ATP Miami: Dimitrov rimonta Cerundolo cancellando match point. 150 vittorie nei Masters 1000
[14] G. Dimitrov b. [23] F. Cerundolo (6)6-7 6-4 7-6(3)
Il paradosso di Grigor: non è un richiamo filosofico all’allievo di Parmenide, Zenone, ma un’inequivocabile costatazione di quanto ha raccontato il quarto di finale che ha visto protagonista Dimitrov al Miami Open 2025, il primo di quest’edizione del ‘Mille’ della Florida. Dopo due ore e cinquanta minuti di torcida emotiva, mentale ma soprattutto tattica e fisica, a gioire sul campo centrale dell’Hard Rock Stadium è stato l’ex n° 3 ATP che rimonta la testa di serie n. 23 Francisco Cerundolo, superandolo (6)6-7 6-4 7-6(3). Dodicesima semifinale nei Masters 1000, 150esima vittoria in tornei di tale categoria.
Una sfida incredibilmente ricca di contenuti e oltre che di costanti ribaltamenti del fronte: nella prima frazione, il bulgaro si è visto superare al tie-break dopo aver sprecato complessivamente 7 set point. Ha infatti chiuso la partita con un dato altamente negativo nella conversione delle palle break, appena 3 trasformate sulle 13 costruite. Ma ecco che entriamo più nel dettaglio del nostro incipit, il primo set ha presentato una versione del Maestro 2017 eccessivamente attendista che ricercava di tessere la sua tela di varianti geometriche per allungare lo scambio e fare emergere il gap di categoria nella manualità tennistica.
Una volta però perso il set d’apertura, gioco forza Grigor si è dovuto reinventare strategicamente. Quel tipo di partita, con quella specifica conduzione di gara non avrebbe più potuto esprimerla, nella misura in cui trascinare l’incontro al terzo e successivamente avere anche la lucidità per vincere la partita, avrebbe richiesto un dispendio energetico che il bulgaro non avrebbe mai potuto sostenere. (non va dimenticato che nel 2025 sono stati già tre i ritiri di Grigor a partita in corso: Lehecka in semifinale a Brisbane, Passaro a Melbourne e O’Connell a Dubai). Ecco allora la scelta di attuare un altro piano tattico, aggressività all’ennesima potenza. Prendersi molto più rischi, giocando in continua spinta e rinunciando al tocco del fioretto per andare di sola sciabola furente.
Tale approccio è stato anche facilitato dal break maturato in avvio di secondo, tuttavia – ed è qui che si cela il paradosso – anche il tennis iper aggressivo, così come quello manovrante che ti costringe a scambiare molto più a lungo, alla fine in ogni caso sfianca un trentatreenne nell’umidità di Miami. Sotto 3-0 nel terzo, Dimitrov era completamente al tappeto, in totale appena, ma per sua fortuna Francisco ha confermato la sua fama di autentico anti-cannibale, perennemente attanagliato dal braccino quando c’è da vincere contro uno che ha nome e curriculum. Prima il bonaerense lo ha fatto rientrare e poi quando ha avuto la chance reale di chiuderla, si è bloccato sul 5-4 e vantaggio esterno spedendo in rete la risposta sulla seconda bulgara.
Ora Dimitrov in semifinale attende Djokovic, contro cui è in svantaggio 12-1 negli head to head, o Korda.
Primo Set: Dimitrov spreca 7 set point, alla fine al tie-break a gioire è Cerundolo
21°quarto di finale nei Masters 1000 per Grigor Dimitrov, il secondo a Miami dopo la finale raggiunta un anno fa. Sono invece cinque, compreso quello odierno, i terzultimi atti ‘1000’ di Francisco Cerundolo, di cui tre giunti proprio in Florida: nel 2022 quando addirittura usufruendo del ritiro di Sinner a causa delle vesciche ai piedi, si spinse in semifinale, poi anche nel 2023.
