Francesco Cinà: “Federico è ancora un bambino. Sinner? No ai paragoni, a me basta sia sereno”
La vittoria contro Francisco Comesana ha permesso a Federico Cinà di godersi un pomeriggio niente male a Miami contro Grigor Dimitrov. Certo, non è arrivato la vittoria, ma sono da queste sconfitte che un 17enne può e deve crescere. Ora gli occhi di tutta Italia e non solo sono sul classe 2007 di Palermo, anche se come sempre bisogna andarci cauti. A sottolinearlo è suo papà e coach Francesco Cinà che ha parlato con Gaia Piccardi al Corriere della Sera di Federico sottolineando la cosa più importante: “A me interessa solo che Federico sia un ragazzo normalissimo e sereno. E lo è”.
La fama è cresciuta, soprattutto da quando ha ricevuto la wild card per Miami, figurarsi dopo il successo contro l’argentino al primo turno: “Ovvio che i tifosi si scatenino, però noi restiamo con i piedi per terra. Sinner è Sinner, ineguagliabile. Lui è Federico Cinà“. Nessun paragone scomodo, solamente la speranza di una nuova promessa dello sport italiano che può diventare realtà: “Io credo che nella vita e nel tennis i paragoni non debbano essere fatti: ognuno ha la sua storia, ognuno è figlio del luogo in cui è nato, dei suoi genitori, dell’educazione che gli viene impartita”.
Tra aneddoti e retroscena, la cosa più importante è ricordarsi che alla fine è solo un ragazzino: “Gli chiedo tanto: a volte divento stressante, lo so. Provo a inculcargli la mentalità del lavoro e del sacrificio, ma Fede è ancora un bambino, vede il tennis come un gioco divertente. Un attimo prima di giocare con Comesana, qui a Miami, ha visto un pallone. Apriti cielo. Papà ti posso tirare un rigore? mi ha chiesto. Ma stava per affrontare il primo turno di un Master 1000 contro un giocatore nei primi 70 del ranking. Fede ha un atteggiamento bellissimo però per crescere serve la massima professionalità e per salire di livello temo sia necessaria una certa maniacalità“.
D’altronde non è facile il dualismo papà-coach, per quanto Francesco sia esperto in ambo i compiti avendo allenato anche Roberta Vinci: “Quando lo vedo sofferente o triste, esce il papà che è in me. E mi dispiaccio. E poi il papà rompe le palle, c’è poco da fare. La stessa cosa detta da altri, arriva a Fede in un modo diverso. Ecco perché il sostegno della Federtennis è fondamentale. Umberto Rianna, Filippo Volandri, Galoppini, Palumbo: sono tutte professionalità con cui mi confronto quotidianamente, mi aiutano a crescere e migliorare come coach” Detto ciò, bisogna tenere in considerazione anche il discorso del futuro. Cinà non è andato a Miami per comparsa o perché è più simpatico o giovane di altri. Federico è da anni considerato una vera e propria promessa di questo sport, senza fare paragoni naturalmente.
Messo agli archivi l’incontro con Dimitrov, il futuro è tutto da scrivere: “Torneremo in Italia. Federico viene dalla finale del challenger di Creta, ha giocato tanto: è stanco e ha un problemino all’addome, con Comesana nell’umidità di Miami ha avuto i crampi. Ci fermiamo per riposare e sistemare queste cosine. Poi c’è la terra. Magari una wild card a Madrid, a Roma non so. Poi c’è il challenger di Monza. Mischieremo i tornei, giocando tanto in Italia e in Europa. Siamo un cantiere aperto e lo rimarremo. Proveremo a salire di livello: Federico i picchi ce li ha già, deve stabilizzarsi verso l’alto. Senza mettergli fretta“.
Agli occhi dei meno esperti sembra già pronto al grande tennis, ma in realtà naturalmente c’è tanto da migliorare al netto delle ottime basi: “Fede è ancora acerbo, basta guardarlo. Muscolarmente, negli spostamenti in campo, dimostra tutta la sua giovane età: quando lo attaccano, spesso perde campo e non ha la forza per ribaltare il gioco. Ma in prospettiva la crescita è enorme, e questo mi conforta. Non sarebbe normale non avere aree di sviluppo a 17 anni“.
In primis servizio e rovescio bimane, il suo colpo natuarle: “Sì, corretto. Poi il servizio, che un tennista moderno non può non avere. Dietro devi avere una grande mentalità e un fisico che ti permetta di sostenere certi ritmi infernali di oggi. Ma Fede è piccolino, deve ancora svilupparsi. Oggi è 1,86 per 78 chili. Le sette settimane trascorse al centro tecnico di Tirrenia sono state fondamentali per preparare la stagione. La Federtennis ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno: lavoriamo con un grande team, abbiamo tutto per fare bene“.