografia per immagini: ecco allora che si vede Victor bambino e poi tennista fino all’olimpo della Coppa Davis e della sua attività come tecnico. E accanto alle foto ci sono gli interventi di chi ha conosciuto il grande tecnico: personaggi importanti come il campione di tennis Nicola Pietrangeli e il giornalista Ubaldo Scanagatta e anche personalità di primo piano che testimoniano il grande impegno civile di Crotta come don Luigi Ciotti e il magistrato Gian Carlo Caselli, intervenuti a Ivrea moltissime volte in occasione degli incontri con i giovani promossi da Il testimone ai testimoni.

LO SGUARDO AI GIOVANI

«Victor ha lavorato con molti giovani che si trovavano border line – continua Sicco – e grazie allo sport ne sono stati tirati fuori. Lo definirei un salvatore perché in tante occasioni ha fatto semplicemente questo». E adesso, a pochi giorni dal suo 79esimo compleanno, si appresta a ricevere il giusto tributo che sarà mercoledì 9 aprile alle ore 17.30 a Bollengo nella Sala Nuova Torre in via Pietro Cossavella, 2 nel corso della presentazione del libro a lui dedicato con a fianco il suo grande amico don Luigi Ciotti.

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