Cerundolo sorprende subito il suo avversario con due accelerazioni di dritto che spaventano il bulgaro. Sono tre le chance di break consecutive a favore dell’argentino. Dimitrov si consegna con un errore in back. La reazione di quest’ultimo non si fa attendere: gioco profondo e mette in difficoltà il suo avversario e sfrutta due errori di dritto per salire due volte a palla break. Francisco non si scompone ma ha di fronte a se un giocatore capace di cambiare ritmo continuamente. Con il primo ace del match Cerundolo annulla la terza palla break del game. La quinta sarà quella giusta per riportare tutto in parità. I temi del match sono semplici: da una parte servizio e accelerazioni di dritto, dall’altra tante variazioni e tecnica. Il bulgaro tiene il servizio con serenità per il 2-1. (A cura di Paolo Michele Pinto).
I successivi turni di servizio vanno via lisci come l’olio per chi serve: non succede più nulla di rilevante fino al settimo gioco, quando ritorna ad affacciarsi sul match una palla break. L’occasione se la procura Francisco, ma Dimitrov sbarra la strada. (4-3). La partita per adesso stenta a decollare, entrambi vivono di sprazzi alternando segmenti di folgore tennistico ad altrettanti di completo sbandamento. Si giunge così alla fase calda della frazione, il primo a doversi disimpegnare con il turno di battuta più delicato – ossia servire per rimanere nel set – è l’argentino che gioca una prima parte di game disastrosa commettendo 3 pesanti gratuiti (uno smash spedito lungo, coadiuvato dai due soluzioni in rete uscendo dal servizio). Sul primo di due set point, 15-40, maleficamente la sbracciata monomane di Grisha si ferma beffardamente sul nastro ricadendo dapprima nella sua metà di campo per poi rimbalzare al di là della rete.
Ciò che segue è una pura bagarre mentale e tecnica, 9 minuti e 11 secondi – di durata complessiva – dove il ventiseienne di Buenos Aires cancella complessivamente la bellezza di 5 set point. Descritto l’andamento del primo, in un paio delle quattro successive occasioni qualche rimpianto il Maestro delle ATP Finals 2017 se lo porta dietro eccome: in particolare in una risposta bloccata in contenimento terminata lunga e in uno scambio sviluppatosi sulla diagonale sinistra dove avrebbe potuto fare molto meglio. Ciononostante alcuni sprazzi del miglior Dimitrov si ammirano anche in questo game, soprattutto quando alle rasoiate slice abbina il dritto in avanzamento eseguito rialzando una traiettoria bassissima con uso magistrale del polso. Quando tuttavia deve infliggere l’ultimo schiaffo il finalista uscente avverte il momento. Cerundolo, però, ci mette anche del suo rispolverando la mortifera efficacia della prima vincente.
Il sudamericano dunque si salva portandosi a casa un durissimo scambio da 26 colpi e sublimando il salvataggio con la catenata al servizio: si arriva così sul 5-5, con Dimitrov che ha impiegato 28 servizi quasi il doppio quelli di Francisco (43). L’esito di questo set, oramai si è capito che verrà deciso dal tie-break a cui ci si approccia con 2 punti vinti in più dal trentatreenne di Haskovo. Il game decisivo è la perfetta sintesi di quanto fin lì i due protagonisti hanno mostrato: tantissime sbavature, con le battute che si sciolgono d’improvviso, 6 mini-break nei primi 8 punti. Chi sembra far definitivamente saltare il banco è l’ex n° 3, che piazza il cruciale 3° ace della sua partita per salire 5-4, tant’è che immediatamente dopo si garantisce il 6-4 tornando ad avere set point dopo che sono trascorsi 21 minuti dal primo.
Ma la maledizione bulgara prosegue, soprattutto il settimo set point Grigor se lo divora letteralmente: spinge, rischia, si butta in avanti ormai stremato ma l’argentino tira un passante tutt’altro che irresistibile. La volée di rovescio sopra la rete è fin troppo comoda, ma clamorosamente Dimitrov la manda in rete. Di nuovo equilibrio, sul 6-6 però il fratello di Juan Manuel decide che è arrivato il momento di finirla: estrae dal cilindro due soluzioni praticamente mai prese in considerazione prima, due fucilate bimani vincenti – la prima lungolinea, la seconda incrociata. Dopo 1h11′ è avanti Francisco, 7-6 Argentina per 8 punti a 6 al tie-break. Si sono finora giocati 96 punti, più della metà sono stati gratuiti (50, 22 per Cerundolo e 24 per Dimitrov) a testimonianza della sinora modesta qualità del match.
