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ATP Miami, Joao cavalca la torcida: Fonseca rimonta Tien e batte anche la nausea

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Spettacolo doveva essere, e spettacolo è stato. Il piatto forte dell’ultima tranche di partite della seconda giornata di primo turno all’ATP di Miami non ha deluso le aspettative, con il confronto di una nuova generazione che sembra essere alle porte. Il primo confronto nel circuito maggiore tra Joao Fonseca e Learner Tien è un remake della finale ATP Next Gen Finals, con il brasiliano a decretarsi il medesimo vincitore. Il brasiliano, sospinto dal pubblico per tutto l’incontro, ha battuto l’americano in rimonta chiudendo dopo due ore e venticinque minuti con il punteggio di 6-7(1) 6-3 6-4. Rimonte che non riescono a completare Roberto Bautista Agut e Jensn Brooksby, che devono arrendersi al terzo set rispettivamente a Jakub Mensik e Roman Safiullin.

J.Fonseca b.L.Tien (1)6-7 6-3 6-4


Una partita a due facce, con Miami che si veste da Rio de Janeiro. Il Cristo Redentore ha il volto di Joao Fonseca che sta diventando sempre più il beniamino di tutto il Brasile. Chi è rimasto scottato da tutto il tifo travolgente dell’Hard Rock Stadium è Learner Tien che parte alla grande, per poi cedere sempre più terreno e farsi mangiare dall’altro ragazzino terribile della scena tennistica. Trentasette anni in due e un primo turno in Florida con le sembianze di un revival dell’ultima finale delle ATP Next Gen Finals. Il verdeoro è il primo a spingere sull’acceleratore, prendendosi il primo break della serata. La reazione dell’americano non tarda ad arrivare, deciso a vendicare l’epilogo di Jeddah. Il match ritorna on serve ma i colpi di scena non tardano ad arrivare.

Lo statunitense deve faticare e non poco per non subire l’immediato contro break, annullando due chance. Il pressing di Fonseca non accenna a diminuire, sul 5-5 arrivano altre tre occasioni ma il classe 2005 è bravo a rintuzzare ancora e si aggrappa disperatamente al tie break. E così sia, il brasiliano si scioglie inaspettatamente come neve al sole e sparisce durante il tredicesimo game, prendendo sei punti di fila e compromettendo il parziale: 7-1 e 1-0 Tien.

Un tie break troppo brutto per essere vero, Fonseca è consapevole di dover farsi perdonare qualcosa dal pubblico che non smette di parteggiare per lui. Il tennista carioca parte con il piglio giusto sfondando spesso con il dritto, mentre l’americano inizia a essere meno solido. Tien sembra iniziare ad accusare il frastuono dell’Hard Rock Stadium, fallisce quattro volte il servizio: tradotto due doppi falli consecutivi e battuta ceduta nel quarto game. Avrebbe anche l’occasione di rientrare subito, con la palla dell’immediato contro break ma manca il guizzo giusto. È l’ultima occasione, con il brasiliano che sembra on fire e non concede più nulla, fino a sparare un passante violento nei piedi dell’avversario che non controlla la volée: ultima istantanea del secondo set che vede Joao rientrare in partita: 6-3 e 1-1.

I decibel del centrale di Miami continuano a salire vertiginosamente e ogni punto di Fonseca viene trionfalmente accolto dagli spettatori. Learner è subito in difficoltà al pronti via, ma si apre bene il campo con il dritto e con uno smash cancella il primo pericolo di sorpasso. Campanello d’allarme che torna a suonare il game successivo, il braccio dell’americano è contratto e si va ai vantaggi. Il classe 2006 sente l’odore del sangue, si arma di clava e tira una bordata che lascia fermo Tien. Lo statunitense va in paura, e con una dritto affossato in rete concede il break tanto agognato. Quando tutto sembra agghindarsi a festa per il verdeoro, arriva il classico imprevisto. Sul 3-2 e servizio il numero 60 del ranking inizia ad accusare un malessere che si traduce in un forte senso di nausea. Gioco interrotto per più di cinque minuti e la speranza che le pastiglie facciano il proprio dovere.

Il ritorno in campo è da fenomeno. Sul 30-0 appare in scena un numero circense: volée di rovescio che ammortizza un passante di Tien rassomigliante a un vincente. Il californiano rimane in scia ma la gestione di Fonseca è disarmante, come il game che lo porta al 5-3 condito da 3 ace e un servizio vincente. Learner ci prova fino alla fine, ma neanche la piccola distorsione presa sul 30-30 5-4 sembra essere un impedimento all’incedere del carioca che mette un punto esclamativo all’incontro facendo esplodere tutto l’Hard Rock Stadium. Al secondo turno lo attenderà la testa di serie numero 19, Ugo Humbert.

R.Safiullin b.J.Brooksby 6-3 3-6 6-3
Riavvolgere il filo di una carriera non è mai qualcosa di semplice. Se ne sta rendendo conto Jensen Brooksby, con l’americano che ha riabbracciato il tennis dopo due anni di assenza, comprensibilmente con pochi alti e tanti bassi. Dopo il terzo turno raggiunto a Indian Wells, l’americano esce battuto all’esordio a Miami cedendo il passo a Roman Safiullin, in un match pregno di rimpianti soprattutto nel parziale decisivo. È solo un break a fare la differenza nel primo set, con il russo bravo a colpire nel sesto game e legittimare il 6-3. Lo statunitense reagisce e riesce rendere lo stesso passivo all’avversario a cui non basta dimezzare i break di svantaggio per rimettere in piede il parziale: 6-3 Brooksby e si va al terzo. L’inerzia del match sembra essere cambiata con il californiano a mettere pressione sin da subito al servizio del numero 71 del ranking. Come nel più beffardo dei racconti, saranno quattro le palle break sprecate dal classe 2000 prima di essere lui quello brekkato, lui che fino al decisivo ottavo gioco aveva concesso solo due punti in battuta. Finale amaro con Safiullin a sfangarla con un altro 6-3 e lasciare a Jensen tanta delusione.

J.Mensik b. R.Bautista Agut 6-4 3-6 6-1
Stavolta la solita resilienza di uno dei veterani del circuito non è bastata. Passa, con merito, Jakub Mensik contro un Roberto Bautista Agut degno di encomio. Se non altro perchè lo spagnolo prova a tenere in vita la partita fino alla fine, con un 6-1 finale a risultare un po’ bugiardo nel passivo. L’inedito confronto tra lo spagnolo e il cieco inizia con il classe 2005 a prendere l’iniziativa e procacciarsi tre palle break nel terzo game: le prime due sfumano, l’ultima è quella giusta. Tanto basta per portarsi sul 6-3 e 1-0. Il canovaccio del secondo parziale sembra essere simile, ma stavolta è l’iberico a farsi sentire con lo strappo decisivo assestato nel quarto gioco, concedendo poco e niente per rientrare: 6-4 e 1-1. I 17 anni di differenza potrebbero suggerire un logorio fisico del classe 1988, che arriva ma lascia alcuni rimpianti. Sotto 2-0, Bautista Agut non tramuta in contro break cinque occasioni utili, per poi cedere di nuovo la battuta nel turno successivo. I due break di svantaggio sono una condanna, 6-1 e tappeto rosso al duellante più giovane.

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