Secondo Set: troppo attendista prima, Dimitrov cambia strategia e raccoglie i frutti
Il veterano in campo cerca un’immediata reazione per ribaltare subito l’inerzia psicologica, e il piano riesce perfettamente: vola via anche la decima palla break consecutiva – di cui 7 sono stati set point – ma l’undicesima è finalmente quella buona (ne aveva concretizzata appena una ad inizio match, valevole per il contro-break, dovuta però più a demeriti avversari). Break bulgaro che viene presto consolidato: 2-0. Dimitrov accelera sensibilmente le operazioni, decide di tessere geometricamente meno da fondo, per attuare una diversa strategia. Essere molto più verticale, proiettarsi in avanti in maniera più continua. Utilizzare anche tanto il serve&volley. Una superiore aggressività, una maggiore propositività al fine di accorciare gli scambi e giocare meno di fioretto. Tutto questo perché fisicamente, alla lunga i sette anni di differenza potrebbero ricoprire un ruolo determinante e Grigor deve necessariamente trascinarla al terzo se vuole andare in semi.
Inoltre, in più riprese nei primissimi scampoli del secondo set il bulgaro palesa verso Delgado e tutto il suo angolo un’evidente insofferenza energetico-atletica. In men che non ci dica, difatti, giungono in panchina un po’ di datteri per ripristinare il serbatoio. La frazione procede molto più rapida, ambedue tengono assai facilmente i vari turni di battuta. Diversi aces e in generale un tennis molto più veloce in cui si scambia decisamente poco. Il due volte semifinalista Slam riesce a conservare il cuscinetto di vantaggio fino alla fine, il break maturato in avvio. E’ 6-4 Grisha in 37 minuti, si va al terzo (dopo 1h48‘ di gioco) con appena 3 punti persi al servizio nel set in 5 turni di battuta.
Nel primo quindici del decimo game, l’eccelsa qualità tennistica di Dimitrov ci regala pure il punto del torneo: irreale dritto in cross eseguito senza equilibrio, sostanzialmente in caduta, con il solo appoggio della punta del piede sinistro. Semplicemente fenomenale.
Terzo Set: Dimitrov esausto va sotto 3-0, ma Cerundolo lo rianima. Poi il rocambolesco finale, dove Grigor cancella match point prima di vincerla al tie-break
Il cambio di tattica ha pienamente pagato i dividenti per Grigor Dimitrov capace di esprimere un tennis di alto livello, in cui ha dimostrato tutto il proprio talento nei costanti anticipi. Naturalmente però per quanto abbia scelto tale strategia proprio per spendere di meno sul piano fisico, è comunque abbastanza sollecitante dover spingere sempre, arrivare benissimo con gli appoggi per non sbagliare il timing anticipato nel salire sopra la palla. Altrimenti, il minimo calo, il minimo abbassamento di intensità farebbe sì che il numero degli errori cresca a dismisura, ma anche qualora ciò non si verifichi rimane in ogni caso un tennis ad alto coefficiente di errore.
Ovviamente però il bulgaro procede sulla falsariga del secondo, in risposta non si vedono più le ribattute in back ma si va di sole randellate. E’ riuscito poi ad eseguire alla perfezione un gioco maggiormente animato di protagonismo, anche perché sostenuto dal servizio: sinora con la prima, in tutto il match ha perso a malapena 7 punti. L’inizio della frazione finale ricorda tanto l’avvio della sfida, entrambi soffrono in battuta. Tutte e due si ritrovano 30-30, la testa di serie n° 14 però concede palla break: sulla prima riesce a sventare il pericolo, ma sulla seconda la prima di servizio non c’è e il diritto a sventaglio viene direzionato in corridoio dal nastro. E nefastamente per Grigor, la situazione è la medesima del primo set. Break Cerundolo che però stavolta conferma per volare 3-0 “leggero”.
D’improvviso Dimitrov è diventato pesante sulle gambe, arriva tardi sulla palla ed è poco fluido nelle esecuzioni tecniche. Quello che dicevamo in apertura di terzo parziale, si sta verificando. La benzina appare esaurita del tutto, è totalmente esausto. Ci prova con gli integratori a ridarsi un tono fisico ma adesso sembra nuovamente svuotato come nel primo. Come se magicamente l’effetto del dattero si sia esaurito, ad aumentare il macigno e la ripida scalata si assesta poi il break subito in apertura che se nel secondo set aveva permesso a Grisha di indirizzare il set, ora è accaduto esattamente l’opposto. Anche lo sguardo, insomma il body language, bulgaro non lascia presagire niente di buono. Dimitrov parte con un doppio fallo nel quarto game, ma quantomeno rimane in scia (3-1).
L’unico vero spiraglio di speranza per il campione di Cincinnati 2017 è che di fronte non ha un Cuore di Leone come Riccardo d’Inghilterra, ma soprattutto il suo rivale non è in alcun modo il prototipo del cannibale, che quando sente il sangue azzanna la preda. Anzi, nella condizione di dover chiudere una partita, di dover vincere, si trova sempre meno a suo agio rispetto a quando deve inseguire. Dinanzi a rivali di prestigioso livello: quando è sotto gioca sempre il suo miglior tennis, quasi mai quando è sopra.
Così, ecco servito il riaggancio (3-3). Sembrava irreversibile il drastico calo bulgaro, ma l’albiceleste lo ha rianimato e quando rianimi il braccio di Grigor in una volata finale non è mai una buona cosa. Gli arti inferiori sono ancora un po’ rigidi, ma adesso il braccio è tornato a ruggire. Settimo e ottavo gioco sono del tutto interlocutori, un solo quindici lasciato alle risposte. Vale la pena sottolineare che Francisco, se si escludono i due turni in cui ha ceduto il servizio nei restanti 8 games di battuta tra secondo e terzo set si è visto scippare soli 9 punti.
L’equilibrio ripristinato non vuole schiodarsi, da qui in poi però non sono più concessi svarioni. Questa volta il 4-5 deve affrontarlo Dimitrov, nel primo set proprio nel decimo game si era procurato in risposta i primi 5 set point, parte malissimo con un’orrida volée di dritto sfiancata in rete (che ricorda pedissequamente, e sciaguratamente per il bulgaro, quella sbagliata sul set point della prima frazione) ma poi grazie anche al secondo ace della sua partita rimedia e trova il 5-5. Gli aces caratterizzano pure il successivo gioco, Francisco apre con il 6°ace e si porta 6-5 con il 7° sigillo in battuta. Dopodiché, il finale del match è surreale, nel dodicesimo gioco Grisha da 40-0 si fa rimontare fino a concedere match point, che tuttavia l’argentino fallisce in maniera angosciante gettando in rete la risposta ad una seconda di servizio. Siamo in pieno psicodramma, alla fine alla quinta palla game il bulgaro la porta al tie-break con due punti diretti con la prima. 35 punti pari nel terzo set, briglie oramai completamente sciolte.
Il primo punto del tredicesimo gioco è un bagliore psichedelico. Scambio pazzesco, l’attacco bimane del sudamericano non è profondissimo e allora Dimitrov si inventa un clamoroso passante dal lato destro dopo il quale le gambe praticamente cedono mandandolo giù. I crampi non così lontani, dal match point però Cerundolo si è spento. Sono 8 punti a 2 per il più esperto in campo, che va 4-1 e due servizi a disposizione. Tutto finito? Macché, terzo doppio fallo di Grigor nel match e Francisco accorcia.
La risposta vincente piedi in campo sulla seconda argentina rigenera il doppio mini-break e il diritto in corridoio decreta la fine. Due ore e 46 minuti, al primo match point Grigor Dimitrov alza esausto le braccia al cielo al termine di una sfida a tratti entusiasmante.
Ha collaborato Paolo Michele Pinto